Scandalo lobbistico a Bruxelles: l’Ue pagava segretamente i club ambientalisti per promuovere i piani verdi di Timmermans
(Dal quotidiano olandese “De Telegraaf” del 22 gennaio 2025 ) Per anni, la Commissione europea ha sovvenzionato club ambientalisti con il compito di fare lobbying in favore dei piani verdi dell’ex commissario europeo Frans Timmermans. Questo secondo i contratti segreti che De Telegraaf ha potuto visionare. Alle organizzazioni sono stati assegnati persino degli obiettivi per ottenere risultati concreti di lobbying su eurodeputati e Stati membri. Tutto era finalizzato a una politica europea verde ancora piu’ ambiziosa. Oggi e’ in corso un dibattito sullo scandalo delle lobby al Parlamento europeo. L’eurodeputato dell’NSC Dirk Gotink chiede che vengano rivelati i risultati. “Voglio sapere se questo si ripercuote anche su altri temi, come la migrazione”, ha dichiarato. L’eurocommissario polacco Piotr Serafin (Bilancio), appena nominato, ritiene inaccettabili i contratti di lobbying e vuole porre fine a tali pratiche nei confronti dei colegislatori. “E’ inopportuno stipulare accordi che obblighino le Ong a fare pressioni sugli eurodeputati”, ha dichiarato il politico di centro-destra al De Telegraaf. “Purtroppo, tali pratiche si sono verificate in passato e devono essere sradicate. Sono gia’ state prese misure per affrontare il problema e posso assicurare a tutti che non si ripeteranno”. Bruxelles ha utilizzato per le lobby ombra il denaro proveniente da un fondo di un miliardo di dollari destinato ai sussidi per il clima e l’ambiente. Anche i club ambientalisti hanno dovuto rispondere. Per esempio, l’European Environmental Bureau, l’organizzazione europea che riunisce le organizzazioni ecologiste e i cui membri olandesi includono Milieudefensie e Natuurmonumenten, e’ stato esplicitamente incaricato di fornire almeno 16 esempi in cui l’Europarlamento ha reso piu’ apprezzabili i testi legislativi ecologici grazie alla loro attivita’ di lobbying. Anche la controversa legge sul ripristino della natura dell’ex eurocommissario Timmermans doveva essere “promossa” dall’ombrello di 185 club ambientalisti. Inoltre, il contratto, a cui De Telegraaf ha avuto accesso, mostra come 700.000 euro di sovvenzioni dovevano essere utilizzate per orientare il dibattito sull’agricoltura in una direzione verde, ad esempio. Da tempo ci sono segnali che indicano che Bruxelles sta cercando di far passare i propri piani verdi attraverso altre associazioni. Nel giugno 2023, ad esempio, De Telegraaf ha scritto di come le aziende abbiano ricevuto consigli su come manipolare i politici dubbiosi del Parlamento europeo affinche’ votassero a favore della legge sul ripristino della natura attraverso la piattaforma UE Business & Biodiversity. Soprattutto nei Paesi Bassi, c’e’ stata molta resistenza a questa legge. Esistevano persino liste di lobby con nomi di politici da contattare”, afferma l’europarlamentare dell’NSC Dirk Gotink. In qualita’ di membro della Commissione per il controllo dei bilanci, lui e alcuni colleghi stanno ora indagando sui contratti di sovvenzione stipulati con i movimenti verdi negli ultimi cinque anni. “Non si tratta di una campagna diffamatoria contro il movimento ambientalista. E’ ovvio che possono fare lobby. Sto puntando le mie frecce contro la Commissione europea. Questa sembra essere una collusione altamente orchestrata tra la coalizione verde guidata da Timmermans e la maggioranza di sinistra dell’Europarlamento”. Il fatto che gli eurodeputati vogliano scavare in documenti segreti non e’ passato inosservato. Lo scorso autunno, la Commissione europea appena nominata ha improvvisamente inviato un segnale al movimento ambientalista: niente piu’ lobbying con i fondi delle sovvenzioni alle istituzioni dell’UE. Mercoledi’ si terra’ un dibattito sulla questione al Parlamento europeo. Gotink: “Vorrei sapere se questo fenomeno si ripropone anche su altri temi, come la migrazione. Bruxelles e’ la capitale europea delle lobby: si tratta di una mela marcia o di una pratica diffusa?” Ritiene inoltre che sarebbe opportuno mettere in atto delle regole per impedire alla Commissione europea di svolgere nuovamente questo tipo di pratiche con il denaro dei contribuenti. L’Ufficio europeo dell’ambiente ha risposto alle critiche e agli sviluppi in una lettera aperta. “Una democrazia fiorente richiede risorse che consentano alla voce dei cittadini di raggiungere i decisori”, scrive il segretario generale Patrick ten Brink. “A differenza degli attori ricchi di risorse, come i governi stranieri e le multinazionali, i cittadini europei e le loro organizzazioni della societa’ civile spesso non dispongono di risorse. E’ necessario il sostegno dell’UE per garantire un campo di gioco piu’ equo”. I movimenti ambientalisti temono di perdere le sovvenzioni fisse, per un totale di 15,5 milioni di euro all’anno, e sottolineano che vogliono invece aiutare la Commissione europea. “Riteniamo che il nostro coinvolgimento abbia contribuito a rafforzare la reputazione dell’UE come leader mondiale nella necessaria transizione globale verso un futuro senza inquinamento e senza carbonio”. L’eurocommissario polacco Piotr Serafin (Bilancio), appena nominato, ritiene inaccettabili i contratti di lobbying e vuole porre fine a tali pratiche nei confronti dei colegislatori. “E’ inopportuno stipulare accordi che obblighino le ONG a fare pressioni sugli eurodeputati”, ha dichiarato il politico di centro-destra al De Telegraaf. “Purtroppo, tali pratiche si sono verificate in passato e devono essere sradicate. Sono gia’ state prese misure per affrontare il problema e posso assicurare a tutti che non si ripeteranno”. Serafin informa che le Ong non devono temere di non poter piu’ partecipare al dibattito pubblico. “Quando si prendono decisioni su questioni ambientali, e’ essenziale prendere in considerazione il contributo sia delle organizzazioni che rappresentano gli interessi delle imprese sia di quelle che sostengono le preoccupazioni ambientali”. Il leader del PvdA/GL Frans Timmermans e’ stato responsabile del Green Deal come ex vicepresidente della Commissione europea. Egli afferma al De Telegraaf di non essere mai stato coinvolto nella stipula dei contratti di sovvenzione. “Non ho mai chiesto loro di fare il mio lavoro al posto mio”, ha detto Timmermans. Non pensa nemmeno che i movimenti ambientalisti abbiano bisogno di un mandato per fare pressione sulla legislazione in cui credono. Sostiene le richieste di trasparenza: “L’apertura totale e’ il modo migliore per vedere cosa c’e’ di vero”. |
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