il Punto Coldiretti

Signore di campagna, ecco le storie

Articolo di Paolo Falcioni pubblicato sul settimanale economico Moneta del 7 giugno allegato a Il Tempo, Libero e Il Giornale

Una rivoluzione rosa sta cambiando il volto delle campagne italiane dove un esercito di quasi 200mila imprenditrici agricole guadagna terreno con idee creative in grado di conquistare nuovi mercati. Un risultato frutto della grande capacità di coniugare gli obiettivi economici con una spiccata sensibilità per l’ambiente, l’impegno sociale, la qualità della vita, e la difesa della biodiversità. Sono state infatti proprio le donne a sfruttare di più le opportunità offerte dalla Legge di Orientamento (la legge 228 del 2001) che ha allargato i confini dell’attività agricola, dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

 Una spinta all’innovazione nel settore che viene sempre più spesso dalle esperienze maturate in altre realtà lavorative anche perché, rispetto al passato, uno dei tratti distintivi della presenza femminile oggi in agricoltura è proprio quello di scegliere la campagna per convinzione e non per successione. Contadine di nuova generazione spinte dalla volontà di un cambio di vita in sintonia con i ritmi della natura dove si intravedono però anche concrete opportunità imprenditoriali. Dall’identikit elaborato da Donne Coldiretti tra le proprie associate emerge che la presenza è diffusa lungo tutta la Penisola, con Sicilia, Puglia e Campania da primato per numero di aziende agricole al femminile.

Quasi una su quattro ha una laurea, spesso in settori non legati all’agricoltura, e ben il 50% associa al lavoro tradizionale di coltivazione o allevamento altre attività come agriturismo, agriasili, fattorie didattiche, agricosmesi o la moda con una particolare attenzione al sociale, come l’inserimento in azienda di persone con vissuti difficili e donne vittime di violenza ma anche il supporto all’infanzia o agli anziani. A confermare un rinnovato interesse femminile per la campagna e la crescente capacità attrattiva dell’agricoltura come settore ricco di opportunità professionali è anche la presenza giovanile con oltre 12 mila aziende guidate da donne under 35.

LA PASTORA 5.0 – MARIAFRANCESCA SERRA

Un ritorno alla terra d’origine è quello di Mariafrancesca Serra responsabile nazionale Donne Coldiretti che dopo la laurea in Ingegneria Edile-Architettura, un Master in costruzioni eco-sostenibili a Vienna ed una intensa esperienza in Giappone decide di prendere in mano l’azienda paterna e porsi alla guida di un allevamento di pecore e di bovini a Usellus, nel cuore dell’Alta Marmilla (Oristano). Una scelta controcorrente dettata dall’amore per la sua terra e dal rispetto per il lavoro del padre che, malato, si era deciso a vendere l’azienda perché voleva per lei un futuro diverso. Invece oggi lei con grande soddisfazione vende latte, assiste ai parti, coltiva il foraggio per far mangiare gli animali e segue la transumanza, utilizzando però le più moderne tecnologie. Una pastora 5.0 nel rigoroso rispetto del benessere animale e la valorizzazione delle risorse naturali e rinnovabili con l’obiettivo di  un allevamento sempre più hi-tech.  Innovazione è la parola chiave della sua attività, basata anche sui principi della sostenibilità. Un impegno che riesce a conciliare con l’incarico di leader nazionale delle Donne Coldiretti che la porta spesso a confrontarsi con le altre imprenditrici in Italia e nel mondo, dalle quali raccogliere nuove idee. “Il mio – dice Mariafrancesca – è un lavoro, tradizionalmente considerato maschile, ma che oggi fa parte della nuova sfida sociale, per le tante donne che come me amano abbattere barriere e pregiudizi. Nella mia azienda ho puntato sulla tecnologia avanzata che mi consente di gestire il gregge d pecore e la mandria di bovini anche da lontano. Gli animali sono tutti registrati su una app con un codice che permette di avere tutte le informazioni su come stanno e dove si trovano per poter intervenire in caso di bisogno”. Con l’app viene fatta anche l’ecografica per gestire al meglio l’alimentazione durante la gravidanza. E sapere quanti parti sono previsti e quanti agnellini o vitelli nasceranno. Un esempio di agricoltura “smart” che vede sempre più spesso protagoniste le donne che nel 2024 è arrivata ad interessare il 9,5% della superficie italiana e si concentra soprattutto sui software e sugli strumenti di supporto alle decisioni e di efficientamento dei fattori della produzione, secondo l`Osservatorio Smart Agrifood sull`innovazione tecnologica.

