il Punto Coldiretti

Giornata Agricoltura, la relazione di Moncalvo e tutti gli interventi

ROBERTO MONCALVO 

Presidente Coldiretti

“Ci siamo, tutti insieme a festeggiare il ritorno al centro della scena del paese, della nostra agricoltura.  Oggi come forse mai prima, possiamo dire che dove c’e`  produzione agricola, c’e` Italia! Siamo qui per testimoniare in primo luogo della ‘bellezza’ della nostra agricoltura, del suo  valore,  del  valore del vostro lavoro e del paese che li contiene, li custodisce, li rende possibile.  Una bellezza figlia di cura, di equilibrio, di tradizione e di innovazione, di buon lavoro ….di tutto cio` che oggi va sotto il nome di “sostenibilità”. Ecco cosa fa  ‘il bello’ in Italia, cosa lo rende esclusivo,  quindi ‘prezioso’  e quindi vendibile su tutti i mercati della terra,  vale per tanti settori del nostro paese ma piu` di tutto, vale per il nostro agro-alimentare. Se siamo ai vertici mondiali per la produzione biologica, se progressivamente  abbiamo scalato addirittura il ranking nella produzione di ‘caviale’, se la nostra rete di mercati in vendita diretta e` la piu` estesa in Europa, se l’agricoltura giovane italiana e` la piu` numerosa e piu` innovativa d’Europa, se i nostri formaggi e i nostri vini sono i più ricercati (e imitati) e` perche` in questi anni abbiamo costantemente ‘mantenuto’ e ‘innovato’. Fino ad una decina di anni fa – moltissimi fra esperti, studiosi di economia, professori, uomini politici – ci raccontavano che non potevamo farcela perche` eravamo ‘piccoli’, non avevamo sufficiente massa critica. Noi siamo andati per la nostra strada  e se oggi riusciamo a reggere le spinte all’ omologazione e  alla competizione dei mercati globali spesso legata solo al prezzo, e` perche` abbiamo saputo percorrere il sentiero antico e nuovo della distintivita`, della saldatura fra territorio, produzione agricola  e comunita`, dando vita ad un modello originale. Che alleati avevamo con noi?  Non L’Unione Europea,  ne`  certo il suo apparato tecnocratico. Non la rappresentanza della politica italiana a Bruxelles di allora, e nemmeno l’industria italiana. E se oggi la parte migliore di essa, il mondo della distribuzione, la miglior cooperazione (penso a Granarolo a come ha saputo spendersi sulla questione latte) sono al nostro fianco,  e`  anche perche` per molti anni, in solitudine, abbiamo svolto una vera funzione pedagogica.  Se oggi in tv la pubblicita` di prodotti  alimentari  è tutta focalizzata sull’origine,  se c’e stato un ritorno di attenzione prepotente sul cibo, ricordiamoci che  e` per tanti versi merito  nostro. Abbiamo fatto un buon lavoro come Coldiretti, perche` abbiamo tenuto una doppia contabilita`: quelle delle nostre aziende e quella del paese,  facendo in modo che convergessero…. non ci siamo divisi in fazioni..e se di guerre ne abbiamo fatte  – e restiamo pronti a farle  –  sono contro chi non ama  l’ITALIA! Le nostre lotte,  dalla difesa dell’origine e dell’etichettatura obbligatoria, alla legge sulla multifunzionalita`, alle iniziative messe in campo contro l’Italian sounding di matrice estera o italiana, alla normativa anti ogm – non  sono state l’esito di un furore ideologico o di arretratezza come vorrebbe qualche studiosa di fama:  ma di un’attenta valutazione di quanto fa  bene all’agricoltura italiana e al suo futuro.  