il Punto Coldiretti

Primo pacchetto di interventi “salva-vino”, ma non basta a sostenere il settore

Prime misure di pronto intervento per il settore del vino, uno dei più colpiti dall’emergenza Covid 19. La Conferenza Stato-Regioni ha approvato alcuni slittamenti di scadenze per dare una boccata di ossigeno a produttori e cantine. Ma si tratta solo di alcune prime misure che rispondono alle richieste della Coldiretti. L’organizzazione agricole rivendica però interventi di più ampia portata per sostenere il settore vitivinicolo che è stato pesantemente colpito dal blocco del canale Horeca che rappresenta lo sbocco del 40% delle vendite in volume e del 60% in valore e dal rallentamento delle esportazioni. Prioritario per la Coldiretti è poi garantire liquidità alle imprese con finanziamenti coperti da mutui a lungo termine e a tasso zero con garanzie pubbliche. Una cura forte per aiutare il settore in questa fase di emergenza e prepararlo alla ripresa.

Per ora il decreto del ministero delle Politiche agricole, approvato dalle Regioni, prevede lo slittamento al 15 luglio delle domande di aiuto per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti relative alla campagna 2020/2021 e il rinvio al 15 gennaio 2021 della definizione della graduatoria di ammissibilità delle domande. E’ prevista una maggiore flessibilità per le imprese che non hanno realizzato l’intervento sull’intera superficie per aiuti richiesti per le campagne 2017/2018, 2018/2019, 2019/2020.

Per la campagna 2019/2020 le Regioni consentono di modificare la durata del progetti della misura investimenti da annuale a biennale e da biennale a triennale. E sono anche concesse modifiche, comprese quelle strategiche, agli interventi.
È stata confermata anche la proroga della data di scadenza fino al 30 maggio per la presentazione delle domande per autorizzazioni di nuovi impianti vitati.

Il pacchetto però non basta. E la Coldiretti ha messo a punto un piano con una gamma più ampia di interventi finalizzati a tamponare l’emergenza e mantenere in equilibrio il mercato, contribuendo a ridurre le giacenze e la produzione della prossima vendemmia. Tre in particolare le azioni proposte: distillazione, vendemmia verde e riduzione delle rese, tutte finalizzate a contenere le giacenze che al 31 luglio 2019 risultavano già elevati, pari a 48 milioni di ettolitri.

Con la distillazione volontaria si punta a liberare il mercato da circa 3 milioni di ettolitri di vini generici. Il produttore dovrebbe incassare 3 euro per grado ettolitro comprensivo dell’aiuto(1,5 euro) e del prezzo pagato dalle distillerie.
Con la vendemmia verde invece si dovrebbero eliminare 3 milioni di ettolitri di vini a denominazione, quelli di maggior valore assorbiti dal canale Horeca. L’intervento dovrebbe interessare 30mila ettari.

Il piano salva vigneti allarga anche la lista dei sostegni finanziati dall’Ocm. Si parte dalla richiesta di sblocco di tutti i pagamenti già rendicontati . Quindi si propone la proroga di un anno delle scadenze 2020 per gli investimenti e la ristrutturazione e riconversione dei vigneti. E ancora, cancellazione delle penalità per chi ha ottenuto l’approvazione dei progetti di ristrutturazione e riconversione, investimenti e promozione, ma non ha raggiunto il tetto minimo dell’80% delle attività rendicontate.

La Coldiretti ritiene poi indispensabile rendere più flessibile la gestione delle misure, consentendo, per esempio, per quanto riguarda la promozione lo spostamento del budget tra le diverse misure e tra un paese e l’altro. Gli aiuti dovrebbero essere concessi anche per operazioni sul mercato nazionale ed europeo. In pista anche la richiesta di aumentare l’importo del contributo oggi fissato al 50% delle spese sostenute. Sempre sul fronte della promozione si dovrebbe prevedere lo slittamento al 30 aprile 2021 del termine entro il quale effettuare gli interventi appena contrattualizzati. Richiesto anche più tempo per presentare le domande della campagna 2021.
E in ogni caso si avverte l’esigenza di una maggiore elasticità per tutte le misure Ocm.

Per la vendemmia verde sarebbe anche necessario un rifinanziamento del PNS che oggi vede un budget di soli 5 milioni di euro. La misura dovrebbe dare priorità nell’assegnazione degli aiuti ai vini Docg, Doc e Igt e a favore dei produttori che vinificano e imbottigliano vino con uve prodotte prevalentemente nelle loro aziende.

Sempre in tema di vendemmia verde ma sul fronte di Bruxelles è necessario portare a casa una modifica del principio comunitario al fine di consentire di finanziare non solo l’azzeramento delle produzione ma anche una riduzione selettiva di tipo quali-quantitativo come il diradamento. Per le autorizzazioni è necessario avere un prolungamento della durata (oggi 3 anni) al fine di consentire maggiore flessibilità alle aziende che devono realizzare impianti e reimpianti. Necessario di conseguenza prorogare la scadenza oltre il 31 dicembre 2020 per la conversione dei vecchi diritti in autorizzazioni. Anche per quanto riguarda l’allungamento dei termini sono inserite le domande per nuovi impianti (al 30 maggio), la conversione dei diritti di autorizzazione in portafoglio al reimpianto e la validità delle autorizzazioni per nuovi impianti e reimpianti.

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