il Punto Coldiretti

Terreni agricoli: la doppia follia del riposo (4%) e del consumo di suolo

Una vera follia, una delle tante preparate con cura da Bruxelles e duramente contestata dalla Coldiretti. Si tratta della scelta per motivi di sostenibilità e difesa ambientale di obbligare  al riposo il 4% dei terreni agricoli nell’Unione europea. La scelta è stata fermata, ma non definitivamente cancellata e dunque resta uno dei temi caldi che la Coldiretti continuerà a combattere.

Non è davvero concepibile che mentre la stessa Commissione Ue, sin dai giorni drammatici del Covid, ribadiva la necessità di incrementare la produzione agricola e alimentare della Ue, poi nei fatti manteneva questa misura. In effetti  nel periodo della pandemia è scattata una deroga, ma anche in quel caso il problema non è stato risolto, ma accantonato.

Dopo il dietrofront fatto dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, su alcuni capitoli del dossier sotto accusa, dagli agrofarmaci agli imballaggi, sarebbe il momento giusto per chiudere definitivamente la partita del 4 per cento. Ma se è scandaloso che Bruxelles abbia scelto di togliere  alla coltivazione campi fertili, in Italia è ugualmente incomprensibile che si continui a sfregiare il territorio con colate di cemento.

La superficie agricola si è ridotta a 12,8 milioni di ettari e lo scempio continua. Terreni agricoli e naturali  vengono coperti alla velocità di 2,4 metri quadrati al secondo, più di  21 ettari al giorno, pari a 77 chilometri quadrati in un anno. E così l’agricoltura ha perso negli ultimi 50 anni un terreno su tre riducendo le coltivazioni nazionali, mentre il Made in Italy agroalimentare è sempre più apprezzato nel mondo, come dimostrano gli oltre 64 miliardi di export, il livello record raggiunto nel 2023.

Questa la situazione che una legge  approvata in via preliminare dal Consiglio dei ministri nel settembre del 2012 intendeva contrastare. Basta al consumo del suolo era la parola d’ordine. La normativa tra l’altro vietava il cambio di destinazione per i terreni agricoli che beneficiano di aiuti statali o comunitari. Ma cancellava anche la possibilità per i Comuni di finanziare la spesa corrente con gli incassi derivanti dagli oneri di urbanizzazione.

La legge non ha mai raggiunto il traguardo. Periodicamente  qualcuno ha provato a rispolverarla, ma alla fine è sempre tornata, ben custodita, negli archivi parlamentari. Coldiretti non ha perso occasione per  chiedere di accelerarne l’approvazione. Una legge di contrasto al consumo del suolo potrebbe infatti dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio. Sarebbe semplice rimaneggiare il testo e condurlo velocemente in porto, in questo caso senza chiedere permessi a Bruxelles.

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