il Punto Coldiretti

Le giovani imprese crescono solo nelle campagne, ne aprono 17 al giorno

I giovani alla riscoperta del lavoro agricolo. E’ un trend che prosegue da anni e che ha portato a risultati economicamente interessanti. Nell’analisi “Lavoro per i giovani, in agricoltura c’è” presentata dalla Coldiretti, il 17 febbraio, in occasione della premiazione degli Oscar Green, è stato esaminato il fenomeno e sono state indicate le prospettive. All’incontro con il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo, la delegata dei Giovani Impresa, Veronica Barbati, hanno partecipato i ministri dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, dello Sport e i giovani, Andrea Abodi, il presidente del Crea, Carlo Gaudio, e il direttore generale dell’Ismea Chiara Zaganelli.

Gesmundo, in apertura dei lavori, ha sottolineato come lo slogan scelto dai giovani per la giornata “Riprendiamoci il futuro” spieghi bene l’obiettivo di consegnare al Paese “la nostra progettualità”. E i giovani rappresentano la traiettoria del futuro. Ha ricordato che da tempo la Coldiretti ragiona in termini di sostenibilità, quattro anni fa, per esempio, ha lanciato il progetto invasi non guardando solo agli interessi degli agricoltori, ma di tutti i cittadini. Un progetto che si autofinanzia attraverso la produzione di energia dall’acqua. I bacini – ha sottolineato il segretario generale – servono agli usi agricoli e civili. Ha poi riconosciuto come oggi fare l’imprenditore sia difficile: ”si dice spesso braccia tolte all’agricoltura. Ora possiamo invece dire cervelli sottratti all’agricoltura, perché senza cervello la moderna agricoltura non si può fare”.

Il presidente Prandini ha rilevato il ruolo forte dei giovani nello sviluppo di un’agricoltura innovativa e ha accolto con favore l’annuncio dato proprio alla platea dei giovani dal ministro Lollobrigida dell’intervento per superare il limite dell’autoconsumo per la produzione di agroenergie. Per Prandini le rinnovabili sono importanti sempre però a condizione che non devastino i terreni. Il futuro comunque, secondo il numero uno della Coldiretti, si dovrà giocare sempre di più sull’applicazione delle nuove tecnologie. Bisogna perciò dare strumenti e conoscenze per intraprendere il percorso.

“Siamo il Paese che ha innovato di più – ha detto – con un aumento esponenziale del 1.500%, passando da un investimento medio di 100 milio a 1,5 miliardi con ricadute importanti anche su altri settori”. Anche nella lotta alla contraffazione la gestione dei dati è importante, per questo ha rilanciato sulla blockchain. Un’ altra leva è stata individuata nell’internazionalizzazione, perché è ormai chiaro che bisogna guardare sempre di più ai mercati esteri come dimostrano le eccellenti perfomance dell’agroalimentare. E per questo, secondo Prandini, è strategica la programmazione di medio lungo periodo. Partendo dalle risorse idriche che sono essenziali per incrementare le rese produttive. L’obiettivo del piano invasi di Coldiretti è di arrivare a trattenere almeno il 50% dell’acqua piovana, mentre oggi non si supera l’11%. Prandini ha poi battuto un altro tasto che considera fondamentale: garantire un giusto reddito ai giovani, altrimenti – ha avvertito – si avvicinano all’agricoltura, ma poi scappano. Bisogna assicurare la giusta soddisfazione del lavoro che si svolge.

E infine le infrastrutture per fare dell’Italia il centro dei mercati del Mediterraneo. Bisogna uscire dai luoghi comuni e cioè puntare solo al consolidamento dei mercati tradizionali. L’Africa è un grande mercato, secondo Prandini, a cui l’Italia guarda e non come è stato fatto finora da quei Paesi che hanno solo sfruttato quei territori. Gli agricoltori africani devono avere le stesse possibilità degli italiani. Prandini ha concluso ricordando il progetto di Mattei, sottolineando come oggi cibo e agricoltura siano il nuovo petrolio.

I giovani Coldiretti sono pronti a cogliere le nuove sfide. Lo ha assicurato la delegata Barbati che ha annunciato il via a una partnership con il Crea (l’ente di ricerca che va capo al Masaf) che rientra nel più ampio protocollo siglato da Coldiretti e Divulga. D’altra parte i numeri delineano prospettive favorevoli. Secondo Coldiretti c’è posto nei campi per 100mila giovani, mentre finora l’occupazione nelle campagne è andata controcorrente rispetto al trend negativo di altri settori. Lo scorso anno hanno trovato lavoro dipendente oltre un milione di persone di cui il 32% con meno di 35 anni di età.

E le imprese agricole sono cresciute dell’1% negli ultimi dieci anni in controtendenza rispetto al crollo degli altri settori (-13%). Di fatto il settore è diventato un punto di riferimento importante per le nuove generazioni, al contrario di altre attività produttive dove lo studio Coldiretti/Divulga ha registrato crolli del numero di imprese under 35, dal 24% per le costruzioni al 25% per il commercio al dettaglio e il 28% per il tessile fino al 48% per le telecomunicazioni. Lo scorso anno sono nate (dati Divulga/Coldiretti) in media 17 nuove imprese agricole al giorno e i giovani si distinguono per risultati migliori relativamente all’estensione delle superfici agricole, del fatturato e degli occupati. Sono anche le più digitalizzate.

Anche il ministro Lollobrigida ha fornito indicazioni rassicurante sulle prospettive lavorative e ha detto che i giovani diplomati agli istituti agrari hanno più opportunità di trovare lavoro così come chi prosegue gli studi su questo filone.
Lollobrigida ha spiegato le misure su cui sta lavorando, oltre alla cancellazione del vincolo dell’autoconsumo per la produzione di agroenergie, il ministro ha anche annunciato provvedimenti per svecchiare il parco delle macchine agricole rottamando quelle di vecchia generazione per ridurre così del 95% la produzione di Co2. Il ministro poi ha confermato ancora una volta l’impegno a contrastare le carni sintetiche, un modello produttivo che non rientra nella cultura italiana. E che oggi rappresenta la battaglia principale su cui la Coldiretti sta investendo le sue forze. ​

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