Su questi terreni, in cui si manifesta l’affermazione stessa di autonomia nazionale, il Governo e` stato al nostro fianco, nei fatti e simbolicamente. Perche` per tutti noi conta che il  nostro  Primo Ministro,  in visita da Obama abbia portato una bottiglia di vino, e` un gesto che non dimenticheremo perche` ovunque all’estero ci sia un prodotto che nasce dalle nostre campagne, per noi  c’e` un pezzo di Italia che ci rappresenta. Ed e` un Governo che merita di essere tranquillizzato  anche sul tema delle importazioni: noi sappiamo bene di essere un paese che importa  sappiamo che le importazioni  contribuiscono al  nostro fabbisogno alimentare e al nostro export, ma  cio` non puo` rappresentare il via libera per fare entrare nel nostro paese fiumi incontrollati di derrate alimentari,  senza considerare  che c’e` un limite ben preciso oltre il quale le filiere declinano fino a sparire, i profitti di alcuni si trasformano in costi non sostenibili – di natura ambientale, economica,  sociale – per tutti e un intero patrimonio di quella bellezza viene eroso. E’ lo  stesso rischio che corre il calcio italiano: quando il numero di stranieri che giocano nel campionato supera di gran lunga quello dei giocatori nostrani, si depauperano i vivai, ci va di mezzo la ‘nazionale’ e questo  – si tratti di calcio o di agroalimentare – non lo possiamo permettere. Ecco le ragioni dei nostri Brennero, della  nostra risposta dura, ma responsabile a una specifica multinazionale e a una tecnocrazia  europea lontana dai popoli: noi non stiamo difendendo le ‘miniere’  come fecero i sindacati con la Thatcher negli anni settanta, stiamo promuovendo un diverso e piu` lungimirante modo di produrre ricchezza per noi e per il paese. E qui Presidente  c’e` qualcosa su cui vale la pena di riflettere:  noi  deteniamo il piu` alto valore aggiunto per ettaro e al tempo stesso il piu` alto numero di occupati per ettaro…..il che vuol dire che per ogni ettaro di terra lavorata produciamo piu` ricchezza e diamo piu` lavoro rispetto a tutti gli altri. Ecco perche` siamo sereni e determinati come lo fu Bonomi – il nostro fondatore – alla fine della guerra, quando  difendendo i progetti dei coltivatori diretti, ebbe storicamente ragione dell’allora partito di opposizione, intuendo che il progresso in Italia passava per la possibilita` di produrre ricchezza e non solo per la sua distribuzione. Senza dimenticare che Bonomi porto` a casa una delle piu` grandi riforme che il nostro paese abbia conosciuto e ci piace ricordare,  una delle piu` straordinarie opportunita` di sviluppo e ed equita`, che siano state offerte alle famiglie italiane. Diciamo tutto questo perche` questo Presidente del Consiglio di tutto potra` essere accusato, meno che di non ‘provarci’, di mirare  anche lui a riforme ‘grandi’ , di non nascondersi di fronte a quei meccanismi di conservazione, ottusita` burocratica, egoismo nazionale, che spesso sono uno degli abiti piu` comuni indossato dall’Europa e il primo fattore di populismo.  Sono riforme  ‘grandi’  che,  come negli anni della ricostruzione vedono protagonista un gruppo dirigente giovane,  e sono riforme che sembrano puntare ad un obiettivo: consentire agli italiani e al paese tutto di esprimersi al meglio di se`. E spesso ‘il meglio’ contiene una misura forte di orgoglio nazionale, qualcosa che sfiora la sfrontatezza ma risveglia energie e gioventu` come quando  Matteo Renzi ha saputo dire all’Unione Europea che “se non se la sentiva a darci una mano sull’immigrazione,  avremmo fatto da soli” . Ha rischiato ben piu` del 2/3% di consensi,  ma se oggi la Merkel ha cambiato verso e con lei mezza Europa, e` anche grazie al coraggio del nostro Presidente del Consiglio. Noi sappiamo benissimo che l’accoglienza ha bisogno di norme, di regole di doveri,  ma dell’accoglienza conosciamo bene anche il valore e sappiamo che ci sono filiere agricole in Italia che vedono un apporto insostituibile degli immigrati. Un lavoratore su 4 delle nostre campagne è straniero: oltre 322 mila persone che sono entrate nelle nostre aziende e nelle nostre famiglie. A loro va anche oggi il nostro riconoscimento. Ci sono cose che possiamo chiedere a questo governo?  