il Punto Coldiretti

Proprietà industriale: le proposte Coldiretti al Mise per la riforma

Fino al 31 maggio è aperta la consultazione pubblica del ministero dello Sviluppo economico su “Linee di intervento strategiche sulla proprietà industriale per il triennio 2021/2023”. La riforma del sistema della proprietà industriale, infatti, ricorda una nota del Mise, è all’interno della Missione 1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). In linea con il Piano di azione sulla proprietà intellettuale della Commissione europea che prevede che ciascun Stato membro delinei la propria strategia.

Oltre alla definizione di una strategia nazionale, alla promozione della cultura dell’innovazione e al contributo per una politica capace di governare la rivoluzione digitale, tra i capisaldi del Piano c’è anche un’azione forte di contrasto alla contraffazione e alla pirateria. Il documento ricorda che (dati 2016) l’import di prodotti contraffatti hanno superato 12 miliardi di euro. L’italian sounding comporta una perdita di valore del nostro sistema produttivo, posti di lavoro tagliati e meno entrate fiscali.

Secondo il documento “un fenomeno globale di tale complessità e portata necessita una risposta che integri e coordini diverse competenze a livello nazionale e internazionale”.

Si tratta di una questione che da anni la Coldiretti denuncia e per questo ha condiviso con il Mise la necessità che il Piano nazionale sia maggiormente orientato a tutelare anche le indicazioni geografiche dei prodotti agroalimentari in quanto parti integranti della proprietà intellettuale.

La Coldiretti ha sollecitato dunque strumenti più efficaci per prevenire le controversie dovute alla coesistenza dei marchi con le indicazioni geografiche già registrate, avviando un percorso di collaborazione tra gli uffici dell’Uibm e quelli del Mipaaf al fine di verificare, prima della registrazione del marchio, l’assenza di eventuali rischi di evocazione della denominazione di origine registrata.

Per Coldiretti, inoltre, occorre prevedere misure idonee a valorizzare l’origine territoriale rispetto all’origine doganale dei prodotti industriali riconoscendo rilevanza alla disciplina sulle false e fallaci indicazioni di provenienza per i rischi connessi alla diffusione di fenomeni distorsivi della concorrenza a danno dei consumatori.

Interventi finalizzati alla migliore valorizzazione del Made in Italy.

Il Piano sottolinea il ruolo centrale del ministero grazie all’azione svolta dal Consiglio Nazionale per la Lotta alla Contraffazione e all’Italian Sounding e alla consolidata partnership con la Guardia di Finanza. All’azione di prevenzione e contrasto si aggiunge anche l’impegno finalizzato alla divulgazione di conoscenza e alla corretta informazione ritenute fondamentali “per innalzare il livello di consapevolezza e, dunque, di conseguente risposta di un Paese al mercato del falso”. Centrali anche monitoraggio e ricerca su scala nazionale ed internazionale del fenomeno della contraffazione. Con l’obiettivo di “rendere l’apparato normativo più efficace e in grado di rispondere alle sfide poste dalla diffusione delle violazioni anche online”. Priorità infine alla sensibilizzare dell’opinione pubblica, in particolare i giovani, sui danni della contraffazione per aiutare a comprendere che “la contraffazione e la pirateria non sono un crimine senza vittime”.

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