il Punto Coldiretti

Mosca valuta dazi del 200% sul vino da Paesi Nato

L’Associazione dei viticoltori e dei produttori di vino russi (Avvr) ha chiesto alle autorità di Mosca di aumentare di dieci volte il dazio sull’importazione di vino dai Paesi della Nato, portandolo al 200%.

Una possibilità che è diventata più probabile dopo la decisione dell’Unione Europea di introdurre una tariffa di 95 euro la tonnellata sui cereali provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia.

La scelta di Mosca, se adottata, rischierebbe praticamente di azzerare le vendite di vino italiano in Russia dove, secondo l’analisi dell’Osservatorio Strategico della Coldiretti, Lettonia, Lituania e Italia sono nell’ordine i maggiori esportatori e rappresentano insieme ben l’87% delle esportazioni dei Paesi Nato.

Il vino è praticamente dell’unico prodotto agroalimentare nazionale sul quale non pesa l’embargo all’importazione di prodotti agricoli occidentali (con il divieto all’ingresso a frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche di pesce italiani) introdotto dal Paese di Putin con il decreto n. 778 del 7 agosto 2014, e poi prorogato più volte, come ritorsione alle sanzioni dell’Unione Europea per l’annessione illegale della Crimea da parte russa. 

Le esportazioni di vino italiano nel mondo hanno raggiunto nel 2023 il valore di 7,7 miliardi di euro in flessione di meno dell’1% rispetto all’anno precedente, anche se il calo in volume è risultato più’ consistente, secondo l’analisi dell’Osservatorio strategico della Coldiretti dal quale si evidenzia che in Russia le esportazioni sono state pari a 159 milioni di euro con un calo dell’8%.

Di questi oltre la metà, per un valore di ben 83 milioni di euro, sono rappresentati da spumanti che risultano in calo del 9%. A pesare sul mercato russo è stato il dazio sulle importazioni dai Paesi “non amici”, tra cui l’Italia, che è stato innalzato la scorsa estate 2023 dal 12,5% al 20%.

Si ritiene tuttavia che i numeri messi a segno da vini e spumanti italiani in Russia possano essere anche migliori per il fatto che il commercio del Made in Italy in Russia sembra essere caratterizzato anche da triangolazioni effettuate attraverso la Lettonia che risulta essere un importante fornitore di Mosca.

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