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Gli agricoltori statunitensi prevedono di ridurre la superficie coltivata

Cala la superificie agricola coltivata negli Stati Uniti. A fare il punto della situazione è un articolo apparso sul quotidiano britannico Financial Times, sototlineando che si prevede un calo dell’1,8 per cento.

Quest’anno, gli agricoltori statunitensi semineranno le principali colture su una superficie di terra meno estesa, a causa della contrazione dei prezzi dei cereali e dei semi oleosi, ha dichiarato il governo americano.
Il Dipartimento all’Agricoltura degli Stati Uniti ha previsto che il numero degli acri di terra destinati alla coltivazione di mais registrera’ una contrazione dell’1,8%, rispetto al 2014, scendendo a 89 milioni di acri, il livello piu’ basso del 2010.
La superficie in acri destinata alla coltivazione di soia diminuira’ dello 0,2%, scendendo a 83,5 milioni di acri, rispetto all’area record dello scorso anno.
Le intenzioni degli agricoltori americani sono ampiamente seguite dagli operatori del settore, poiche’ gli Stati Uniti sono generalmente il piu’ grande esportatore mondiale di cereali.
Le esportazioni sono aumentate, nonostante l’apprezzamento del dollaro, ha spiegato Rob Johansson, economista del Dipartimento all’Agricoltura degli Stati Uniti.
Negli ultimi anni, gli agricoltori statunitensi hanno messo a coltivazione sempre piu’ terreni, cercando di approfittare dei prezzi elevati. Tutto cio’ ha comportato una produzione record di mais e di soia, e un contestuale calo dei prezzi.
Le previsioni del Dipartimento all’Agricoltura degli Stati Uniti, diffuse giovedi’, sono leggermente diverse dalle previsioni di lungo termine pubblicate questo mese,con gli ultimi dati concernenti la superficie destinata alla coltivazione di mais piu’ alti, rispetto a prima, e quelli relativi alla coltivazione di soia che registrano una contrazione di 0,5 milioni di acri. (…)
Johansson ha, inoltre, spiegato il motivo per cui l’agenzia ha, recentemente, corretto al ribasso le previsioni a lungo termine concernenti le importazioni di mais dalla Cina, considerata, un tempo, un mercato promettente.
Le importazioni sono gia’ state interrotte lo scorso anno, dopo che Pechino ha scoperto chicchi contenenti una varieta’ geneticamente modificata non approvata coltivata negli Stati Uniti.
"Prevediamo che la Cina continuera’ a limitare le importazioni di mais", ha dichiarato Johansson, facendo riferimento alle abbondanti scorte interne che il paese ha accumulato attraverso un programma di sostegno dei prezzi agricoli.
Johansson ha, tuttavia, sottolineato come le importazioni cinesi di altre colture, come il sorgo, l’orzo, e i fagioli di soia siano cresciute.
Secondo le previsioni del Dipartimento all’Agricoltura degli Stati Uniti, gli agricoltori riceveranno una media di 3,50 dollari a bushel per il mais, 9 dollari per la soia, e 5,10 dollari per il frumento, dopo il raccolto del 2015 – i prezzi piu’ bassi degli ultimi sei anni.
Giovedi’ mattina, alla Borsa di Chicago, il mais per la consegna a marzo ha registrato un aumento dell’1,4% , arrivando a 3,89 dollari a bushel, la soia ha segnato un +0,8%, raggiungendo i 10,04 dollari a bushel, mentre il frumento ha guadagnato lo 0,9%, attestandosi a 5,3250 dollari. [Gregory Meyer, quotidiano – a cura di agra press]

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