il Punto Coldiretti

Strategia comune di agricoltura e industria per crescere sui mercati globali

Agricoltura e industria alimentare insieme per una strategia comune che spazia dal commercio globale all’etichettatura con l’indicazione dell’origine. I  dossier all’esame della nuova Commissione europea sono stati al centro dell’incontro promosso da Filiera Italia e Coldiretti, al quale hanno partecipato con il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo, il presidente di Filiera Italia Paolo De Castro e l’amministratore delegato Luigi Scordamaglia, il vicepremier e ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani (in collegamento), il direttore generale del ministero, Nicola Verola,  e i rappresentanti delle  più importante industrie alimentari italiane.

Il segretario generale ha aperto i lavori sottolineando l’importanza dell’export per il settore agroalimentare che chiuderà quest’anno a 70 miliardi.

Un settore che ha messo a segno risultati migliori del sistema produttivo e che non delocalizza. “Siamo a favore del commercio aperto – ha affermato Gesmundo – ma che rispetti il principio di reciprocità sul quale siamo intransigenti”. Ha ricordato che nell’Unione europea oggi la sfida è la competitività e che occorre reagire con investimenti comuni e riforme strutturali. Ha contestato le accuse che hanno attribuito all’agricoltura le colpe dell’inquinamento ”è intollerabile che la zootecnia  sia stata indicata come la causa del male”.

Ha ribadito l’impegno della Coldiretti a tutelare agricoltori e consumatori e contrastare cibi ultra-processati e sintetici. De Castro ha spostato l’attenzione sui rischi per alcune filiere dei dazi che il neo presidente Donald Trump ha annunciato in campagna elettorale. E ha indicato tre filiere, lattiero casearia, vino e pomodoro, che potrebbero subire gli impatti più pesanti. Ha messo in luce le penalizzazioni per il Made in Italy dalla concorrenza sleale della Cina che ha triplicato la sua produzione alimentare, e ha fatto riferimento anche alle barriere non economiche in India e Giappone. Per il presidente di Filiera Italia la nuova legislatura europea sarà fondamentale soprattutto per la questione relativa all’informazione ai consumatori. In campo ci sono tre temi delicati, il Nutriscore l’etichetta a semaforo che mette nell’angolo tante eccellenze italiane, l’etichetta con l’origine che deve diventare obbligatoria nella Ue e le pericolose  indicazioni salutistiche.

Per vincere la partita del cibo per il presidente di Filiera Italia sono indispensabili l’obbligo dell’origine in etichetta e una revisione del codice doganale che consente oggi di dare la patente di italianità a un prodotto estero se l’ultima trasformazione è avvenuta nel nostro Paese. Prandini ha insistito sul confronto serrato con gli Stati Uniti che stanno diventando il primo mercato per le produzioni agroalimentari italiani e ha affermato che per l’Italia oggi è possibile una significativa interlocuzione con i vertici Usa.

Ha poi sottolineato che è centrale la presenza costante nell’Unione Europea che ha consentito proprio nelle ultime ore di “stanare” una piccola nota a margine di un regolamento sul riconoscimento dei prodotti fermentato in cui si inserivano anche quelli fermentati nei bioreattori. Se la norma fosse passata di fatto sarebbero state sdoganate nella Ue la  produzione e commercializzazione di cibi realizzati in laboratorio. Si tratta di prodotti che si stanno diffondendo e Scordamaglia ha ricordato che, per esempio, il pollo sintetico è stato autorizzato a Singapore e negli Stati Uniti.

E ha reso noto che la Danimarca, che ha imposto anche una tassa sugli allevamenti, ha provato a far approvare tra le proteine green quelle da animali non convenzionali, in pratica il latte sintetico. Prandini ha ribadito l’importanza del gioco di squadra  a tutti i livelli, ha dato atto al ministro degli Esteri Tajani si aver ridato centralità al commercio estero, e ha indicato l’obiettivo di rafforzare la presenza sui mercati. Il presidente di Coldiretti ha aggiunto che non bisogna abbassare la guardia sul Nutriscore . E ha annunciato che Filiera Italia punterà sulle filiere verticali. Alla Filiera Pasta si aggiungeranno la Filiera IV Gamma, quella del vino e del tabacco, ma la lista è lunga.  

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