il Punto Coldiretti

Moncalvo: “Nei Psr più spazio ai giovani”

Gli ultimi dati divulgati dall’Eurostat assegnano all’Italia il triste secondo posto in Europa, dopo la Spagna, per tasso di disoccupazione giovanile. Una percentuale record del 32,5% che fotografa non solo una preoccupante situazione di disagio sociale ma anche la mancanza di una prospettiva di sviluppo per il futuro, che non può prescindere dal necessario ricambio generazionale. In un Paese vecchio come l’Italia il mancato inserimento dei giovani nel mondo del lavoro è infatti una perdita di risorse insopportabile se si vuole tornare a crescere. In questo quadro non certo lusinghiero una flebile luce arriva proprio dal settore agricolo dove si registra un aumento del 6% nel 2017 nel numero di imprese condotte da under 35.

Una tendenza positiva, confermata dai circa trentamila giovani che hanno presentato fino ad ora domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dell’Unione Europea nel 2016/17. Si tratta di una richiesta superiore alle migliori aspettative che conferma l’interesse delle nuove generazioni per l’agricoltura. Un interesse forte che emerge in modo particolare nelle regioni del Sud Italia, con il 61% delle domande presentate che possono rappresentare un’opportunità per molti giovani del territorio e per lo sviluppo di queste aree.

Purtroppo di questo esercito di “aspiranti” agricoltori solo una parte può oggi sperare di accedere ai finanziamenti. Sul totale delle domande presentate, solo il 37% risultano al momento ammesse a finanziamento. Se consideriamo inoltre la quota di domande che sono riuscite ad ottenere il pagamento, la percentuale si abbassa ulteriormente al 27,5% del totale, evidenziando la necessità di incidere su una semplificazione delle procedure ed una velocizzazione delle istruttorie di pagamento agli agricoltori.  Il problema è che molti giovani rischiano di essere esclusi non perché mancano complessivamente fondi per le politiche strutturali ma perché sono state fatte differenti scelte di programmazione. I Piani di sviluppo rurale non sono però le “tavole della legge” e nessun tecnicismo deve frenare il coraggio e l’energia di migliaia di giovani che hanno scelto di investire in agricoltura e che sono una risorsa strategica per il settore e per l’intero Paese. In Puglia Coldiretti, con forza, ha chiesto e ottenuto una necessaria rimodulazione delle risorse ma questa opportunità dovrebbe essere colta anche nelle altre Regioni dove non si riesce a finanziare le domande in graduatoria.

Un percorso che deve essere accompagnato da una decisa svolta verso la semplificazione con la sussidiarietà tra pubblico e privato. Resta infatti la burocrazia il fattore che frena di più l’attività d’impresa, con la necessità di completare quell’opera di semplificazione avviata con alcuni importanti atti legislativi sotto il pressing della Coldiretti. Ma per dare sostenibilità economica alle nuove imprese occorre lavorare sulla competitività del sistema Italia a partire dalla difesa della distintività delle produzioni nazionali nei confronti delle importazioni da paesi che non rispettano gli stessi standard sul piano ambientale, di tutela del lavoro e della salute. Una concorrenza sleale provocata dalla mancanza di trasparenza sulla reale origine delle produzioni contro la quale occorre battersi in Italia e soprattutto in Europa dove occorre garantire una forte presenza nazionale.

Roberto Moncalvo

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