il Punto Coldiretti

Gabbie ovaiole, imprese in regola ma per l’Ue l’Italia è inadempiente

Nonostante gli allevatori italiani di galline ovaiole siano tutti in regola con le norme europee sul benessere e abbiano sostenuto ingentissimi costi per modificare le loro gabbie e non solo, la Corte dell’Ue dichiara l’Italia inadempiente nella messa al bando delle vecchie gabbie per l’allevamento.

A denunciarlo è la Coldiretti dopo l’annuncio da parte dell’organismo comunitario che “non avendo garantito che, a partire dal primo gennaio 2012, le galline da uova non fossero più tenute in gabbie non modificate, l’Italia è venuta meno agli obblighi previsti dalla normativa europea”.

La Commissione Ue aveva deferito Italia e Grecia alla Corte Ue nell’aprile 2013. La direttiva, che risale al 1999, prevede il divieto, dal primo gennaio 2012, di allevare le galline per la produzione di uova in gabbie non modificate, stabilendo che i nuovi contenitori devono essere almeno 550 cm2 di superficie e 40 cm di altezza, e demandando agli Stati membri il compito di provvedere affinché i proprietari di allevamenti applichino i requisiti.   

Per l’Ue l’Italia non si è messa in regola ma la realtà è ben differente tanto che, come fatto notare dal nostro Paese, nessun allevamento sul territorio italiano utilizza più gabbie non modificate, ad eccezione di uno solo, peraltro oggetto di un procedimento giudiziario ancora pendente.

Addirittura, ricorda Coldiretti, esistono numerosi casi in cui gli allevatori sono andati oltre le modifiche imposte dalla direttiva comunitaria consapevoli che il benessere degli allevamenti è soprattutto un dovere etico ma anche un riscontro economico notevole dato che le galline ben allevate producono uova migliori sia qualitativamente che quantitativamente.

Piuttosto, sarebbe la stessa Unione Europea a dover garantire puntuali e rigorosi controlli sull’importazione di uova e ovo-prodotti provenienti spesso da Paesi che non hanno gli stessi standard sanitari e di benessere creando un vero e proprio dumping economico nei riguardi delle nostre produzioni.

In Italia ci sono circa 1.300  allevamenti con capacità superiore a 350 galline ovaiole, per un totale di circa 50.000.000  capi che garantiscono un grado di auto approvvigionamento pari al 95 per cento. Dodici miliardi le uova prodotte di cui 0,5 miliardi esportate, mentre i dati sulle importazioni parlano di 1,4 miliardi di uova che arrivano ogni anno nel nostro Paese. 

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