il Punto Coldiretti

Serve un piano nazionale contro la malattia di Aujeszky dei suini

Un unico protocollo per i piani di eradicazione della  malattia di Aujeszky comunemente conosciuta come “pseudorabbia” che colpisce prevalentemente i suini. E’ la richiesta rivolta dalla Coldiretti al ministero della Salute affinché, con la collaborazione degli assessorati regionali, assuma l’iniziativa per uniformare i piani regionali già approvati ed estenda l’attività anche alle altre regioni italiane, in modo tale da eradicare quanto prima la malattia, rimuovere ogni barriera sanitaria alla movimentazione e commercializzazione di suini tra gli allevamenti del territorio nazionale ed eliminare le garanzie sanitarie aggiuntive per la movimentazione dei suini riproduttori e quelli destinati all’ingrasso.

La malattia di Aujeszky,  che costituisce un handicap per le esportazioni di capi vivi e di alcuni prodotti della macellazione,  è interessata, ricorda Coldiretti, da un programma di controllo avviato dal 1997 che prevede  la vaccinazione obbligatoria e una specifica sorveglianza sanitaria.  Negli ultimi anni le autorità sanitarie delle regioni più importanti per la suinicoltura hanno rafforzato gli interventi per rendere più efficaci i controlli attraverso il coinvolgimento degli allevatori e i risultati delle azioni sono stati soddisfacenti.

In particolare, a partire dal 2017,  sono stati approvati dalla Commissione Ue piani di eradicazione delle regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Si tratta, afferma Coldiretti, di una positiva evoluzione frutto della collaborazione tra autorità sanitarie regionali e allevatori che però hanno il limite del carattere regionale. I singoli piani regionali, infatti, sono disomogenei e dunque sono necessarie garanzie aggiuntive per le movimentazioni interregionali di suini vivi anche tra le regioni che hanno varato i piani. Garanzie sanitarie aggiuntive sono richieste anche per le movimentazioni di suini da allevamenti indenni. Tali misure costituiscono un onere organizzativo ulteriore per gli allevatori  e possono anche ostacolare tutti gli spostamenti tenendo conto che molte imprese allevano i suini in più siti, ubicati in diverse regioni. C’è inoltre il rischio che aumentino le importazioni dai paesi del Centro Nord d’Europa che sono già indenni dalla malattia.

 

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