Embargo Russia, ad agosto è costato all’agroalimentare italiano 11,5 milioni di euro
L’Istat ha reso noti i dati di agosto dell’export del made in Italy, dati particolarmente importanti perché consentono di estrapolare l’andamento delle esportazioni italiane dopo lo stop russo. Il 7 agosto scorso è scattato l’embargo che ha bloccato le importazione dall’Unione Europea da una serie di altri paesi (Usa, Canada, Australia, Norvegia) di vari prodotti agro-alimentari tra cui ortofrutticoli e prodotti lattiero-caseari, zootecnici. Dall’elaborazione dei dati emerge come in una ventina di giorni – precisamente dal 7 agosto, giorno della decisione russa, scattata come reazione alle sanzioni dei paesi citati nei loro confronti per la crisi Ucraina, alla fine del mese – l’Italia sia passata da oltre 15 milioni di euro di esportazioni dell’agosto 2013 a 3,7 milioni di euro, ovviamente per i prodotti interessati dall’embargo. In particolare le perdite maggiori sarebbero risultate per i prodotti della zootecnia da carne (oltre 5 milioni di euro), per formaggi e latticini (3 milioni di euro) e per l’ortofrutta (circa 2,6 milioni di euro). In particolare per l’ortofrutta sono calate di circa 2 milioni di euro le esportazioni di drupacee (soprattutto pesche e nettarine), di un milione le esportazioni di uva da tavola. Desta rammarico la situazione di mele e pere che, nei pochi giorni di esportazioni di agosto, avevano fatto registrare una crescita, passando da 218.000 euro a 637.440 euro. E’ evidente già da questi primi dati il danno provocato dall’embargo all’agroalimentare italiano, danno che richiede da parte della Commissione Ue interventi ben più consistenti di quelli messi in essere finora e sicuramente lo stanziamento di risorse non derivanti dal bilancio agricolo, per evitare che il peso di decisioni politiche ricada due volte sul settore agricolo. |