il Punto Coldiretti

Le sfide dell’agricoltura cinese – “the economist” del 15/2/2025

Un interessante articolo sugli investimenti agricoli del Paese che sta invadendo il mondo con le nuove tecnologie – tratto da Agrapress

Negli ultimi decenni, la Cina ha trasformato il proprio settore agricolo per garantire l’autosufficienza alimentare e sostenere la crescita economica. Il presidente cinese Xi Jinping vuole che il suo paese non dipenda dalle fornitura occidentali. Nel quadro delle crescenti tensioni geopolitiche, il leader della grande nazione asiatica considera l’autosufficienza e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento come una necessita’ sempre piu’ urgente, scrive “The Economist” in un lungo articolo del 15 febbraio. L’articolo esplora la forte pressione a cui e’ sottoposta l’agricoltura cinese a causa di problemi strutturali, ambientali e geopolitici. Uno dei principali problemi interni e’ la riduzione delle terre coltivabili. L’espansione urbana, l’industrializzazione e l’inquinamento stanno diminuendo la superficie agricola disponibile, spingendo il governo a proteggere le terre arabili e a promuovere una maggiore produttivita’ per ettaro. L’acqua rappresenta un’altra sfida critica. La Cina ha il 20% della popolazione mondiale ma solo il 6% delle risorse idriche globali. La scarsita’ d’acqua e’ particolarmente grave nel nord, dove si trovano importanti aree agricole. Il governo ha costruito progetti infrastrutturali imponenti, come il trasferimento di acqua dal sud al nord, ma il problema persiste. Il cambiamento climatico sta aggravando la situazione, con eventi meteorologici estremi come siccita’ e alluvioni che danneggiano i raccolti. La desertificazione e il degrado del suolo minacciano ulteriormente la produttivita’ agricola, costringendo gli agricoltori a trovare soluzioni piu’ resilienti. L’invecchiamento della popolazione rurale e’ un altro ostacolo. Molti giovani migrano nelle citta’ in cerca di lavori meglio retribuiti, lasciando le campagne con una forza lavoro sempre piu’ anziana e meno propensa all’adozione di nuove tecnologie. Il governo sta cercando di invertire questa tendenza con incentivi e programmi di modernizzazione, ma il divario tra aree urbane e rurali rimane marcato. Dal punto di vista commerciale, la Cina dipende fortemente dalle importazioni di prodotti agricoli come soia, mais e carne, soprattutto dagli Stati Uniti e dal Brasile. Le tensioni geopolitiche, come la guerra commerciale con gli USA e le restrizioni sulle esportazioni di alcuni paesi, hanno evidenziato la vulnerabilita’ della Cina sul fronte alimentare. Per rispondere a queste sfide, Pechino sta investendo in biotecnologie, agricoltura di precisione e meccanizzazione, cercando di aumentare la produttivita’ e ridurre la dipendenza dalle importazioni. Inoltre, il governo sta incentivando la crescita delle aziende agricole su larga scala, sebbene la maggior parte delle fattorie cinesi rimanga di piccole dimensioni e a conduzione familiare. In sintesi, la Cina si trova di fronte a un bivio: da un lato, deve garantire la sicurezza alimentare e l’autosufficienza; dall’altro, deve affrontare problemi strutturali, ambientali e demografici che rendono il settore agricolo sempre piu’ fragile. Le politiche adottate nei prossimi anni saranno cruciali per determinare la capacita’ del paese di sostenere la propria popolazione e rimanere un attore globale nell’agricoltura, conclude l’articolo.

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