il Punto Coldiretti

Uova, serve più trasparenza sull’etichetta d’origine

Con un balzo record del 14% sono le uova a far registrare la maggiore crescita degli acquisti e ad aggiudicarsi il titolo di star del carrello alimentare nel 2018. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione dell’Assemblea di Unaitalia sulla base dei dati Ismea relativi al 2018 che peraltro vedono aumentare del 3% anche la spesa per la carne di pollo (+3,6%) mentre gli acquisti alimentari rimangono nel complesso stagnanti (+0,3%).

Si tratta  di un risposta alle fake news che colpiscono alimenti importanti per la dieta degli italiani, favorite anche dal diffondersi incontrollato sul web di notizie prive di basi scientifiche che danneggiano la salute ma anche l’economia del Paese. Una vera e propria leggenda metropolitana del tutto priva di basi scientifiche è ad esempio quella che le uova facciano male al fegato. Al contrario, questo tipo di alimento contiene sostanze utili per il buon funzionamento delle cellule epatiche, come gli aminoacidi epatoprotettori come metionina e colina e una sostanza come l’insitolo utile in particolare per chi soffre di fegato grasso.

“Siamo di fronte ad una importante rivalutazione dal punto di vista nutrizionale, salutistico ed etico che va sostenuto da una maggiore trasparenza nel garantire l’origine Made in Italy” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza delle risoluzioni approvate dalla Commissione Agricoltura della Camera che prevedono la timbratura di origine obbligatoria in allevamento. Ad oggi viene applicato sul guscio un codice alfanumerico che contiene le informazioni sulla provenienza dell’uovo e metodi allevamento adottato ma è difficilmente interpretabile dai consumatori e per questo – spiega Prandini – deve essere applicata una indicazione più chiara. Una misura importante per consentire di fare scelte di acquisto consapevoli che – sostiene Prandini – deve essere inserita anche all’esterno delle confezioni oltre che estesa anche alle uova sgusciate utilizzate dall’industria della pasta fresca e dolciaria.

A preoccupare sono ora gli accordi commerciali che l’Unione Europea sta per siglare con i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela) su alcuni dei quali gravano pesanti accuse sulla sicurezza alimentare e per lo per sfruttamento del lavoro minorile per prodotti che arrivano anche in Italia secondo il Dipartimento del lavoro Usa. Per il pollame l’Unione Europea sarebbe orientata ad aumentare da 78.000 a 90.000 tonnellate l’offerta attuale del contingente di importazione agevolato. Vale la pena ricordare che il pollame dal Brasile si è classificato per i casi di  Escherichia Coli-Shigatoxin, nella top ten dei cibi più pericolosi per il numero di allarmi alimentari che hanno fatto scattare in Italia nel 2018 secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Rassf.

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