il Punto Coldiretti

Suini, servono sbocchi alternativi per le cosce del circuito Dop

L’emergenza Covid 19 ha messo in ginocchio il settore dei prosciutti Dop, pilastro della suinicoltura italiana. Il tema è stato al centro del tavolo suinicolo che si è tenuto nei giorni scorsi al Mipaaf. La chiusura del canale Horeca, che rappresenta più del 15% delle vendite dei prosciutti Dop, e la riduzione degli acquisti di prodotti affettati presso la Grande distribuzione, che veicola il 40% dei volumi, stanno provocando il crollo delle vendite dei prosciutti che hanno completato la stagionatura.

Il calo, che, secondo i Consorzi di tutela, si attesta sul 40% sta tagliando i ricavi delle aziende, ma sta anche creando un problema di spazi presso gli impianti di stagionatura che non riescono a garantire l’ immissione settimanale delle cosce fresche. Una situazione che ha rallentato anche l’attività di macellazione con il risultato di provocare squilibri nel mercato per un eccesso di offerta di suini che è rigida e, il blocco dei ritiri da parte dell’industria di macellazione e trasformazione.

Tra gli interventi proposti al tavolo risorse per indirizzare parte delle cosce per i prosciutti Dop al mercato del cotto o al fresco, contributi per i capi più leggeri non destinati al circuito Dop, un secondo fondo indigenti per acquistare prosciutto cotto da suini nati e allevati in Italia, sostegno allo stoccaggio di prosciutti stagionati e cosce, azioni di promozione finalizzate ad aumentare i consumi nei supermercati e interventi in favore degli allevamenti di suini estensivi di razze autoctone e dei suinetti da macello ( porceddu)

Infatti secondo la Coldiretti è necessario trovare sbocchi alternativi delle cosce nel cotto o fresco. Inoltre occorre un contributo di 30/40 euro a capo per i suini che non possono essere destinati alle produzioni Dop, così come va previsto un premio per le scrofe. La Coldiretti ritiene poi che una boccata di ossigeno immediata potrebbe arrivare da un aiuto allo stoccaggio di prosciutti stagionati e cosce in tal senso è già partita una richiesta all’Ue tramite la nostra delegazione di Bruxelles.

Ma è soprattutto importante in questa fase che l’industria riduca gli approvvigionamenti dall’estero da dove arrivano 55 milioni di pezzi : basterebbe girare delle cosce nazionali a cotto e il mercato del crudo avrebbe subito respiro. Importante inoltre in questa fase non dimenticarsi delle scrofaie che restano il pilastro della salumeria Made in Italy

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