Cala ancora la fiducia degli americani verso i prodotti da organismi geneticamente modificati. Secondo quanto riporta il portale statunitense navigator-usa.com, le vendite al dettaglio di alimenti e di bevande non OGM dovrebbero aumentare al tasso di crescita annuo del 12,9 per cento.
Nel prossimi cinque anni, negli Stati Uniti, le vendite al dettaglio di alimenti e di bevande non OGM dovrebbero aumentare al tasso di crescita annuo del 12,9%, e potrebbero rappresentare il 30% del mercato, con un valore di 264 miliardi di dollari, nel 2017, prevede la Packaged Facts.
Tuttavia, qualora l’etichettatura degli OGM dovesse diventare obbligatoria, le vendite di prodotti convenzionali potrebbero costituire, entro il 2017, il 40% del mercato, come si evince dal rapporto "Non-GMO Foods: U.S. Market Perspective, che prevede che la domanda di alimenti biologici e naturali guidera’ gran parte della crescita. (…)
Secondo una ricerca nazionale condotta su 2.000 adulti dalla Packaged Foods a giugno del 2013, i consumatori piu’ preoccupati per la presenza di OGM negli alimenti sono le madri con bambini piccoli che vivono in famiglie della classe media inserite in un contesto urbano.
Dal punto di vista etnico, le famiglie ispaniche e di afroamericani sono piu’ preoccupate per la presenza di OGM nei loro alimenti, rispetto ad altri gruppi etnici, mentre i consumatori di eta’ inferiore ai 45 anni, sono piu’ propensi ad acquistare alimenti etichettati non OGM, rispetto agli over quarantacinquenni. (…)
Il dibattito concernente gli OGM sta diventando sempre piu’ polarizzato, con coloro che sono a favore, che sostengono che siano sicuri, sia per l’uomo, sia per l’ambiente, e i detrattori che si trovano su posizioni diametralmente opposte. [Elaine Watson, portale – a cura di agra press (f)]