RELAX PER CORPO E MENTE IN FATTORIA – ANTONIA CERIANI

Maria Antonia Ceriani, sposata e madre di quattro figli, 43 anni con un diploma al liceo psico-pedagogico ha lavorato nelle scuole dell’infanzia, per 13 anni si è occupata di marketing in un’azienda commerciale per poi decidere di riprendere in mano la gestione dell’azienda agricola di famiglia a Truccazzano, in provincia di Milano. Sul piano produttivo la sua Cascina Claudina è un esempio vincente di tutela della biodiversità locale e di multifunzionalità, dal campo alla tavola. Gli oltre 30 ettari di terreni agricoli ospitano una grande ricchezza di coltivazioni tipiche della zona (orzo, mais, soia, farro, segale, grano duro, foraggi, grano saraceno e di varietà antiche).  I cereali vengono lavorati nel mulino a pietra aziendale e trasformati in farine e prodotti da forno unici che vengono venduti direttamente in azienda, nei mercati contadini e negli eventi targati Campagna Amica. A completare l’offerta è l’agriturismo con la possibilità di alloggio che si rivolge ai giovani, alle famiglie e ai manager che amano la campagna. Produrre, trasformare, vendere direttamente ma anche creare nuove opportunità imprenditoriali. Accanto all’attività più tradizionale è nata infatti la fattoria sociale concepita come un luogo aperto in cui offrire uno spazio di confronto alle donne che hanno bisogno di sostegno. Maria Antonia ci tiene a precisare che non si tratta di una struttura dove si forniscono servizi medici o di psicoterapia. “Non chiedo diagnosi – spiega – qui tutto è libero e ognuno porta il suo vissuto”. Il format prevede la presenza di una psicologa, si legge un racconto ma c’è anche una fase interattiva in cui ciascuna dice quello che la lettura le ha comunicato. Contemporaneamente si lavora a maglia, una antica tradizione contadina che oggi – dice Maria Antonia – è stata rivalutata. E’ preziosa per distogliere l’attenzione dai problemi e offrire così un aiuto al rilassamento. Anche in questo modo si gestiscono le fragilità.

BIODIVERSITA’ E COSMETICA LE SCELTE DI MARINA D’AMBRA

In una piccola isola, Ischia, ha scelto di investire Marina D’Ambra imprenditrice giovane ed eclettica che dopo aver intrapreso un percorso universitario in Economia e Commercio ha deciso con la sorella di prendere in mano l’impresa di famiglia attiva dal 1888. Ha resistito alle sirene di professioni extra agricole e lontane da Ischia. E così ha rilanciato la produzione dei vini autoctoni (l’uva biancolella conosciuta già dai tempi della colonizzazione greca) mentre una piccola parte è destinata ai più noti Falanghina e Aglianico. Ha acquistato terreni abbandonati in zona con l’obiettivo di  allargare gli spazi per i turisti perché – spiega Marina- la nostra splendida isola non è solo mare, ma anche entroterra che può offrire esperienze che ben si sposano con quelle del turismo marino e culturale. Storia, tradizione, cultura si fondono con l’innovazione e l’impronta manageriale data dall’imprenditrice di Coldiretti. Con orgoglio parla della necropoli vicino alla fattoria in cui è stata ritrovata un’anfora che analizzata dall’Università Federico II è risultata contenere vino da uva biancolella che dunque già nell’ottavo secolo allietava le tavole isolane. Ma il futuro dell’azienda è legato anche alla scelta della multifunzionalità  nel segno della sostenibilità e modernità. Oggi l’agricoltura in tutte le sue declinazioni è produzione e anche esperienza e cosa c’è di più esperienziale del vino? All’ offerta di degustazioni guidate ha pero’ affiancato a una nuova idea: la cosmesi legata al vino. A Ischia ci si può ritemprare con massaggi con creme realizzate dalle vinacce ricchissime di polifenoli. Una scelta che rappresenta anche il top della sostenibilità, perché in azienda non si butta nulla: una parte delle vinacce serve come concimante, un’altra parte diventa grappa e la terza va in Spa frequentata soprattutto da turisti. L’acquisto di una nuova azienda con un palazzo storico ha consentito di impiantare una vera beauty farm enologica.  I cosmetici  vengono acquistati soprattutto dai visitatori che hanno vissuto l’esperienza della Spa e che diventano i migliori promoter del prodotto venduto anche on line.

