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Tabacco: l’accordo con Philip Morris Italia vale per le imprese il 25% in più

Aziende più giovani, performanti, sostenibili e con una spiccata propensione all’innovazione. E’ l’identikit delle imprese che operano nel settore del tabacco e che hanno aderito al contratto di filiera Coldiretti-Philip Morris Italia. Questi i principali risultati che emergono dall’analisi economico-occupazionale realizzata dal centro Studi Divulga nel comparto tabacchicolo italiano. L’accordo partito nel 2011 e che dopo più rinnovi è stato aggiornato e proiettato al 2027 rappresenta un modello e una “best practice” a livello nazionale ed europeo fondamentale per la ristrutturazione e il rilancio del settore che, con le nuove regole della Politica agricola Comune che hanno portato nel 2010 al totale disaccoppiamento degli aiuti, aveva registrato un calo delle superfici coltivate.

L’indagine ha analizzato a tutto tondo gli elementi del sistema tabacchicolo, dalla produzione alla sostenibilità ambientale fino alla dimensione sociale con un’attenzione speciale alle buone pratiche del lavoro. Il contratto ha inciso profondamente su modelli di sviluppo territoriali e performance economiche e i risultati hanno confermato come l’adesione all’accordo di filiera abbia favorito una nuova visione produttiva e stili aziendali decisamente più a misura di giovani. Sono stati accesi i riflettori su tutte le aziende impegnate nella coltivazione del tabacco, aderenti e non al contratto di filiera in due archi temporali: 2014-2016 e 2018-2020.

La collaborazione Coldiretti-Philip Morris Italia ha portato a risultati particolarmente rilevanti sul fronte dell’innovazione. Ne è un esempio il progetto Leaf innovation hub, sviluppato in collaborazione con Almacube, innovation hub e incubatore certificato dal Ministero dello Sviluppo Economico, che individua start-ups e scale-ups nazionali e internazionali per favorire progetti di innovazione applicabili alla filiera del tabacco.

Così come il progetto Digital Farmer, ricorda lo studio Divulga, un’iniziativa realizzata in collaborazione con il Cesar, Centro per lo Sviluppo Agricolo e Rurale, e con l’Università di Perugia rivolta in articolare ai giovani coltivatori per favorire il miglioramento delle loro competenze tecniche e imprenditoriali e supportarli nel percorso di transizione eco-energetica e digitale. Rilevante il supporto al potenziamento della multifunzionalità della tabacchicoltura con incentivi alle buone pratiche agricole (Gap) e al miglioramento delle condizioni dei lavoratori. Tra gli aspetti decisamente più significativi c’è il risultato economico. Infatti, il rapporto ha rilevato un gap di redditività del 25% tra le imprese aderenti all’accordo di filiera tra Coldiretti e Philip Morris Italia e quelle non aderenti. Le prime registrano un incremento di fatturato del +10,9% mentre chi resta fuori registra un calo del -14,5%. Un gap che si riscontra anche relativamente al reddito per unità di lavoro che aumentano per le aziende che aderiscono (10,7%), a fronte di un calo in quelle non aderenti (-9,1%).

Lo studio ha anche però ricordato come per le imprese che operano sotto l’ombrello dell’accordo di filiera i costi produttivi siano maggiori perché a queste vengono richieste pratiche agricole meno inquinanti con l’obbligo di utilizzare alcuni prodotti fitosanitari finalizzati all’adozione di pratiche agronomiche sostenibili con il ricorso all’agricoltura di precisione e sistemi digitali. Anche per il tema lavoro il contratto ha preceduto l’applicazione di quella condizionalità sociale che è diventata uno dei pilastri della nuova Pac. I maggiori costi, comunque, nel medio e lungo termine, sono destinati a trasformarsi in benefici in termini di sviluppo, sostenibilità e competitività. Decisivo è infatti il supporto offerto da una programmazione che rende più solide le basi imprenditoriali. Nel 2022, nell’ambito della partnership sottoscritta da Philip Morris Italia con il ministero delle Politiche Agricole e con Coldiretti, le aziende, per le tensioni economiche e geopolitiche, hanno dovuto far fronte all’impennata dei costi, ma proprio in funzione di una collaborazione costante tra le parti, Philip Morris è intervenuta per il raccolto 2022 con un riconoscimento economico straordinario ai coltivatori che aderiscono all’accordo per fronteggiare le maggiori spese energetiche sostenute.

Al di là di questi interventi straordinari la carta vincente è la visione pluriennale che l’accordo delinea grazie agli impegni di acquisto del tabacco che si affiancano al trasferimento di competenze e innovazione e che per questo favoriscono gli investimenti.

L’indagine dunque ha confermato come le aziende che operano nell’ambito della partnership Coldiretti-Philip Morris Italia siano contraddistinte da modelli di sviluppo più robusti e sostenibili, con risultati economici più soddisfacenti e migliori prospettive future. E trattandosi dunque di realtà produttive più innovative con un livello della produttività della terra maggiore sono più attrattive anche per i giovani imprenditori agricoli.

Articolo redatto in collaborazione con Philip Morris Italia

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