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Florovivaismo, bene ddl defiscalizzazione verde ma ora ridurre accisa sul gasolio

E’ stato presentato al Senato un interessante disegno di legge che intende promuovere e rafforzare nel nostro Paese una sana e diffusa cultura del verde, attraverso la previsione di specifici incentivi per la realizzazione di interventi di riqualificazione e recupero di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari di proprietà privata da destinare a zone verdi, che abbiano come effetto, tra l’altro, quello di incrementare il valore ecologico e ambientale delle zone densamente edificate ovvero di recuperare quello estetico e paesaggistico di spazi privati spesso caratterizzati da degrado e abbandono.

Questo provvedimento andrebbe a concretizzare quanto indicato nel Piano Nazionale del settore florovivaistico recentemente approvato, relativamente alla possibilità di utilizzare la leva degli sgravi fiscali per intervenire sul verde privato con un meccanismo simile a quello previsto per il risparmio energetico le abitazioni, i mobili o gli elettrodomestici, ecc.

In particolare la proposta vorrebbe disciplinare la concessione di agevolazioni fiscali per interventi di implementazione e riqualificazione di aree verdi private, analogamente a quanto già previsto per la realizzazione di opere di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici. In sostanza verrebbe prevista, per il contribuente, una detraibilità pari al 36% delle spese sostenute ed effettivamente documentate per interventi di: sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni; realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili, finalizzati all’assorbimento delle polveri sottili, alla mitigazione dell’inquinamento acustico e alla riduzione delle escursioni termiche.

Verrebbero poi introdotte misure di fiscalità locale agevolata per interventi di "riqualificazione" di zone verdi private. In sostanza sarebbe prevista la possibilità per i Comuni di deliberare riduzioni tariffarie di tributi locali in favore di coloro che realizzano interventi di «sistemazione a verde» di aree scoperte di proprietà privata, al fine di contribuire a valorizzare l’intero territorio urbano ed extraurbano, anche attraverso l’implementazione degli spazi verdi. Si intenderebbe, in questo modo, incentivare la partecipazione dei cittadini alla cura e alla valorizzazione paesaggistica di determinate zone del territorio comunale, anche attraverso interventi di recupero e di riqualificazione di aree private abbandonate.

Una simile iniziativa legislativa avrebbe un non trascurabile impatto economico, innescando virtuosi investimenti che non solo migliorano l’arredo complessivo delle nostre aree urbane – soprattutto periferiche – e, comunque, dei nostri centri abitati, ma generano anche occupazione e valore aggiunto con benefici per i cittadini, le imprese, ma anche lo Stato.

Purtroppo l’entusiasmo e le aspettative per questo disegno di legge vengono raffreddate se pensiamo al destino di una iniziativa legislativa che sembrava altrettanto importante per il settore florovivaistico. C’era una volta il “decreto del fare” del giugno 2013, che prevedeva all’articolo 6 una riduzione dell’accisa sul gasolio per il riscaldamento delle serre. Sembrerà strano parlare di riscaldamento con il caldo attuale, ma se questa agevolazione non verrà attivata in tempi brevi e prorogata, anche questo inverno il florovivaismo italiano si ritroverà con costi di produzione tali da compromettere la sua competitività. 

E’ dal novembre 2009 che è stata abrogata l’agevolazione per il gasolio destinato al riscaldamento delle serre per le produzioni orto-florovivaistiche ed il provvedimento che riguarda l’accisa sul gasolio per le serre, contenuto nel “Decreto del Fare”, avrebbe dovuto intervenire a risolvere una problematica aperta ormai da quasi sei anni. La norma prevedeva la riduzione dell’accisa a 25 euro per mille litri a decorrere dal 1°agosto 2013 e fino al 31 dicembre 2015.

Ad oggi manca ancora il decreto attuativo che chiarisca le condizioni operative per poter rendere erogabile l’agevolazione ed il periodo di applicazione è quasi scaduto. Il settore florovivaistico è, a ragione, considerato uno dei settori di punta dell’economia agricola del nostro paese, contribuendo con un saldo attivo nella bilancia import/export pari a oltre 180 milioni di euro nel 2014. E’ ovvio che la produzione in serre riscaldate riguarda solo una parte del fatturato florovivaistico, ma queste produzioni consentono all’offerta italiana di presentarsi completa e appetibile per gli operatori commerciali nazionali e non, che altrimenti potrebbero ritenere meno interessante il “pacchetto” italiano.

Il Florovivaismo alimenta un fortissimo indotto, afferente allo sviluppo di fattori di produzione, macchine, strutture, distribuzione, logistica, pubblicità, progettazione, assistenza tecnica, manutenzione ed altro ancora. Le stesse considerazioni valgono per la produzione di ortaggi in serre riscaldate, con milioni di euro di fatturato, generato da altre migliaia di aziende e decine di migliaia di posti di lavoro. Il legislatore deve pertanto recuperare quanto previsto dal “decreto del fare” e portare a compimento quanto formulato dal nuovo, interessante disegno di legge. 

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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