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Psr 2014-2020: ecco lo stato di avanzamento della spesa, rischio disimpegno Puglia

I dati sullo stato di attuazione dei Psr evidenziano un quadro caratterizzato dal raggiungimento degli obiettivi di spesa (per la regola n+3) per quasi tutte le regioni ad eccezione della Puglia, con un livello di avanzamento che si attesta complessivamente sul 57,91%. Al 31 dicembre 2020 sono stati erogati 12,11 miliardi di euro sul totale dei 20,9 miliardi allocati per le politiche di Sviluppo rurale 2014-2020 (dati non definitivi).

Di questi, la quota comunitaria Feasr spesa è pari a 5,95 miliardi di euro rispetto al valore complessivo di 10,44 miliardi di euro. Dall’analisi dello stato per singola regione emerge un quadro diversificato sintetizzato di seguito. Tra le Regioni e Province autonome più avanti nel livello di spesa Psr 2014-2020 si rilevano in ordine: la Provincia autonoma di Bolzano con il 78,31%; a cui segue la Regione Veneto 69,49%; la Valle d’Aosta 67,36%; Molise 66,82%; Emilia-Romagna 66,72%; Calabria 65,26%; Sardegna 64,74%; Provincia autonoma di Trento 63,84%; Piemonte 60,34% e Lombardia 56,53%.

A seguire il Friuli Venezia Giulia 57,36%; il Lazio 57,32%; l’Umbria 56,46%; la Campania 55,89%; la Sicilia 54,80%; Toscana 54,75%; Liguria 53,91% e Basilicata 52,51%. Chiudono la classifica per livello di spesa Psr 2014-2020 la Regione Abruzzo 47,27%; le Marche 41,79% e la Puglia 41,74%. In quest’ultima regione sono infatti a rischio disimpegno 158,07 milioni di euro di cui 95,63 milioni di quota Feasr.

Tale ritardo è legato anche ad una serie di contenziosi al Tar sulle graduatorie di alcuni bandi (ad esempio per le Misure a investimento o la Misura giovani) che hanno generato rallentamenti di spesa che si sono aggiunti alle criticità generate dal Covid-19. Tuttavia, è importante ricordare anche le difficoltà riscontrate sui Bandi relativi l’approccio Leader e la gestione dei Gruppi di azione locale (Gal).

Salvo eventuali proroghe che potranno essere concesse dalla Commissione Europea, tali risorse rischiano di essere restituite a Bruxelles. La Puglia chiederà, pertanto, una proroga alla Commissione per il secondo anno, in base a quanto previsto dalla normativa comunitaria.

 

 

 

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