il Punto Coldiretti

Peste suina: ora recintare l’area infetta e assicurare risorse

L’esplosione dei costi delle materie prime per l’alimentazione e dell’energia e gli effetti dell’emergenza sanitaria per la comparsa in Piemonte e Liguria, nel gennaio 2022, del virus della peste suina africana (Psa) nella popolazione dei cinghiali, hanno determinato uno scenario particolarmente allarmante, che mette a rischio la prosecuzione dell’attività nei prossimi mesi di numerosi allevamenti causa di ingenti perdite economiche e gravi ripercussioni anche sul commercio internazionale.

E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione dell’audizione informale sugli effetti della diffusione della peste suina africana  della XIII commissione (agricoltura) della Camera dei Deputati
Nonostante il fatto che non siano stati riscontrati casi negli allevamenti, dal 12 gennaio scorso, sono giunti i primi stop alle esportazioni di carni suine e prodotti derivati made in Italy.

A bloccare precauzionalmente gli acquisti dall’Italia sono stati Cina, Giappone, Taiwan, Kuwait, Cuba e, in parte, il Brasile e Serbia con i quali sarà possibile continuare ad esportare carne e prodotti sottoposti a trattamenti termici o equivalenti. Per i Paesi Terzi che hanno riconosciuto la regionalizzazione come Usa, Canada o che, comunque, non hanno formalizzato alcuna sospensione, come la Corea del Sud, è possibile sottoscrivere certificazioni di Attestazione Sanitaria Integrativa (Asi) per gli allevamenti e Certificazioni export/pre-export di carni e prodotti indipendentemente dalla data di macellazione se, all’interno dello stabilimento, non siano presenti prodotti o materie prime provenienti da zone soggette a restrizione.

Attualmente, nella zona infetta sono individuati oltre cento Comuni e, alla data del 3 marzo 2022, risulta la presenza di 52 positivi nel selvatico: 29 per ritrovamenti in Piemonte e 23 per ritrovamenti in Liguria. Pertanto, per poter agire tempestivamente ed evitare di affrontare una stagione drammatica per un comparto strategico dell’economia e della cultura italiana come quello suinicolo, diviene essenziale dare completa disponibilità finanziaria, piena collaborazione di tutti Ministeri e adeguata dotazione di mezzi e personale al Commissario straordinario.

Per quest’ultimo aspetto, riteniamo opportuno valutare la possibilità di individuare un Vicecommissario nominato da Ministero delle politiche agricole per affrontare le tematiche più attinenti la fase agricola. Le misure previste dal Decreto Legge sono importanti, ma potranno essere efficaci solo se saranno attuate con la massima tempestività. In particolare, Coldiretti ritiene che l’individuazione di una soluzione per la delimitazione dell’area infetta sia prioritaria e che, vista la localizzazione dei ritrovamenti di carcasse infette non ci si possa limitare al rafforzamento delle barriere costituite dai due assi autostradali.

Purtroppo, l’orografia dell’area costituisce un significativo ostacolo alla realizzazione di una recinzione adeguata, ma nulla va lasciato di intentato per la realizzazione di questo intervento, che permetterebbe di procedere con una maggior efficacia e sicurezza da un punto di vista sanitario, anche al necessario depopolamento dei cinghiali presenti. Pertanto, si auspica siano assicurate le risorse finanziarie necessarie, anche per coinvolgere tutte le figure professionali che possano congiuntamente aiutare nell’azione di contenimento dei cinghiali e che siano adottate tutte le procedure di urgenza atte ad accelerare la realizzazione di una recinzione adeguata, nella zona individuata, entro le prossime settimane. In merito alla gestione e contenimento dei cinghiali, si apprezza che i Piani regionali siano adottati in conformità al documento tecnico del 21 aprile 2021 sulla «Gestione del cinghiale e peste suina africana Elementi essenziali per la redazione di un piano digestione» redatto dai Ministeri della salute, delle politiche agricole alimentari e forestali e della transizione ecologica.

Il documento fissa in modo inequivocabile gli obiettivi di contenimento della popolazione di cinghiale ed indica i criteri per raggiungerli. Si auspica che finalmente si possa affrontare con efficacia questo problema che non riguarda solamente la diffusione di patologie come la Psa nei suidi ma che interessa pesantemente l’intero settore agricolo ed anche le aree urbane. Per quanto riguarda la biosicurezza degli allevamenti va sottolineato secondo la Coldiretti che la misura più significativa per prevenire il contatto tra i cinghiali, potenziali vettori della malattia e i suini domestici, è sicuramente la recinzione degli allevamenti che richiede ingenti risorse pubbliche.

In questa drammatica fase congiunturale, riteniamo inoltre indispensabile modificare la legge 157 del 1992 per il contenimento dei cinghiali e della fauna selvatica poiché è mancata l’azione di prevenzione e contenimento dei suini selvatici, come Coldiretti ha ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali di fronte alla moltiplicazione dei cinghiali che invadono città e campagne da nord a sud dell’Italia con più di 2,3 milioni di esemplari.

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