Certo, ma forse sono di piu` quelle che possiamo offrire.  Possiamo aiutarlo a fare pulizia dove serve. Sto pensando al lavoro nelle campagne: noi non tollereremo oltre, forme di lavoro che fanno retrocedere il paese agli inizi del 900 e poco importa quanto siano isolate.  Contro questo tipo di sfruttamento si sono battuti i nostri bisnonni e i nostri nonni, portando a casa conquiste di civilta` del lavoro che sono diventate universali.  Indietro non si torna. Se puntiamo su distintivita`,  bellezza, qualita`, sicurezza, sostenibilità,  il ‘lavoro’ che sta sotto a tutto questo deve cominciare con la lettera B…..deve esser un BUON LAVORO.  Su questo non faremo sconti e mostreremo tutta l’intransigenza necessaria. Al tempo stesso – e non lo diciamo per giustificare nessuno –  va detto che esiste anche un caporalato bianco che vige non in Cina, nel Sud-est asiatico o nel Maghreb,  ma in Europa in Polonia, in Romania, in Lettonia, in Slovacchia. E` proprio vero talvolta slides e striscioni raccontano piu` di tante tavole rotonde e allora vale quanto abbiamo scritto al Brennero ‘Presidente aiutaci a cambiare l’Europa!’. Dal canto nostro metteremo la stessa intransigenza che chiediamo alle istituzioni quando si tratta di perseguire l’italian sounding , la stessa ragione etica che ci ha guidato alla creazione di Credit Agri e all’idea di ‘giusto credito’ per le nostre aziende che abbiamo affidato nelle mani del prof. Sabino Cassese.  Offrire 3,5 miliardi di credito a oltre 32.000 aziende, ha sifgnificato ‘fare’ trovare autonomamente soluzioni, lasciandoci  lasciarci alle spalle la stagione dei ‘salotti’ e delle ‘chiacchiere’. Analoga limpidezza  e concretezza ci hanno guidati a dar vita alla nostra Fondazione sulla Agromafie, trovando nel Procuratore Caselli, il piu` alto e nitido  esponente di quella legalita` che sa farsi strumento quotidiano di lavoro. Il senso che noi diamo al tema della legalita`, e` lontano da ogni astrattezza e da ogni ideologismo: regole, certezza e rispetto della legge per noi sono uno straordinario fattore di produzione, qualcosa che contribuisce ad esaltare il potenziale del nostro Made in Italy, e a recuperare e redistribuire ricchezza (materiale e immateriale) a chi produce e a chi consuma: nella nostra visione la legalità certo libera l’anima, ma equivale anche a un punto di Pil in più per la nazione. Ma ci sono altri pezzi di strada che possiamo percorrere assieme. Penso in primo luogo al valore dell’accoglienza, a quel processo di inclusione che le nostre aziende stanno già mettendo in campo nei confronti dei soggetti deboli e a rischio di emarginazione; parlo di ciò che oggi anche la legge nazionale che abbiamo ottenuto definisce “agricoltura sociale”. In una fase in cui l’ombrello del welfare tende a restringersi possiamo offrire al paese un’importante chiave di sussidiarietà: con i nostri agriasilo, con le strutture di accoglienza per gli anziani, con le aziende che già si impegnano nell’integrazione di soggetti svantaggiati. Poi ci sono i progetti che abbiamo messo in campo nel Sud, un partenariato fra aziende a noi associate e marchi prestigiosi dell’industria italiana e internazionale come Novamont, Olio Dante, Ferrarini, Philip Morris, Cremonini.  Perche` quando si tratta di creare lavoro e ricchezza,  noi non abbiamo paura della grande industria o delle multinazionali, siamo aperti a tutti coloro che lavorano con e per l’Italia.  