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Peste suina in Germania: Coldiretti chiede misure per tutelare gli allevamenti italiani

Dopo il pesante impatto del lockdown, il calo dei prezzi e la concorrenza sleale un’altra emergenza rischia di creare nuovi e seri problemi al settore suinicolo italiano: il focolaio di peste suina in Germania. Lo scorso 10 settembre è stata ritrovata nel Brandeburgo una carcassa di cinghiale in avanzato stato di decomposizione e le indagini hanno confermato la presenza del virus Psa.

La Coldiretti ha lanciato l’allarme sui rischi che una diffusione in altri Paesi potrebbe comportare sotto il profilo sanitario ed economico. Per l’Italia l’impatto potrebbe essere particolarmente devastante. La Germania – ha spiegato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini in una lettera inviata al ministro della Salute, Roberto Speranza, – rappresenta il luogo di transito e di sosta dei suini vivi provenienti da altri paesi, come Danimarca e Olanda.

Nel 2019 il 97% dei suinetti introdotti in Italia aveva provenienza da Danimarca, Olanda e Germania. Inoltre la Germania rappresenta da sempre il nostro principale Paese fornitore di cosce e carcasse suine destinate all’industria di lavorazione italiana pari al 34% del totale”.

Per questo la Coldiretti sollecita interventi a sostegno delle imprese suinicole italiane partendo dall’intensificazione dei controlli dei flussi di animali che entrano in Italia dalla germania o che transitano sul territorio tedesco.

Prandini ha richiesto interventi per “ garantire la rigida applicazione delle misure di biosicurezza nell’intera filiera suinicola, il controllo sulle procedure di sanificazione di tutti i mezzi di trasporto coinvolti e la risoluzione dei problemi di contenimento della presenza dei cinghiali che – ha sottolineato il presidente della Coldiretti – rappresentano la principale minaccia per la diffusione della peste suina.

La Coldiretti chiede dunque interventi per tutelare un settore economico rilevante per il Paese e che rappresenta un’eccellenza produttiva da difendere e valorizzare. In Europa e in numerosi altri Paesi è in corso una vasta epidemia di PSA, e il ruolo dei cinghiali è stato riconosciuto cruciale per la diffusione e il mantenimento del virus .

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