il Punto Coldiretti

G7, stop agevolazioni ai prodotti stranieri che sfruttano i lavoratori

Stop alle agevolazioni concesse alle importazioni da paesi stranieri che non rispettano le norme in materia di tutela dei lavoratori o che addirittura, come nel caso della Birmania, finanziano la repressione di minoranze grazie anche ai proventi del riso con cui invadono l’Italia grazie ai dazi a tasso zero. E’ l’appello lanciato dalla Coldiretti al G7 agricolo di Bergamo, dove si sono ritrovati i Ministri dell’agricoltura dei sette paesi più ricchi al mondo (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Usa, Canada e Giappone).

Centinaia di agricoltori della Coldiretti sono scesi in piazza per chiedere di fermare le speculazioni sul cibo e sostenere politiche agricole che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali, per sfuggire all’omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall’estero. Assieme a loro è stata portata  la pecora “Vicky” di razza bergamasca, che è la piu’ grande del mondo, assunta a simbolo del vertice. Sotto accusa gli accordi internazionali che favoriscono le speculazioni senza rispettare la salute, l’ambiente e i diritti sociali.

“Non è accettabile che l’Unione Europea continui a favorire con le importazioni lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani nell’indifferenza generale” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare “è invece necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore a sostegno di un vero commercio equo e solidale”.

Il caso più evidente e clamoroso è quello della Birmania, dove è in corso una campagna brutale di pulizia etnica contro la minoranza dei Rohingya denunciata dalle Nazioni Unite che parla di oltre 700mila rifugiati. Nonostante questo la Birmania gode dal giugno 2013 (con effetto retroattivo dal giugno 2012) dell’introduzione da parte dell’Ue del sistema tariffario agevolato a dazio zero per i Paesi che operano in regime Eba (tutto tranne le armi).

Il risultato è che sono aumentate dell’800% nel 2017 rispetto allo scorso anno le importazioni di riso in Italia dalla Birmania, che hanno raggiunto il valore record di 7 milioni di chili nel solo primo semestre, sulla base dei dati Istat. Un quantitativo che colloca la Brmania tra i principali fornitori asiatici di riso dell’Italia insieme a India, Pakistan, Thailandia e Cambogia
 
Il parlamento europeo ha approvato una risoluzione in cui “condanna fermamente tutti gli attacchi nello Stato di Rakhine; esprime profonda preoccupazione per la gravità e la portata crescenti delle violazioni dei diritti umani, tra cui uccisioni, scontri violenti, distruzione di proprietà private e sfollamento di centinaia di migliaia di civili” ma – continua la Coldiretti – la strategia Ue non è ad ora cambiata nella concessione di preferenze commerciali nell’ambito dell’accordo Eba nel 2013.

Ma il problema riguarda tanti altri prodotti come conserve di pomodoro, olio d’oliva, ortofrutta fresca e trasformata, zucchero di canna, rose, olio di palma che arrivano in Europa ed in Italia spesso frutto del mancato rispetto dei diritti sociali che passa inosservato solo perché avviene in Paesi lontani.E tutto questo accade nell’indifferenza delle Istituzioni nazionali, europee ed Internazionali che, anzi, spesso alimentano di fatto il commercio dei frutti dello sfruttamento con agevolazioni o accordi privilegiati per gli scambi che avvantaggiano solo le multinazionali.

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