il Punto Coldiretti

Pnrr: 2,5 miliardi in più per gli accordi di filiera e le misure agricole

L’aumento di fondi del Pnrr pari a 2,5 miliardi per gli accordi di filiera, la logistica e le misure agricole risponde alle richieste di Coldiretti ed è importante per sostenere l’intero settore agroalimentare nella produzione e nella sfida ai cambiamenti climatici. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’esprimere soddisfazione per le integrazioni portate dal Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto e dal Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida al Piano nazionale di ripresa e resilienza riprendendo proprio le proposte avanzate dall’Assemblea nazionale dell’organizzazione agricola. Ai due ministri e alla premier Giorgia Meloni vanno dunque i ringraziamenti della Coldiretti.

L’agroalimentare Made in Italy ha dimostrato concretamente la propria capacità di saper cogliere l’opportunità del Pnrr con richieste di investimenti superiori alla dotazione – sottolinea Prandini – e l’incremento dei fondi va nella direzione auspicata di aumentare la produzione in settori cardine, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura e “raffreddare” il carovita che pesa sulle tasche degli italiani. Un’occasione unica, che non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore

I prezzi di cibi e bevande sono balzati dell’11% a giugno con l’inflazione alimentare più alta da 40 anni che ha costretto i cittadini a spendere quasi 4 miliardi in più per mangiare a causa dei rincari, secondo l’analisi della Coldiretti, mentre volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9% nei primi cinque mesi nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio. Il risultato dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità.

La situazione di difficoltà si estende alle imprese agricole colpite dal maltempo e dal caldo che hanno decimato i raccolti e dai bassi prezzi che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori, a partire dal grano la coltivazione più diffusa nelle campagne, con i prezzi crollati del 40% rispetto allo scorso anno.

In tale ottica i contratti di filiera sono fondamentali per lo sviluppo di prodotti 100% italiani per dare opportunità di lavoro e far crescere l’agroalimentare Made in Italy, in un contesto di grande instabilità internazionale, anche rispetto all’aumento dei tassi da parte della Bce che rischia di frenare gli investimenti delle imprese.

Ma è importante anche l’aumento delle risorse per la logistica per ridurre il gap competitivo dell’Italia dove l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada ed è sempre più soggetto all’aumento dei prezzi di benzina e gasolio.

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