Con questi progetti contiamo di accelerare un processo di crescita per l’agricoltura del Sud, di si cui si vedono gia alcuni segni. Mi piace soffermarmi su questo ultimo aspetto, perche` la ri-partenza nel sud e nelle isole, non ha i caratteri (come e` accaduto in passato) dell’assistenza o dell’intervento statale, ma si nutre di Sud stesso, di impresa spesso giovane e vocata all’internazionalita`. Caro Presidente Renzi c’e` una leva della speranza e dell’ottimismo, su cui possiamo agire insieme…. non avremo paura della paura…. e ti siamo grati di un importante segnale che hai voluto darci mettendo a disposizione 260 milioni per rilanciare il nostro export. ‘Sono ancora poca cosa’, hai osservato, ma servono  a sconfiggere il pessimismo e allontanano l’inerzia di ieri. Noi continueremo a fare la nostra parte,  a te  Presidente chiediamo di liberarci  da alcuni pesi. Abbiamo già ottenuto grazie al registro unico dei controlli che a partire dal primo gennaio 2016, 17 enti diversi non vadano a controllare la stessa azienda, ma il cammino per liberarsi dalla burocrazia inutile (non dalle giuste normative) che soffoca chi lavora, deve proseguire. Invitiamo te e il Governo a procedere con forza sulla via della “giusta semplificazione”. Ci sono poi gravami che rischiano di diventare insostenibili e mi riferisco in particolare all’Imu sui terreni agricoli. Sei il primo Presidente del Consiglio che sta avendo la forza di affrontare una misura di detassazione per le imprese agricole. Infine  – e so che e` una riflessione che avete avviato  – rimane un ceppo che ostacola il cammino  delle nostre aziende e ne frena sia il necessario recupero reddituale (il tema dei prezzi grazie alle inerzie europee e` incandescente), che la possibilita` di incrementare l’occupazione (non va mai trascurata l’incidenza degli oneri aggiuntivi sul costo del lavoro, soprattutto in alcune aree del Paese) proprio in questa fase in cui il nostro Made in Italy agroalimentare cresce piu` di ogni altro settore; sto parlando dell’eliminazione dell’ Irap agricola Presidente, e degli effetti che essa avrebbe sul settore e quindi – credo di poter dire – sul Paese. Stiamo parlando di misure cruciali, anche sotto il profilo finanziario – siamo i primi a rendercene conto – ma siamo certi che se attuate darebbero una straordinaria boccata d’ossigeno e toglierebbero il piombo dalle ali delle nostre aziende, consentendo loro di aprirsi ancora di piu` ai mercati europei e mondiali. Senza inseguire facili consensi nelle piazze, come debbono saper fare i buoni padri di famiglia abbiamo saputo capire quando la situazione del Paese rendeva prematuri questi provvedimenti. Ma contavamo che  tu e il tuo Ministro Martina  avreste trovato  la giusta opportunita` e la stagione matura per metterle in campo. Poi la nostra battaglia di sempre sull’etichettatura….. La recentissima reintroduzione dell’indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione in etichetta è un segnale importante in questa direzione. Queste misure non sono un costo ma uno straordinario volano di competitività e trasparenza per il nostro Made In Italy. Questi passi in avanti sull’etichettatura, la cancellazione dell’Imu e dell’Irap sono una conferma che la stagione e` davvero matura e che una  autentica ‘rivoluzione’ e` possibile. Ci serve una  linea di partenza che sia uguale per tutti Presidente e vedrai che  ‘a rodere’ saranno gli altri.  Credo davvero che il vento stia cambiando anche in Europa: solo un anno fa tu e il tuo ministro vi battevate contro l’introduzione in Inghilterra del cosiddetto ‘semaforo’ sull’etichetta, oggi il sindacato degli agricoltori inglesi, la National Farmes Union, si batte per la difesa dell’origine e la trasparenza. Se cio` accade e` merito del lavoro di Coldiretti, merito di tutti coloro – come Carlo Petrini – che per tempo hanno saputo che non c’e futuro, non c’e` festa senza i produttori agricoli, o come ama chiamarli Carlo, senza i contadini! No Farmers, no  Party! Buona fortuna per il tuo lavoro e grazie per la brezza che hai portato nella nazione augurandoci che diventi un vento forte che spinga tutti gli italiani di buona volontà”. 

