il Punto Coldiretti

Via libera al programma annuale per gli indigenti con prodotti 100% Made in Italy

Via libera al programma annuale di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti per il 2020 che conta sulla quota ordinaria residua del Fondo per 900mila euro e sul «Fondo per il finanziamento dei programmi nazionali di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti» con un budget di 250mila euro per l’acquisto di un paniere di prodotti.

E’ stato infatti pubblicato il 5 novembre sulla Gazzetta Ufficiale il decreto Mipaaf. I prodotti indicati nell’integrazione al programma di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti per il 2020 sono prosciutto crudo Dop, prosciutto cotto 100% italiano, salumi vari da suino Dop e Igp da animali nati, allevati e macellati in Italia con uno stanziamento (al lordo dell’Iva) di 36 milioni; salumi da carne di tacchino, bresaola e altro (non suini) da animali nati, allevati e macellati in Italia per 8,4 milioni; formaggi Dop per 50 milioni; olio extra vergine di oliva 100% da olive italiane per 20 milioni; omogeneizzati di carne bianca e rossa per l’infanzia da materia prima italiana per 5 milioni; omogeneizzati di frutta per l’infanzia da materia prima italiana per 4 milioni; pastina per l’infanzia con grano 100% italiano per 4 milioni; biscotti per la prima infanzia con frumento 100% italiano per 5 milioni; latti crescita per l’infanzia da materia prima italiana per 1 milione; carne bianca sottovuoto (polli interi surgelati) da animali nati, allevati e macellati in Italia per 10 milioni; carne in scatola da animali nati, allevati e macellati in Italia per 12 milioni; spezzatino con fagioli/piselli (formato per le mense) da animali nati, allevati e macellati in Italia per 1,5 milioni; spezzatino con fagioli/piselli da 400 grammi da animali nati, allevati e macellati in Italia per 5 milioni; zuppe di cereali con verdure di materia prima italiana per 6 milioni; minestrone con verdure filiera e materia prima italiana per 6 milioni; pasta secca 500% con grano 100% italiano per 10 milioni; riso da risotto 1 kg con riso 100% italiano per 6 milioni; preparati per risotti ( alle verdure, funghi ecc) da materia prima italiana per 6 milioni; passata di pomodoro 100% italiana per 12 milioni; polpa di pomodoro o pelati( formato mense) 100% italiana per 1 milione; sughi pronti (50% ragù e 50% basilico) da materia prima italiana per 8 milioni; verdure conservate in scatola o in vetro filiera e materia prima italiana per 8 milioni; verdure conservate in scatola (formato mense) filiera e materia prima italiana per 2 milioni; legumi in scatola, filiera e materia prima italiana per 3 milioni; macedonia di frutta o frutta sciroppata filiera e materia prima italiana per 7 milioni; succo di frutta filiera e materia prima italiana per 6 milioni; purea di frutta filiera e materia prima italiana per 4 milioni; crackers da grano 100% italiano per 4 milioni per un totale di 250,9 milioni di euro.

L’Agea deve espletare le procedure di gara per acquisire i prodotti indicati e consegnarli alle organizzazioni caritative. Il decreto precisa che l’attuale emergenza epidemiologica rende ancor più necessario provvedere al sostentamento delle classi sociali particolarmente deboli e che comunque è destinata ad aumentare la fascia delle persone sotto la soglia di povertà. Inoltre l’epidemia Covid 19 ha creato difficoltà a molti settori dell’agroalimentare Made in Italy sia per il collocamento dei prodotti che per il calo delle quotazioni. Una crisi aggravata dalla chiusura del canale Horeca.

Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini ha chiesto di accelerare “nella presentazione dei bandi per gli aiuti agli indigenti con i 250 milioni stanziati per acquistare cibi e bevande Made in Italy di qualità da distribuire ai nuovi poveri”.

Per far fronte alle crescenti richieste occorre – ha aggiunto – rendere al più presto disponibili i prodotti alimentari da acquistare con le importanti risorse stanziate nel Decreto Rilancio. Si tratta di un primo intervento urgente per fare fronte alle crescenti richieste di aiuto che vengono agli Enti impegnati nel volontariato e, allo stesso tempo, sostenere il lavoro e l’economia del sistema agroalimentare tricolore duramente colpito dalle difficoltà delle esportazioni e della ristorazione in grave crisi.

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