il Punto Coldiretti

Pesca: sos granchio blu, a rischio 3000 imprese

E’ allarme sulle coste italiane per l’invasione del granchio blu spinta dal caldo e dai cambiamenti climatici con gravissimi danni agli allevamenti di cozze e vongole e all’intero ecosistema, che mettono a rischio la sopravvivenza di tremila imprese nel delta del Po con la minaccia che si sta allargando pericolosamente ad altri territori. A lanciare l’allarme è la Coldiretti con il presidente Ettore Prandini che ha inviato una lettera al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare chiedendo un intervento urgente con misure di sostegno alle imprese colpite.

Il granchio blu o granchio reale blu è una specie aliena per il Mar Mediterraneo – sottolinea Coldiretti -, originaria delle coste Atlantiche dell’America, che raggiunge anche il chilo di peso e sta prendendo il sopravvento nei fondali della costa Adriatica, sterminando vongole veraci, cozze, uova, altri pesci e molluschi.

Il fenomeno sta assumendo le proporzioni di una vera e propria “calamità naturale” – denuncia Prandini nella missiva -, che minerà la sopravvivenza della principale economia ittica del Delta del Po e la conseguenza, se non fermato, sarà la chiusura di circa 3.000 imprese familiari e la scomparsa di vere e proprie eccellenze alimentari. Ma ormai la presenza del granchio si segnala su tutte le sponde dell’Adriatico, da Nord a Sud.

Il Ministero ha autorizzato in via eccezionale la pesca del granchio blu negli impianti di molluschicoltura nella Sacca di Goro e lo stesso ha fatto la Regione Emilia Romagna includendo anche la zona di Comacchio ma la possibilità va estesa a livello nazionale consentendo il prelievo del granchio e la sua commercializzazione per la tutela della biodiversità con la partecipazione diretta dei pescatori.

In seguito alla denuncia una delegazione di Coldiretti Impresapesca ha avuto un incontro al Masaf con il Sottosegretario La Pietra e i vertici del settore pesca del Ministero. L’amministrazione si è detta disposta a supportare gli operatori della pesca e attende ora di quantificare il danno alla produzione coinvolgendo il Distretto del Nord Adriatico e gli istituti scientifici deputati a fornire indirizzi sul futuro della pesca in presenza del granchio blu.

L’arrivo di questo crostaceo predatore è solo l’ultimo esempio di specie aliena che ha invaso le campagne e i mari italiani per effetto dei cambiamenti climatici con il surriscaldamento delle temperature – spiega Coldiretti –, causando oltre un miliardo di danni sul piano ambientale, paesaggistico ed economico. Basti pensare al batterio della Xylella che arrivato con essenze importate dall’America Latina ha devastato gli oliveti del Salento in Puglia oppure la Cimice asiatica che danneggia i frutteti italiani come la Drosophila suzukii il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che attacca ciliegie, mirtilli e uva, oppure il cinipide galligeno che ha fatto strage di castagni fino al punteruolo rosso che ha decimato le palme.

Ma oltre al clima sotto accusa è anche la globalizzazione dei commerci e il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni.

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