Pomodoro da industria: l’Italia supera la Cina, ma aumenta import semilavorati
La raccolta del pomodoro da industria in Italia è ormai quasi ultimata e le stime indicano una produzione equamente suddivisa tra nord e centro-sud, con 2,9 milioni di tonnellate per area di coltivazione, che porterebbero ad un totale tra 5,8 e 5,9 milioni di tonnellate. Una crescita di circa il 13% rispetto al 2020 che consentirebbe all’Italia di tornare il secondo produttore mondiale di pomodoro da industria, dopo gli Stati Uniti (circa 11,6 milioni di tonnellate di pomodoro) e davanti alla Cina (stimata a 4,8 milioni di tonnellate, in forte frenata rispetto ai 5,8 milioni del 2020). La crescita della produzione nazionale si accompagna però ad un dato relativo alle importazioni che vede, nei primi sei mesi del 2021 (gli ultimi dati disponibili dall’Istat), più che raddoppiare i quantitativi di semilavorati importati in Italia. Le importazioni sono passate dalle 61.462 tonnellate del 2020 (periodo gennaio-giugno), alle 132.959 tonnellate dello stesso periodo del 2021. In forte crescita gli arrivi di semilavorati dagli Stati Uniti (da 12.107 a 40.133 tonnellate) e dalla Cina (da 24.300 tonnellate a 62.500 tonnellate). Si tratta, complessivamente, di volumi importanti che, proiettati su 12 mesi e convertiti in equivalente pomodoro fresco, potrebbero oscillare tra il 20 ed il 25% della produzione raccolta nel 2021 in Italia. Con importazioni così elevate è necessario che siano aumentati i controlli a tutela dei consumatori e delle imprese agricole e di trasformazione ed evitare che ci siano distorsioni del mercato.
Import semilavorati di pomodoro (*gennaio-giugno)
Elaborazione Coldiretti su dati Coeweb/Istat |
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