MATTEO RENZI

Presidente del Consiglio

Dall’1 gennaio 2016 non si pagheranno più l’Iva, l’Imu e l’Irap agricola. Lo annunciato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, davanti all’entusiasmo di trentamila agricoltori intervenuti alla “Giornata dell’Agricoltura” promossa da Coldiretti nell’Open Theatre di Expo. Renzi ha dato l’annuncio al termine del suo intervento, sottolineando che la soppressione delle tasse non peserà sui Comuni come avvenne per la soppressione dell’Ici. Nel suo discorso, il Presidente del Consiglio ha sottolineato che “l’agricoltura non è il passato, ma il futuro dell’Italia e che Coldiretti, con lo slogan ‘Forza Amica del Paese’ si pone nella posizione giusta nei confronti dell’Italia, il nostro Paese cui dobbiamo volere bene. Possiamo criticare politici, partiti, istituzioni – detto Renzi – ma dobbiamo smettere di sputare sul nostro Paese. Ai tavoli all’estero spesso sembra “figo” parlare male dell’Italia, invece dobbiamo riconoscere e valorizzare la bellezza di un Paese che è leader nel mondo per fascino e qualità delle produzioni”. Renzi ha poi fatto appello agli operatori delle comunicazione per promuovere di più e meglio il nostro Paese che “di fronte ad una richiesta di prodotti italiani per 90 miliardi di Euro, riesce ad esportare 35 miliardi. Vuol dire che c’è un problema di comunicazione, come dimostra anche il fatto che il nostro vino esporta 5,5 miliardi di euro, solo la metà di quello francese che esporta 11 miliardi. Il Governo in questa direzione, con la legge di stabilità, ha stanziato nel 2015 fondi per l’export che hanno fatto crescere le esportazioni negli Stati Uniti più del doppio dell’export nell’eurozona”. Renzi ha fatto appello alle televisioni perché “raccontino la bellezza del settore agricolo che non è più un mestiere di serie B, ma che rappresenta un pezzo di identità di questo Paese. Come ha fatto Coldiretti – ha detto – bisogna passare dal mugugno alla proposta: è questo ciò che io chiedo a tutti i corpi intermedi”. Affrontato anche il tema del caporalato. “Come governo italiano non possiamo stare a guardare e ci impegneremo per eliminarlo. Nello stesso tempo diciamo – ha affermato Renzi – occhio al caporalato bianco di alcuni Paesi europei. L’Europa deve essere una casa comune con regole uguali per tutti; perciò non possiamo accettare che ci facciano le pulci su questioni di bilancio e poi si chiudano gli occhi su quanti muoiono nelle stive sulle navi nel Mediterraneo”. In conclusione, Renzi, sottolineando che l’agricoltura non è un settore residuale come aveva sostenuto qualcuno anche del mondo bancario, ha dichiarato che Coldiretti ha fatto bene a dotarsi di uno strumento finanziario come Creditagri e ha auspicato una maggiore presenza della Cassa depositi e prestiti nel settore agroalimentare. “Mi è rimasto nel gozzo – ha concluso – che sia sfumata l’operazione Parmalat”.

MAURIZIO MARTINA

Ministro delle Politiche agricole

“Non c’è una organizzazione professionale in Europa che possa riunire un numero così alto di produttori per fare proposte e non per protestare”. Ha esordito così il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, nel suo intervento davanti ai trentamila produttori agricoli intervenuti alla Giornata dell’Agricoltura promossa ad Expo da Coldiretti. Un intervento quello del ministro proiettato verso il futuro e quindi verso i giovani. “Grazie ai giovani di Coldiretti – ha detto – per come stanno contribuendo a raccontare l’anima di questa Esposizione Universale, con i piedi ben piantati per terra e la testa nel mondo, con uno sguardo verso l’avvenire. Grazie a loro stiamo costruendo vere e proprie traiettorie di futuro”. Martina ricordando che l’Italia produce il più alto valore agricolo per ettaro, ha sottolineato che “i dati occupazionali, le nuove professioni, le iscrizioni alle scuole agrarie dimostrano quanto siamo proiettati al futuro e quanto i Paesi presenti ad Expo ci guardino stupiti per quello che facciamo, soprattutto in termini di biodiversità”. Secondo Martina ci sono ancora molte cose da fare: dalla difesa del made in Italy per scalzare il falso nel mondo (in soli 18 mesi il Governo ha realizzato a livello mondiale 500 azioni per contrastare i falsi prodotti nazionali) ad una maggiore collaborazione tra produttori, trasformatori e distributori. Ricordando le iniziative “Terrevive” e “Campolibero”, Martina ha anche sottolineato che dall’1 gennaio 2016 partirà il registro unico dell’impresa che semplificherà il rapporto tra la pubblica amministrazione e le aziende. Infine, citando il regista Ermanno Olmi, il ministro ha voluto lasciare un pensiero ai trentamila dell’Open Air Theatre: “Viene prima la dignità di chi produce e poi il mercato”.

