il Punto Coldiretti

Pastori, continua la trattativa per un giusto prezzo

La settimana calda del latte, alla vigilia delle elezioni regionali in Sardegna, si è conclusa il 21 febbraio con un vertice al Mipaaft che ha evitato la rottura nella difficile trattativa tra pastori e industriali e ha rinviato a un nuovo incontro, questa volta in Sardegna, per un negoziato tecnico. Nonostante gli industriali abbiano disertato il tavolo il negoziato continua grazie al forte senso di responsabilità dei pastori e della Coldiretti.

Il presidente Ettore Prandini ha sottolineato le criticità della trattativa, ma ha considerato un primo piccolo passo l’apertura di un tavolo tecnico sull’indicizzazione per fissare un prezzo equo del latte ovino. Una linea che anni fa era stata adottata per il latte bovino nel periodo della grave crisi che aveva portato ai minimi il prezzo.

Coldiretti ha anche apprezzato la disponibilità della grande distribuzione, che si è impegnata a riconoscere un prezzo al pecorino venduto dagli industriali che consente di riconoscere ai pastori un euro per il latte conferito E’ emersa nell’incontro al Mipaaft anche la volontà di riformare il Consorzio (alla vigilia dell’incontro il presidente si è dimesso) responsabile di gravi carenze, mentre un atto concreto è la nomina del prefetto di Sassari, Giuseppe Marani, commissario della filiera del latte ovino.

Un pacchetto di interventi sollecitato proprio dalla Coldiretti che tra l’altro chiede una clausola di salvaguardia per consentire di trasferire effettivamente ai pastori i benefici dello stanziamento di 50 milioni di Governo e Regione. Le ingenti risorse sono state infatti finalizzate a consentire la vendita a un prezzo garantito dei surplus del pecorino romano giacenti nei magazzini degli industriali.
La situazione tra le parti resta tesissima, ma la Coldiretti continua a lavorare, con forte senso di responsabilità, per raggiungere un acconto sul latte che copra almeno i costi dell’alimentazione. Per questo i pastori hanno respinto l’ultima proposta degli industriali ferma a 72 centesimi al litro. La richiesta è di partire da circa 80 centesimi per arrivare però a 1 euro più Iva.

“Abbiamo la responsabilità di continuare a lavorare – ha dichiarato Prandini – per chiudere la trattativa in modo giusto e restituire serenità ai pastori e alle loro famiglie nonostante le evidenti criticità”. E comunque la linea della Coldiretti è chiara : “non arrendersi”.

Intanto il 14 febbraio l’Authority garante della Concorrenza e del Mercato ha aperto una istruttoria, che si concluderà entro 120 giorni, sui prezzi del latte sardo finalizzata a verificare se il Consorzio e le 32 imprese di trasformazione abbiano imposto un prezzo al di sotto dei costi di produzione in violazione della legge italiana sulle pratiche sleali nella filiera.

Insomma una partita complessa e molto difficile ancora tutta da giocare, mentre resta la drammaticità di una situazione di grave squilibrio economico che ha portato i produttori di latte ovino sardi alla esasperazione. Il bilancio della guerra del latte stimato dalla Coldiretti è di circa tre milioni di litri di latte, in parte versati in strada ma anche utilizzati per l’alimentazione degli animali o lavorati per produrre forme di pecorino da distribuire in beneficienza.

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