Prandini: includere l’agroalimentare nei progetti del Recovery Fund
L’agroalimentare va incluso nei progetti strategici da realizzare con le risorse del Recovery Fund. E soprattutto bisogna spendere i 209 miliardi assegnati all’Italia per evitare di restituire i fondi a Bruxelles e consentire ad altri partner di investire utilizzando i soldi non utilizzati dal nostro Paese,come è già accaduto nel passato. E’ l’appello che il presidente Ettore Prandin ha lanciato nel suo intervento a Cibus Forum. Si tratta di finanziamenti importanti che devono coinvolgere anche l’agroalimentare. Per questo Prandini sta facendo pressing sul Governo per dribblare l’orientamento che serpeggia. Dal momento che c’è un budget ad hoc per l’agricoltura si punta a escludere l’agroalimentare dal fondo di 209 miliardi per riservarlo ad altri settori. Si tratta di risorse che invece potrebbe sostenere la filiera e il presidente di Coldiretti ha chiesto anche di togliere i limiti degli aiuti di Stato. “Chi ha progetti – ha aggiunto – deve presentarli in modo semplificato”. Per l’organizzazione agricola va colta l’occasione del Recovery Fund per superare il gap delle infrastrutture, dai trasporti alla logistica fino alle energie rinnovabili, che penalizza le produzioni agroalimentari nazionali. “Serve una maggiore pianificazione per il trasporto merci su rotaia e per le infrastrutture via mare” tenendo conto che l’Italia è al settimo/ottavo posto nell’Unione europea. Prandini ha detto che occorre superare le limitazioni della filiera coinvolgendo anche tutta la Grande distribuzione organizzata. E poi ancora, spazio all’internazionalizzazione, agli investimenti in nuovi mercati, ma senza trascurare quelli consolidati come gli Stati Uniti dove l’Italia è forte, ma restano alcuni stati ”dove ancora non ci siamo”. E infine il taglio del costo del lavoro:” bene le misure nel Mezzogiorno, ma le criticità ci sono anche al Nord, l’intervento non va fatto in zone geografiche, ma in tutto il paese”.
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