Le razze da carne italiane, un patrimonio del Paese
Il 60% della carne bovina consumata in Italia arriva da Paesi come la Polonia, la Francia, l’Olanda, la Spagna, la Germania, con il livello di autoapprovvigionamento del Belpaese che è passato negli ultimi cinque anni dal 53,9% al 40%. E’ l’allarme lanciato da Anabic (Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne che rappresenta le razze Chianina, Marchigiana, Romagnola, Maremmana e Podolica). Un ruolo importante per invertire la tendenza puo’ essere svolto dalle storiche razze da carne italiane per invertire la tendenza allo spopolamento nelle aree interne e offrendo opportunità economiche considerato che i dati ufficiali Ismea –hanno evidenziato che la massiccia quota di animali e carni bovine importate dall’estero provoca un trasferimento verso gli operatori di altri Paesi di oltre 3,5 miliardi di euro/anno. Sono circa 5.000 gli allevamenti associati ad Anabic, distribuiti in 18 regioni, per un numero complessivo di 160.000 capi di bestiame, il 70% dei quali allevati al pascolo, dove la loro presenza costituisce un insostituibile presidio del territorio, soprattutto per la tutela della biodiversità: un patrimonio unico da potenziare e incentivare anche attraverso politiche mirate e lungimiranti. |
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