GIANCARLO PISAPIA

Sindaco di Milano

“Una grande giornata, per voi, per Milano, per Expo. Una giornata bella e colorata per le prospettive che ci date e ci darete. E’ per me un motivo di gioia vedere tanti giovani, tante donne e migliaia di agricoltori impegnati quotidianamente nel prendersi cura della terra madre”. E’ Giancarlo Pisapia, sindaco di Milano, a salutare per primo la folla di trentamila agricoltori che la mattina del 15 settembre hanno affollato l’Open air theatre di Expo in occasione della Giornata dell’agricoltura italiana promossa da Coldiretti. Il primo cittadino del capoluogo lombardo ha stigmatizzato la giornata come “l’occasione di mettere al centro di Expo l’agricoltura italiana e i tanti uomini e donne che rendono grande il nostro patrimonio agroalimentare” evidenziando la necessità oggi di credere in un Paese che “lavora e che produce”. Pisapia, riferendosi alla mobilitazione che Coldiretti ha promosso nei giorni scorsi al Brennero, ha inoltre evidenziato l’importanza di una iniziativa “pacifica che deve assolutamente trovare risposta dalle istituzioni”. “Abbiamo un paniere agroalimentare straordinario – ha sottolineato Pisapia – una ricchezza che va protetta e tutelata di tutto ciò che la danneggia. La vostra, è la nostra battaglia per affermare un’agricoltura sana e produttrice di eccellenze”.

ROBERTO MARONI

Presidente della Regione Lombardia

Il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni è intervenuto alla Giornata nazionale dell’Agricoltura di Coldiretti, ad Expo, portando il suo saluto che non voleva essere un semplice omaggio, ma una testimonianza sugli orizzonti possibili, sul futuro che si vuole costruire insieme. “La Lombardia è la prima regione agricola d’Italia con 60 mila strutture produttive che danno lavoro ad oltre 230 mila lavoratori, la produzione agroindustriale vale più di 13 miliardi di Euro, ovvero il 16% del valore nazionale. La Lombardia, inoltre, ha oltre 73 prodotti di denominazione tipica. Siamo impegnati a garantire il futuro vero al settore agricolo con la concretezza dei numeri: il nuovo programma di sviluppo rurale della Lombardia 2014-2020 prevede 1 miliardo e 157 milioni di Euro, +133 milioni di Euro rispetto alla programmazione precedente. 500 milioni saranno destinati alla competitività del settore agricolo e alle sue importanti filiere, alla qualità dei prodotti, all’innovazione ed al trasferimento della conoscenza. Numeri importanti che dimostrano l’impegno della Regione a sostenere il mondo agricolo. Unica nota negativa: dopo 5 anni di continuità, la Lombardia non è riuscita ad anticipare la Pac per i ritardi nel calcolo dell’assegnazione dei titoli di pagamento che doveva fare Roma. Un danno grave per oltre 30 mila agricoltori. Maroni ha riconosciuto l’impegno del ministro Maurizio Martina e si è detto certo che questo problema sarà affrontato e risolto rapidamente. La vetrina di Expo – ha proseguito – rappresenta una grande occasione: diritto al cibo, sicurezza alimentare, salvaguardia dell’ambiente, ma soprattutto tutela del Made in Italy e lotta alla contraffazione alimentare. La Lombardia porta avanti questo impegno con la collaborazione intensa di Coldiretti ed in particolare Coldiretti Lombardia, nella persona del presidente Ettore Prandini, con cui abbiamo sviluppato un impegno costante che spero continui anche dopo Expo. Impegno, fatica, competenza, creatività: questo – ha concluso Maroni – è quello che vedo in Coldiretti oggi. La regione Lombardia sarà sempre al vostro fianco, in prima linea con concretezza”. 

