il Punto Coldiretti

L`embargo di Putin ci è costato 2 miliardi

di Paolo Falcioni pubblicato su Moneta allegato a Libero, Il Tempo e il Giornale del 26 aprile 2024

La strada per il negoziato tra Russia e Ucraina si è aperta. Un piano di pace in più tappe sul quale Kiev si è detta «al 90% d`accordo» e anche Putin sembra essere questa volta interessato. Una de-escalation che potrebbe porre fine a un`insopportabile carneficina, oltre che aprire nuove prospettive economiche per l`Unione Europea e, in particolare, per il nostro Paese. Potrebbero infatti riprendere le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Russia che hanno già perso 2,1 miliardi negli ultimi 10 anni e mezzo a causa dell`embargo deciso da Putin con il decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e da allora sempre prorogato. Secondo l`analisi dell`Osservatorio Coldiretti, prima dell`embargo le esportazioni dei nostri prodotti agroalimentari interessato dalla chiusura delle frontiere valevano circa 200 milioni all`anno e sono state azzerate con il Decreto russo. È stato infatti sancito il divieto di ingresso per un`importante lista di prodotti che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia. Nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche le mele verdi Granny Smith. Salvi invece i vini e gli spumanti. Al danno diretto si è aggiunta anche la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione realizzati in Paesi non colpiti dall`embargo, come parmesan, scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e gorgonzola di produzione Svizzera. Senza dimenticare il reggianito prodotto nei Paesi del Mercosur, come Brasile o Argentina, con i quali l`Ue sta negoziando un accordo di libero scambio che di fatto “legalizza” gran parte di questi prodotti di imitazione. La produzione di falso Made in Italy ha è esplosa in Russia. In molti territori, dagli Urali alla regione di Sverdlovsk, sono sorte fabbriche specializzate nella produzione di falsi formaggi e salumi italiani. Si tratta di impianti per la lavorazione del latte e della carne per soddisfare la richiesta di formaggi duri e molli, così come di salumi che un tempo era assicurata dalle aziende agroalimentari italiane. I russi Pekkorino, Montazio e la ricotta vengono, per esempio, prodotti nel territorio di Stavropol e sul sito dei produttori si assicura anche che il Russian Parmesan è un`alternativa al Parmigiano-Reggiano, è fatto con latte pastorizzato, stagiona 12 mesi e ha una consistenza dura molto simile e un gusto e un aroma intensi. Ma sul mercato di Mosca si trovano anche mascarpone, robiola Made in Russia, diversi tipi di salame Milano, di mozzarelle ciliegine, di scamorze, insalata toscana e `77 e con richiami espliciti all`Italia. Un fenomeno che ha colpito anche i ristoranti italiani ancora presenti in Russia dove i prodotti alimentari originali sono stati sostituiti con quelli taroccati di bassa qualità. In caso del superamento dell`embargo non sarà dunque facile recuperare gli spazi di
mercato ma a far ben sperare è il grande amore del popolo russo per la “tavola” tricolore. Il 2024 ha infatti fatto segnare il record storico per le esportazioni in Russia di vino e spumante Made in Italy che hanno raggiunto un valore di 231 milioni di euro, in aumento del 46% rispetto all`anno precedente. Più del doppio se paragonato a 10 anni fa, ma anche il maggior
tasso di crescita delle vendite registrato dal vino italiano nel 2024 nei primi
dieci mercati di destinazione. A essere preferiti sono gli spumanti che hanno raggiunto nel 2024 il valore all`export di 122 milioni di euro (+47%) e tra questi il Prosecco con 73 milioni in aumento del 43%. La riapertura delle frontiere della Russia potrebbe contribuire a ridurre le tensioni sul piano commerciale provocate dalla minaccia dei dazi statunitensi in una situazione in cui nel primo bimestre del 2025 è stato registrato un nuovo record dell`export agroalimentare nazionale che è cresciuto del 4,9% anche se rimane concentrato soprattutto nell`Ue per il 55% e negli Stati Uniti per ben il 13%. Le prospettive di pace potrebbero dunque favorire un allentamento delle sanzioni nei confronti della Russia dà parte dell`Ue che ha presentato, peraltro, una proposta che prevede limitazioni alle importazioni, oltre che su alcuni prodotti agricoli, anche sui fertilizzanti in arrivo dalla Federazione Russa e dalla Repubblica di Bielorussia. Si tratta di un provvedimento che per i fertilizzanti provocherà un ulteriore aumento del prezzo rispetto a quanto già registrato nell`ultimo periodo, considerato che l`Ue è fortemente dipendente dal mercato estero e si rifornisce, tradizionalmente, da un gruppo ridotto di fornitori, tra cui troviamo proprio i due Paesi oggetto del provvedimento. «Non possiamo accettare – affermano Coldiretti e Filiera Italia – un ulteriore aumento dei costi che vada a penalizzare le nostre imprese rispetto a fattori di produzioni di cui l`Europa ci ha reso dipendenti da paesi terzi». La fine della guerra è certamente la priorità assoluta e secondo il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, «è necessario che nelle trattative di una possibile pace sia posta tra le prime questioni il superamento delle sanzioni alla Russia che per l`Italia hanno provocato la chiusura di un mercato di grande interesse». «Inaccettabile – aggiunge Luigi Scordamaglia ad di Filiera Italia – che ancora una volta a pagare il conto siano gli agricoltori e quindi la filiera agroalimentare europea. L`aumento dei costi di produzione andrà a colpire principalmente il settore cerealicolo, già in grande difficoltà». A oggi la Russia è il principale esportatore al mondo di urea (il più diffuso fertilizzante azotato), grazie alla sua elevata capacità produttiva derivante dalla disponibilità di materie prime necessarie alla sua produzione e ai minori vincoli ambientali. L`attuale capacità dell`Ue di produrre fertilizzanti non è infatti in grado, a oggi, di coprire la domanda interna.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi