Scattata la raccolta del pomodoro, produzione in aumento ma è incognita clima
È iniziata la raccolta del pomodoro Made in Italy con le prime stime che danno la produzione in leggero aumento (+5%) rispetto allo scorso anno anche se pesano le incognite legate al clima, a partire dalla siccità al Sud. A dare le previsioni della campagna della “pummarola” è la Coldiretti, con le operazioni che stanno entrando nel vivo nelle principali regioni produttrici, dalla Lombardia all’Emilia Romagna, dalla Campania alla Puglia. Secondo l’analisi di Coldiretti su stime del Wptc (World processing tomato council) si prevede un raccolto in Italia pari a 5,6 milioni di tonnellate, ma tutto dipende dall’andamento climatico dei prossimi mesi, considerate le sempre più ricorrenti anomali climatiche, tra caldo record e violenti rovesci. E intanto si registra un aumento dei costi di produzione che sta mettendo in difficoltà molte aziende. Il pomodoro italiano non è solo un simbolo della dieta mediterranea e della cucina tradizionale candidata all’Unesco, ma anche un pilastro dell’agroalimentare nazionale. Secondo l’analisi di Coldiretti, il comparto ha generato 5 miliardi di euro di fatturato lo scorso anno. La filiera coinvolge circa 7.000 aziende agricole, oltre 100 imprese di trasformazione e 10.000 addetti, distribuiti su circa 70.000 ettari coltivati. In Lombardia – precisa la Coldiretti – ci si attende una stagione migliore rispetto a quella dello scorso anno, quando nubifragi e trombe d’aria avevano compromesso le rese finali. Sull’aumento del 15% delle superfici coltivate resta però da valutare l’impatto del caldo estremo portato dall’anticiclone Pluto nella parte finale del mese di giugno: le alte temperature prolungate, infatti, in alcune aree potrebbero aver influito negativamente sulla fase di allegagione delle varietà di pomodoro più tardive, con conseguente riduzione dei frutti maturati. In Emilia Romagna i terreni, resi pesanti e compatti dalle abbondanti piogge dell’ultima annata, hanno ostacolato lo sviluppo delle radici nella fase iniziale della coltivazione. A questo si è aggiunto il caldo intenso e improvviso della seconda metà di giugno che, oltre a rallentare la fioritura, ha richiesto maggiori interventi irrigui e di difesa con conseguenti incrementi dei costi di produzione. Annata positiva per il pomodoro della regione Campania. Tutte le tipologie di coltivazione offrono segnali positivi. Sia fra i grandi coltivatori – spiega Coldiretti – che nelle produzioni Dop come il San Marzano e il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio la resa è migliorata grazie al gran caldo, che in molti casi ha fatto anticipare il raccolto, ed alla disponibilità di risorse idriche che ha favorito il lavoro. La situazione peggiore si registra in Puglia, in particolare nella provincia di Foggia, dove si coltiva circa un quinto dell’intera produzione nazionale. A causa della siccità e della mancanza di acqua per irrigare, le superfici si sono ridotte del 20%, secondo l’analisi di Coldiretti e minacciando di restringersi uleriormente. Molte imprese sono state costrette ad abbandonare interi ettari di campi, per concentrare le scarsissime risorse idriche su parte della produzione ed evitare così di perdere tutto il raccolto. In tutto ciò si inserisce il fenomeno dell’import di derivati del pomodoro dalla Cina che interessa ormai tutta l’Europa. Secondo Coldiretti la crescita della produzione di pomodoro da industria di Pechino con consumi interni che rimangono molto bassi (attorno ad 1kg pro-capite all’anno) pesa come un macigno sui mercati internazionali. Per tutelare le imprese agricole italiane già colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici occorre garantire una piena valorizzazione del prodotto nazionale attraverso le leve della distintività, del legame con il territorio, della qualità. Ciò sarà possibile solo attraverso un sistema di etichettatura di origine obbligatorio a livello Ue e la garanzia del principio di reciprocità delle regole sanitarie e sociali, a tutela di imprese e consumatori. Una battaglia che Coldiretti sta portando avanti attraverso una proposta di legge di iniziativa popolare lanciata lo scorso anno al Brennero. E’ possibile sottoscrivere la proposta di legge in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e in tutte le sedi territoriali di Coldiretti, ma anche sul web. Basta collegarsi al sito https://eci.ec.europa.eu/049/public/#/screen/home e selezionare il proprio Paese di cittadinanza nel menu a tendina in giallo a sinistra. Si potrà quindi scegliere se compilare il modulo inserendo i propri dati con numero della carta d’identità o del passaporto oppure accedere direttamente con lo spid. |
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