il Punto Coldiretti

Etichetta d’origine, si parte con conserve, latte, formaggi e carne suina

Etichettatura d’origine, si parte con conserve di pomodoro, latte a lunga conservazione e formaggio, carne suina e salumi. E’ quanto emerso da un ordine del giorno approvato dal Parlamento dopo il via libera alla legge sull’obbligo di indicare la provenienza della materia prima in tutti gli alimenti in commercio.

Una legge, fortemente sostenuta dalla Coldiretti e dai cittadini italiani, per la quale si attendono ora i decreti interministeriali che ne fisseranno i dettagli tecnici e le procedure di applicazione per le varie filiere.

Ma il via libera all’obbligo dell’etichetta torna a riproporre il tema dei rapporti con l’Unione Europea e dell’atteggiamento che la stessa riserverà alla legge e alla sua conformità con il quadro normativo comunitario.

Se da un lato c’è chi teme che l’Ue possa continuare nel paradosso di considerare l‘etichetta d’origine come lesiva della libera concorrenza, tutelando di fatto gli agropirati in barba alle richieste dei cittadini e alle esigenze delle imprese oneste, dall’altro è evidente come negli ultimi anni il sentimento generale sulla questione sia considerevolmente mutato.

“Latte fresco, passata di pomodoro e carne di pollo – ricorda al proposito la Coldiretti -, sono da tempo etichettati in Italia sulla base di norme nazionali che obbligano ad indicare l’origine con il consenso dell’Unione Europea dalla quale arriva ora l’annuncio che sull’estensione dell’etichettatura a tutti i tipi di carne c’è già l’accordo tra i 27 Paesi”.

Ce n’è abbastanza, insomma, perché l’Italia sia chiamata a svolgere un ruolo da apripista a livello comunitario, facendo valere la leadership conquistata nella qualità e sicurezza alimentare delle produzioni e convincendo Bruxelles che quanto previsto per carne, latte o passata non può non valere per gli altri alimenti trasformati.

“Tre precedenti che, abbinati a una maggiore sensibilità comunitaria sui temi della sicurezza e al rincorrersi di emergenze, come l’ultima della diossina nelle uova e nel pollo sono ragioni valide – conclude la Coldiretti – per non cedere alle pressioni delle lobby interessate e per sostenere e applicare la legge nazionale, che è stata formulata nel pieno rispetto della normativa comunitaria”.

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