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Ortofrutta: contro gelate ed insetti servono nuovi strumenti di difesa attiva e passiva

Le gelate che si sono sviluppate tra il 7-8 aprile in diverse parti d’Italia hanno messo in evidenza la debolezza del nostro sistema produttivo difronte ai cambiamenti climatici e l’inadeguatezza di molti strumenti di difesa attiva e passiva. Le gelate ci sono sempre state, ma, a causa dei cambiamenti climatici, il loro effetto è diventato devastante, perché le piante escono prima dal riposo vegetativo (secondo alcune fonti fino a 2 settimane prima delle medie del passato) e quando arriva la gelata le trova indifese e molto più sensibili.

Così le gelate sono molto più dannose ed interessano areali sempre più vasti. Basti pensare che secondo i dati delle verifiche fatte in alcuni territori interessati dalle gelate di aprile, ci sono stati danni in media fino al 100% sulla frutta primaverile ed estiva, ma anche la frutta autunnale è stata colpita dal 70-100%. Oltre al danno economico, emerge la perdita di mercati, domestici ed esteri, per la mancanza di prodotto.

In questa situazione è emersa l’inadeguatezza del sistema assicurativo, con molte compagnie che non accettano di assicurare il gelo perché troppo rischioso (problema che riguarda anche le avversità parassitarie, vedi cimice o altre, nonostante per legge sia possibile assicurarle). Una soluzione potrebbero essere i fondi mutualistici, ma bisogna costituire fondi che coinvolgano territori di diverse regioni e con una forte adesione, perché c’è il rischio che il fondo costituito, ad esempio, da una singola OP regionale fallisca se la gelata colpisce tutti i produttori.

Emerge poi anche il problema dei sistemi di difesa attiva, con irrigazione sopra chioma contro le gelate che ha portato, in alcuni casi, al collasso degli impianti (frutteti stramazzati al suolo) per l’eccessivo peso del ghiaccio (troppe ore sotto zero e quindi produzione di troppo ghiaccio) e di carenza di acqua, in certe zone, per poterla attivare. Ma anche impianti antigrandine distrutti dalla violenza dei temporali.

Questi temi, unitamente al problema della difesa fitosanitaria (mancanza di principi attivi, aumento degli arrivi di insetti e patogeni alieni, mancanza di reciprocità delle regole con il prodotto di importazione), sono quelli più caldi, ancora di più dei prezzi bassi, dei prodotti pagati poco ai produttori, perché se il prodotto c’è, possiamo agire per valorizzarlo meglio, con contratti di filiera, marchi, aggregazione, vendita diretta, con “extrema ratio” la normativa sulle pratiche sleali, ma, se sulle piante mancano i frutti, per il gelo, la grandine o l’azione di insetti/malattie, siamo senza speranza.

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