L’orgoglio Coldiretti in assemblea
Incontro-confronto serrato con i soci sui temi di scottante attualità e patto sempre più blindato con i consumatori. Coldiretti in campo per affinare le strategie che saranno portate avanti in Italia e nella Ue. Dopo la manifestazione del Brennero l’azione in difesa del made in Italy prosegue con sempre maggiore intensità anche per sensibilizzare i cittadini italiani e comunitari a firmare la petizione della Coldiretti che vuole arrivare all’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine per tutti i prodotti alimentari e in tutti i paesi dell’Unione europea. Circa 65mila agricoltori hanno animato le 96 assemblee organizzate in contemporanea dal Nord al Sud dell’Italia, una presenza ampiamente superiore alle attese della vigilia. Tante assemblee unite da un unico disegno. Rafforzare l’agricoltura e difendere i cittadini-consumatori dall’inganno. Il rischio infatti senza un’adeguata trasparenza è di portare sulle tavole prodotti “italianizzati” ma non italiani perché realizzati dalle lavorazioni di materie prime straniere. Ecco perché nel mirino è finito il codice doganale che con l’ultima lavorazione consente al prodotto di ottenere la carta di identità italiana. Proprio per superare questa “anomalia” è partita la raccolta di firme in Italia e in sette Stati europei con l’obiettivo di raccogliere oltre un milione di adesioni. A fianco a questa battaglia se ne porta avanti un’altra dello tesso tenore che punta a ottenere il riconoscimento del principio di reciprocità perché se le regole non valgono per tutti a perdere è la competitività del made in Italy anche per quanto riguarda il lavoro. Spesso i prodotti di importazione dai Paesi terzi non solo utilizzano fitofarmaci vietati nel Nostro Paese e nella Ue, ma sono realizzati sfruttando la manodopera a volte anche di minori. E le criticità sono destinate a crescere proporzionalmente all’impennata di importazioni che toccando quota 65 miliardi hanno superato i flussi dell’export. Si tratta in molti casi di cibi pericolosi come hanno confermato i dati dell’allarme sui residui di fitofarmaci pericolosi riscontrati in importazioni da Paesi terzi. Una situazione che Coldiretti non intende tollerare oltre nel rispetto del lavoro dei “suoi” agricoltori e dei consumatori. Le pratiche sleali declinate in tutte le forme, dalla concorrenza con prodotto di minore qualità e sicurezza ai prezzi riconosciuti inferiori ai costi, si traducono in una perdita di reddito per i produttori. E su questo Coldiretti non intende certo lasciar passare. La maggiore organizzazione agricola italiana ed europea, come nel suo costume, non si è fermata a sollevare il problema. E’ andata avanti sfidando, per quanto riguarda i conferimenti di latte, una multinazionale del calibro di Lactalis, denunciandola per modifica unilaterale dei contratti una delle pratiche sleali commerciali indicata dalla legge. E dopo cinque mesi di accertamenti è arrivata la sanzione al gruppo francese. Un fatto epocale. Coldiretti è pronta a proseguire su questa strada in tutte le filiere in cui riscontrerà anomalie e penalizzazioni per i produttori agricoli. Sotto tiro dunque chi falsifica e chi negando la giusta ricompensa condanna gli agricoltori a chiudere le proprie aziende, perché senza sostenibilità economica il settore va in affanno. A mettere in ginocchio le imprese ci sono anche emergenze tutte interne. Come la fauna selvatica che senza controlli ha provocato gravissimi danni nelle campagne con un bilancio nell’ultimo anno di circa duecento milioni. E la beffa è che i risarcimenti vengono dati con il contagocce e in forte ritardo. Per esempio se un cinghiale attacca un vigneto e lo devasta l’indennizzo scatta solo per l’uva. I cinghiali rappresentano poi un gravissimo rischio per la diffusione della peste suina africana. Dal Nord al Sud le assemblee della Coldiretti hanno rilanciato con forza la richiesta di un freno immediato alla proliferazione dei selvatici, dando la possibilità agli agricoltori di difendere le proprie terre. A oggi infatti mancano i piani regionali straordinari di contenimento e strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione. |
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