ALTA QUALITA’ E NUOVI MERCATI – MONICA SOLARINO

Arance in tutto il mondo dalla Sicilia. In provincia di Siracusa c’è Monica Solarino, imprenditrice agricola di Coldiretti che punta sulla competitività e produce arance e frutta bio, ma anche prodotti trasformati e olio extra vergine di oliva di altissima qualità. Le sue arance per il 98% sono indirizzate ai mercati del Nord Europa, ma si è aperto anche uno spazio negli Emirati Arabi. Il rapporto con i clienti dei diversi Paesi è diretto, tiene a sottolineare l’imprenditrice, “senza intermediari”, indipendentemente dal Paese di destinazione. Il target sono i negozi di nicchia che offrono prodotti di altissima qualità e non guardano solo al prezzo. E i risultati ci sono. La pezzatura è perfetta e le richieste a prezzi soddisfacenti, anche se a preoccupare è l’aumento dei costi. L’innovazione è la caratteristica distintiva di questa azienda in rosa che ha scelto i droni come strumento di pace e li usa per controllare la salute delle foglie e anche la quantità di acqua da erogare. Negli anni sono stati realizzati investimenti anche nell’ energia pulita e da 16 anni è attivo in azienda il primo impianto fotovoltaico. Ha adottato impianti di fertirrigazione per ridurre il consumo di acqua, utilizza le alghe per concimare e il controllo delle malattie delle piante è tutto naturale, con lancio di insetti utili, ferormone per stroncare la mosca mediterranea e trappole in arrivo dalla California. Non mancano però le difficoltà tra costi di produzione sempre più alti e condizioni climatiche sempre più insidiose, con eventi estremi e siccità. Senza dimenticare i furti di arance e la necessità di vigilare sui raccolti. Quella agricola è davvero un’attività a cielo aperto che non offre garanzie a nessun livello né per quanto riguarda il clima, né per l’andamento di mercato, tantomeno sul fronte della sicurezza. “Svolgo in azienda tutti i ruoli, coltivatrice, Ceo, magazziniere, è difficile trovare personale ma per una imprenditrice di 44 anni come me non ci sono neanche incentivi che si fermano a 40 anni e, i prestiti sono difficili da ottenere” ma conclude Monica “le mie arance sono la mia vita, questa Isola è la mia vita” e dall’azienda che opera da 120 anni trae ottimismo e forza per andare avanti.

LA MODA A CHILOMETRI ZERO – GLORIA MERLI

Dalle alture del Sud America alle campagne piacentine l’alpaca al centro di un business tutto agricolo. E’ un’esperienza che unisce  economia e creatività quella di Gloria Merli, dell’Emilia-Romagna, che ha trasformato la sua passione per gli alpaca in un’attività unica , dove  trasforma la morbida lana del simpatico camelide in abiti e accessori artigianali. La sua iniziativa mostra come la moda possa nascere anche dalla semplicità e dall’amore per l’ambiente. Gloria con fantasia, estro e manualità crea abiti e accessori dalla stalla all’atelier. Mentre preparava la tesi in Architettura al Politecnico di Piacenza, Gloria scopre per caso il mondo degli alpaca e se ne innamora: nasce così, nel marzo del 2016, l’allevamento Alpaca di Marano ad Albareto di Ziano, in provincia di Piacenza, dove, ai vigneti curati dalla mamma, Gloria ha affiancato l’allevamento di rarissimi alpaca di razza huacaya di diversi colori. Una scommessa. Quello dell’imprenditrice è uno dei pochi allevamenti in Italia e viene gestito seguendo una filosofia precisa: tutto ruota intorno al benessere degli animali, dotati di microchip e pedigree, seguiti da controlli veterinari per garantire loro salute, così da ottenere anche un miglioramento genetico del gregge. Questo consente a Gloria di ottenere un prodotto buono, artigianale, naturale e soprattutto Made in Italy: una fibra luminosa, fine, che poi, con un percorso di filiera corta attento ad ogni fase della trasformazione, diventa un filato pregiato, lavorato secondo metodi naturali e senza impiego di sostanze chimiche né tinture. Nel laboratorio di maglieria presente in azienda vengono confezionati accessori e capi di abbigliamento, anche su misura, con filati 100% di alpaca e con colorazioni naturali, usando strumenti della tradizione artigianale come telai, ferri e uncinetto: è quella che lei ama chiamare l’etica del fatto a mano, ovvero l’arte del creare un oggetto che incarna unicità e non lascia nulla al caso. “Tornassi indietro lo rifarei cento volte” dice Gloria che ha ricevuto il premio di “Amiche della terra, storie di donne che nutrono il mondo” di Donne Coldiretti, riconoscimento per iniziative “green”.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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