Pac: la Commissione assuma le sue responsabilità
Anche prima della nomina del Commissario Hansen, il Presidente della Commissione aveva accettato di istituire un comitato per l’agricoltura e l’alimentazione (EBAF) con il compito di fornire consulenza e pareri sul futuro delle politiche europee correlate. Questo comitato era un’estensione del gruppo di esperti per il dialogo strategico sulla PAC. L’EBAF è composto da organizzazioni agricole, ambientali, sociali e agroalimentari, con la Commissione che fungeva da segretariato. Il dialogo strategico si era concluso con un compromesso che consentiva a tutti di interpretarlo a piacere, senza voltare pagina rispetto all’era Timmermans. La bozza di testo sulla PAC proponeva una politica con una componente economica da un lato e una ambientale dall’altro. Le due componenti erano separate. Mentre la prima veniva semplicemente accennata e non dettagliata, la componente ambientale veniva trattata in modo più approfondito. Il testo chiedeva di rafforzarla e per la PAC di trasformarla in una politica i cui benefici sarebbero stati subordinati al rispetto di tutte le altre politiche ambientali, climatiche e sociali. Un passaggio a una PAC più vincolante quando l’efficacia lo richiede e, al contrario, un legame molto più stretto con sostenibilità ed economia. Per essere efficace, la difesa ambientale deve basarsi su investimenti e crescita, non sul declino agricolo e sull’impoverimento europeo. I rappresentanti dell’agricoltura nel comitato EBAF, spinti dai rappresentanti delle organizzazioni agricole si sono rifiutati di firmare un testo del genere, redatto senza alcuna idea del bilancio che sarà assegnato alla PAC per il periodo 2028-34, e in mezzo a persistenti voci di un forte calo del valore dell’euro corrente. Vale la pena ricordare che il semplice effetto dell’inflazione significa che gli aiuti diretti diminuiranno del 54% in valore economico tra il 2020 e il 2034 se il bilancio della PAC non verrà aumentato. In assenza di un accordo tra le parti dell’EBAF, spetta alla Commissione uscire allo scoperto e assumersi la responsabilità di proporre una politica (senza nascondersi dietro un compromesso vago o sbilanciato tra le diverse parti interessate dell’EBAF) che consenta un ritorno alla crescita agricola necessaria per soddisfare gli obiettivi concordati per un’economia europea a zero emissioni di carbonio entro il 2050. Mentre il Presidente della Commissione europea fa capire che le risorse di bilancio saranno limitate, è ancora più essenziale disporre di una vera politica comune, con misure europee incisive, anziché scaricare la responsabilità sugli Stati membri in modo che ciascuno possa definire la propria strategia nazionale. La somma di 27 strategie nazionali non costituisce una strategia europea. La somma di 27 bilanci utilizzati in modo disparato non è sinonimo di sinergia ed efficienza quando dobbiamo lavorare insieme per superare le barriere agli investimenti, aumentare del 25% la produzione agricola entro il 2050, dare risposte coordinate al cambiamento climatico e ai suoi effetti e continuare a produrre in tutte le regioni per essere più forti nelle lotte di potere sui mercati globali. Yves Madre – Farm Europe |
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.