CARLIN PETRINI

Fondatore Slow Food

Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, ha portato il suo saluto alla Giornata nazionale dell’Agricoltura ad Expo rivolgendosi al “popolo di quel lembo di Terra Madre che è l’Italia” per sottolineare come il buon cibo passi inevitabilmente dalla buona agricoltura. “Oggi l’Expo si rallegra con la presenza degli agricoltori che fanno diventare questa terra più ricca e fertile e tra 15 giorni – ha ricordato Petrini – saranno presenti all’Esposizione Universale i delegati di 120 paesi della rete di Terra Madre costituita da agricoltori, pescatori ed artigiani del cibo tra cui ci saranno 3 mila giovani che rappresentano il futuro della nostra alimentazione di cui 200 saranno i delegati di Giovani Impresa Coldiretti”. Sui giovani Petrini ha posto ancora un particolare accento concludendo che essi “sono il futuro della nostra alimentazione, delle nostre idee e delle nostre speranze”. Il fondatore di Slow Food ha poi proseguito dicendo: “l’elemento principale su cui si deve discutere è il valore del cibo poiché negli ultimi 50 anni il Paese ha pensato solo al prezzo sminuendo i prodotti della terra, frutto di un duro lavoro dei nostri agricoltori. Non si possono trattare i prodotti agricoli come quelli industriali: la terra ha una peculiarità diversa dalle logiche industriali, contiene la vita di ognuno di noi, la spiritualità e l’identità, oltre al nostro futuro. Il prodotto dell’agricoltura ha un’anima se viene ben pagato”. Petrini si è soffermato poi sulla fragilità del cibo che se troppo caro genera sofferenza, ma se costa poco mette in difficoltà gli agricoltori stessi, allontanandoli dalla terra. “Il prezzo deve essere giusto: questa la grande sfida dei prossimi anni”. Per ottenere il prezzo giusto per Petrini le vie maestre sono due: “La prima riguarda la responsabilità etica dei consumatori, la seconda è la politica che è un fine, un orizzonte. L’economia appartiene, invece, al mondo dei mezzi, oggi c’è una commistione tra fini e mezzi”. In questo momento – secondo Petrini – il libero mercato sta mettendo in ginocchio moltissimi contadini in ogni angolo della terra perché le regole di questo mercato privilegiano logiche mercantili di oligarchia. “Abbiamo bisogno di mercato libero dagli oligopoli, dalle speculazioni finanziarie. Occorre restituire armonia tra mercato e democrazia”. Infine, ha concluso ribadendo che pur essendo ora nell’era della globalizzazione, “è la terra che garantisce la sopravvivenza e sono proprio i valori della classe contadina a diventare i valori del futuro”.

GIAN CARLO CASELLI

Magistrato, presidente Comitato scientifico Osservatorio sulla criminalità in agricoltura

“C’è cibo per tutti ma non tutti possono permettersi di mangiare”. Parafrasando una frase di Papa Francesco, l’ex procuratore antimafia di Palermo Gian Carlo Caselli, presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla criminalità in agricoltura, ha aperto il suo intervento nella Giornata nazionale dell’Agricoltura promossa da Coldiretti nell’affollato Open Air Theatre di Expo parlando del “paradosso dell’abbondanza, buon base per riflettere sull’importanza del cibo qual bene comune” e dei reati che ruotano intorno al patrimonio agrolimentare. Caselli, soffermandosi sulla necessità della riforma dei reati in materia agroalimentare, ha evidenziato che l’agricoltura “è un settore sempre più importante per l’economia, ma anche materia per la finanza”, sottolineando il rapporto tra “cibo sempre più merce e meno bene comune” che necessita oggi più che mai di “soluzioni contro le frodi, di giudici e di processi, e non di semplici sanzioni” per sciogliere il “nodo tra disposizioni penali e amministrative”. In riferimento al caporalato e al lavoro nero, Caselli ha ribadito con forza che “non vanno considerati con logiche emergenziali, ma come problemi strutturali che vengono degenerati dalla mafia”, mentre tra strumenti da attuare ha elencato l’introduzione dell’etichetta dal campo allo scaffale, di un codice etico per le imprese e di un bollino di qualità per i prodotti derivati da lavoro regolare.

MARIA LETIZIA GARDONI

Delegata Coldiretti Giovani Impresa

“Ci sono 50mila imprese che hanno voluto tornare a prendersi cura della terra. Il loro sogno, il nostro sogno, è un nuovo futuro per l’Italia e per l’Europa”. Lo ha detto Maria Letizia Gardoni, delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, rivolta al premier Matteo Renzi in occasione della Giornata nazionale dell’agricoltura in cui, evidenziando l’emozione per una platea tanto vasta, la ventiseienne imprenditrice di Osimo ha ringraziato le migliaia di giovani intervenuti in assemblea a testimoniare l’entusiasmo e la passione di una Italia che guarda al futuro. “Noi abbiamo un sogno – ha detto la Gardoni a Renzi – disegnare un nuovo modello di futuro. E questo è possibile attraverso tre parole: armonia, crescita e giustizia”. La Gardoni, evidenziando che “partendo dal nostro paese si può cambiare l’Europa”, ha sostenuto che sono sempre più necessari “strumenti per costruire il domani e far volare le giovani imprese”.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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