il Punto Coldiretti

Frodi sull’olio, negozi Usa a giudizio

In Usa i negozi che vendono olio extravergine fasullo potranno essere chiamati alla sbarra dai consumatori. La vicenda è raccontata da un articolo della rivista specializzata National Law Review e apre la strada ai citatdini a procedere in giudizio contro la distribuzione.

Il giudice Brian F. Holeman della corte superiore di Washington D.C. ha emesso questa settimana un’ordinanza omnibus, negando il giudizio sommario nelle cause legali contro alcuni negozi di alimentari di Washington D.C., tra cui Safeway e Giant, aprendo la strada ad un consumatore a procedere in giudizio nei confronti dei negozi che, sostiene il consumatore, venderebbero olio d’oliva di qualita’ inferiore etichettato come "extravergine". Il consumatore, il signor Dean Mostofi, ha intentato le cause nel ruolo di "procuratore generale privato", ai sensi del diritto sulla tutela del consumatore del distretto.
L’olio extra vergine di oliva e’ la qualita’ piu’ pura e piu’ alta di olio d’oliva. Per qualificarsi come tale, l’olio d’oliva deve avere determinate caratteristiche organolettiche e chimiche e deve essere libero da tutti i difetti e non deve essere sottoposto a lavorazione chimica. L’accusa sostiene che gli imputati abbiano venduto qualita’ inferiori di olio d’oliva come "extravergine". Le marche di olio d’oliva in questione comprendono Carapelli, Filippo Berio, Pompeiano, Bertolli, e Safeway Select.
Test eseguiti dal UC Davis Olive Center nel 2010 e nel 2011 hanno rilevato che un’alta percentuale di olio d’oliva "extravergine" venduto da quei marchi non era in realta’ "extravergine". Inoltre, il signor Mostofi ha ingaggiato, sia in California che in Australia, gruppi di assaggiatori esperti di olio d’oliva per testare quello comprato a Washington. Gli assaggiatori, cosi’ come un laboratorio chimico australiano, hanno indicato che l’olio d’oliva venduto a Washington sotto quei marchi non e’ davvero extravergine.
Nel negare il giudizio sommario agli imputati, la Corte ha rilevato che (1) la testimonianza degli esperti potrebbe essere a sostegno della scoperta che gli oli non siano effettivamente di qualita’ extravergine, (2) i test su bottiglie diverse da quelle acquistate dal querelante potrebbero essere presi in considerazione durante il processo, (3) vendere olio di oliva falsamente etichettato come "extravergine" potrebbe violare le aspettative di un consumatore ragionevole, e (4) i test eseguiti dal UC Davis Olive Center e dagli esperti ingaggiati dal signor Mostofi erano prove sufficienti per consentire di procedere al processo.
Il consulente legale del querelante, Hassan Zavareei, ha dichiarato, "Questa e’ una grande vittoria in una dura battaglia contro interessi radicati, determinati ad impedire che il nostro caso arrivi al processo. Siamo soddisfatti di avere l’opportunita’ di porre fine a questa fraudolenta etichettatura alimentare nel distretto di Columbia. I consumatori del distretto hanno diritto ad ottenere quello per cui pagano". [Hassan A. Zavareei, rivista specializzata – a cura di agra press (gin)]

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