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Prandini: progetti strategici per il florovivaismo con il Recovery Fund

Il rilancio del florovivaismo made in Italy passa anche dal Recovery Fund. Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel suo intervento alla riunione della Consulta florovivaismo della Coldiretti, ha infatti affermato che il settore deve essere coinvolto nei piani strategici finanziati con i fondi Ue. Nuove prospettive si aprono con il progetto di nuove piantumazioni in particolare nelle aree metropolitane. Coldiretti sta infatti collaborando a una iniziative dell’Università la Sapienza di Roma. I numeri del piano sono rilevanti, ma ha spiegato Prandini – non è possibile garantire subito la fornitura di 50 milioni di piante. La proposta di Coldiretti è di verificare l’effettiva disponibilità per il 2021. E poi con accordi di filiera procedere per i due anni successivi aumentando la produzione. Per arrivare alla copertura del progetto in 5 anni.

Il presidente Coldiretti ha anche sottolineato che non esistono solo le aree metropolitane, ma si può investire anche nelle aree rurali per abbellire attività produttive agricole, per esempio quelle zootecniche. L’invito lanciato da Prandini è comunque di accelerare nella presentazione dei progetti legati al Recovery fund. Il presidente della Consulta, Mario Faro, da parte sua, ha ribadito che un aspetto importante è il fattore tempo, in un momento particolarmente critico. L’emergenza Covid 19 ha infatti provocato ingenti danni alle aziende con ripercussioni su tutto il tessuto economico diretto e dell’indotto, con rischi per la sopravvivenza stessa dell’impresa e dell’occupazione.

Un’altra misura ritenuta prioritaria dagli operatori è la riconferma del bonus verde (che scade il prossimo 31 dicembre) , aumentandone l’aliquota di detrazione e l’ammontare complessivo delle spese attualmente previste. Si tratta, tra l ’altro, di una norma di facile attuazione perché non richiede particolari formalismi. La filiera è fondamentale anche per il settore florovivaistico, come ha spiegato Nada Forbici, presidente di Assofloro, perché con i contratti di filiera o di coltivazione per l’impresa è possibile programmare investimenti e produzione.

Un altro elemento strategico è l’accesso al credito.

Il direttore generale dell’Ismea, Raffaele Borriello, ha ricordato come l’Istituto abbia investito sull’iniezione di liquidità e ha ricordato il grande successo della cambiale agraria (“un assegno circolare di 30mila euro a tasso zero”), uno strumento a cui hanno aderito molte imprese florovivaistiche e agrituristiche. Borriello ha anche evidenziato come il Fondo di garanzia gestito da Ismea pratichi condizioni particolarmente favorevoli prevedendo mutui allungati e tasso zero anche per la ristrutturazione del debito. Per le imprese agricole guidate dagli under 41 ha annunciato risorse disponibili fino al 2029 e ha ricordato l’estensione al Centro e Nord dei mutui agevolati e contributi a fondo perduto per sostenere gli investimenti. Una misura valutata positivamente da Prandini perché – ha detto -è importante offrire le stesse opportunità su tutto il territorio nazionale.

Il presidente della Consulta, Faro, ha sottolineato l’importanza per le imprese florovivaistiche di disporre di risorse finanziarie e ha anche evidenziare la necessità di rafforzare la comunicazione con il consumatore per convincerlo ad acquistare piante e fiori italiani, perché i prodotti made in Italy fanno bene all’ambiente, al territorio e all’economia.

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