il Punto Coldiretti

Nuovi vigneti, boom di domande nel 2019

Anche quest’anno in linea con le campagne passate sono state numerosissime le domande di autorizzazioni di nuovi impianti vitivinicoli. Il 1° aprile (il termine era il 31 marzo, ma essendo domenica è slittato) è scaduto il termine per presentare le richieste e dunque è solo possibile tracciare le prime stime. Per quantificare la superficie assegnata per ciascuna domanda, sarà determinante la scelta che ciascuna Regione farà sulla possibilità di garantire le autorizzazioni a tutti i richiedenti fino ad una superficie compresa fra 0,10 e 0,50 ettari (eventualmente ridotta se la superficie regionale autorizzabile non sarà sufficiente a garantire il rilascio a tutti i richiedenti).

Le Regioni, per decidere se applicare questo limite, hanno tempo 10 giorni dalla data di comunicazione del Ministero delle superfici richieste. Nonostante molte Regioni abbiano adottato misure, come l’abbassamento del limite massimo di richiesta ammissibile per ciascuna domanda (es. Veneto e Friuli Venezia Giulia massimo 1,00 ettaro, Emilia Romagna 2,00 ettari, ecc…) e dei criteri di priorità per l’ammissibilità delle domande, anche quest’anno, sono state presentate numerose richieste e un po’ ovunque è stata abbondantemente superata la superficie a disposizione di ciascuna Regione.

Da una stima effettuata sulle domande presentate, probabilmente solo nella Regione Umbria la superficie richiesta non dovrebbe avere superato quella disponibile; in tutte le altre la superficie è stata superata, con alcune Regioni in particolare, in cui anche quest’anno verranno fatti tagli importanti sulla superficie richiesta (particolarmente alta nelle Regioni Veneto, Emilia Romagna, Puglia, Sicilia e Friuli Venezia Giulia; ma anche nelle altre si prevedono tagli importanti anche se in misura più ridotta).

La superficie richiesta e non attribuita, sarà riservata alle richieste con criteri di priorità eventualmente adottati dalle Regioni, con assegnazione prima alle domande con punteggio più alto, poi, se ci sarà ancora quota disponibile, a quelle con punteggi inferiori. In ultimo, la superficie non ancora assegnata sarà ripartita in modo proporzionale fra tutte le richieste restanti.

Per avere un quadro definitivo bisogna dunque attendere le nuove autorizzazioni che saranno rilasciate dalle Regioni entro il prossimo 1° giugno. Ricordiamo che quest’anno sono state riviste le modalità operative per il rilascio delle autorizzazioni per nuovi impianti e reimpianti viticoli. La circolare Agea ha infatti riscritto quella del 13 marzo 2018 e ha fissato il limite nazionale a 50 ettari e la data di presentazione delle domande dal 15 febbraio al 31 marzo. La circolare ha ricordato che dal 2016 e fino al 31 dicembre 2030 impianti e reimpianti possono essere realizzati solo se è stata concessa una autorizzazione a coloro che hanno presentato domanda all’autorità competente.

Le autorizzazioni hanno una validità di 3 anni dalla data del rilascio. Sono esclusi gli impianti sperimentali o gli impianti i cui prodotti sono destinati al consumo familiare dei produttori. La circolare spiega anche le modalità di aggiornamento del registro delle autorizzazioni agli impianti. La superficie nazionale da destinare a nuovi impianti è costituita dall’1% della superficie vitata e da eventuali superficie che provengono da rinunce della campagna precedente.

Sono indicati anche i criteri di priorità che dal 2018 le regioni possono applicare e che riguardano le organizzazioni che hanno ricevuto terreni confiscati per terrorismo e criminalità, superfici soggette a siccità, con scarsa profondità radicale, con problemi di pietrosità del suolo, in pendenza di almeno il 15%, in zone di montagna (oltre i 500 metri), in piccole isole e dove il vigneto contribuisce alla conservazione dell’ambiente. Lo stesso criterio vale per chi applica le regole per le produzioni biologiche. Per il 2019 queste sono state le scelte regionali: Valle d’Aosta (50 ettari), Piemonte (20), Lombardia (2), Trento (10), Bolzano (0,3), Friuli Venezia Giulia (1), Veneto (1), Liguria (5), Emilia Romagna (3), Marche (10), Toscana (30), Umbria (25), Lazio (25), Abruzzo (10), Campania (10), Puglia (20), Basilicata (5), Calabria (5), Sicilia (5), Sardegna (5).

Il nuovo sistema di gestione degli impianti vitati basato sulle autorizzazioni voluto da Bruxelles si è rivelato molto farraginoso e non in grado di dare adeguate risposte alle esigenze dei produttori.

Coldiretti sta lavorando sui tavoli nazionali e comunitari per apportare dei miglioramenti e delle semplificazioni.
Due su tutte la possibilità per gli stati membri di attuare bandi pluriennali di assegnazione al fine di ridurre le assegnazioni di piccolissime superfici e un meccanismo del tipo “riserva nazionale delle autorizzazioni” che consenta di non perdere patrimonio viticolo nel caso di abbandono di superfici o di non utilizzo delle autorizzazioni al reimpianto.

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