il Punto Coldiretti

Gli interventi al Forum Internazionale Coldiretti di Cernobbio

VIII FORUM INTERNAZIONALE DELL’AGRICOLTURA E DELL’ALIMENTAZIONE
STRALCI DEGLI INTERVENTI (16-17 OTTOBRE 2009)
(BOZZE NON CORRETTE)

Maurizio Sacconi
Ministro del Lavoro, Salute e Politiche sociali

E’ necessario costruire nuove condizioni di sviluppo sostenibili a livello globale. Parte da un concetto semplice ma importante Maurizio Sacconi, ministro del lavoro e delle politiche sociali, intervenuto questa mattina al forum internazionale di Cernobbio, promosso da Coldiretti in collaborazione con lo studio Ambrosetti. E da qui inizia a scandagliare la situazione italiana nel contesto mondiale, soffermandosi in particolare sulla necessità di “guardare la crisi in corso anche nella sua dimensione sociale”. Lo scarso incremento demografico che colpisce una parte del mondo mentre “l’altra parte inizia ad imporsi proprio per le sue corti giovanili, principale e insostituibile forza”, i problemi legati al lavoro e al cambiamento del mercato, la necessità di nuove regole per una nuova visione dello sviluppo che non faccia incorrere negli sbagli del passato. “E’ necessario ripartire dalle persone, intese come rappresentanti di comunità, non semplici individui” ha detto Sacconi “in proposito l’Italia si sta dimostrando portatrice di un modello. Si pensi al fatto che proprio in Italia è stato promosso il primo summit sociale della crisi in cui è stato lanciato lo slogan people first, la persona innanzitutto”. Poi un veloce riferimento agli obiettivi su cui sta lavorando il governo italiano per una crescita socioeconomica: stabilità della finanza, liquidità delle imprese, occupabilità. E sul mercato del lavoro Sacconi ha ribadito che “i giovani vanno istruiti contro la paura della precarietà”, e che bisogna iniziare a comprendere l’importanza della flessibilità, concetto nuovo ma centrale per la società moderna. Un accenno agli strumenti sociali come voucher, per i quali Sacconi ha voluto ringraziare la Coldiretti di Treviso, la sua Treviso, per il lavoro svolto, e per finire un appello alle associazioni e al nuovo ruolo che potrebbero ricoprire. “Per uno sviluppo reale abbiamo bisogno delle associazioni di rappresentanza come la Coldiretti, che sappiano fare rete ed essere volano di idee e proposte. Il progetto dei consorzi agrari, per esempio, su cui la Coldiretti si sta impegnando è un esempio importante per una visione del futuro che non abbia dimenticato i valori, le tradizioni e la storia che hanno reso importante il nostro Paese, soprattutto il Mezzogiorno”.

Maria Stella Gelmini
Ministro Istruzione Università e Ricerca

“Questa generazione sarà la prima ad avere una prospettiva di vita inferiore a quella dei genitori”. Così ha esordito il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini nel suo intervento videoregistrato al Forum Internazionale Agricoltura e Alimentazione di Coldiretti a Cernobbio. “Di fronte a questo stato di cose – ha detto il ministro – abbiamo la responsabilità di educare ad una corretta alimentazione. Per questo ancora una volta desidero ringraziare la Coldiretti per la sensibilità dimostrata. Insieme stiamo facendo in modo che i giovani fin dai primi anni della loro esperienza scolastica possano venire a contatto con il tema dell’alimentazione, attraverso l’esperienza di Educazione alla Campagna Amica e l’esperienza della fattorie didattiche. Il prossimo obiettivo è coinvolgere almeno sessanta province all’anno per 500 mila allievi per sviluppare unità didattiche ad hoc in collaborazione con le scuole per creare oltre cento formatori esterni sui temi della sicurezza alimentare, della qualità delle produzioni e di far partire 940 fattorie didattiche. E’ un obiettivo ambizioso che possiamo raggiungere approfittando anche della nuova materia curricolare che l’educazione della cittadinanza”. La Gelmini ha ricordato la volontà congiunta del suo ministero e di Coldiretti di sviluppare linee guida operative congiunte per la revisione e l’aggiornamento dei materiali didattici e l’apertura di un bando di gara per la selezione di un campione di scuole pilota per sperimentare le unità didattiche e un concorso per sperimentare i migliori progetti di educazione alimentare.

 

Luca Zaia
Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali

I finanziamenti del Fondo di Solidarietà saranno stanziati entro la fine dell’esercizio finanziario 2009, l’etichettatura obbligatoria dell’origine dei prodotti agricoli sarà inserita nel documento dei 21 Paesi che verrà presentato lunedì 19 ottobre all’incontro dei ministri dell’Agricoltura Ue, e, infine, per combattere le contraffazioni proseguiranno i controlli a tappeto voluti dal ministero. Sono queste in sintesi le risposte del ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, alle richieste che gli erano state poste dal presidente di Coldiretti, Sergio Marini, al Forum internazionale Agricoltura e Alimentazione di Cernobbio. “Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi – ha detto Zaia – ha promesso il rifinanziamento del Fondo di Solidarietà il 30 aprile davanti alla platea di Coldiretti ed entro la fine dell’esercizio finanziario i fondi saranno stanziati”. Il ministro ha colto l’occasione del forum per “sfatare” quella che ha definito una “leggenda metropolitana”. “Non è vero – ha detto – che i tagli di bilancio hanno colpito particolarmente l’agricoltura come segno di poca considerazione. I tagli sono stati trasversali per tutti i settori”. Il problema -secondo il ministro – è che l’agricoltura si sta muovendo in un contesto in cui i costi di produzione sono “di gran lunga superiori a quelli di mercato per cui, in Italia, 1.700.000 aziende dovrebbero chiudere i battenti. Secondo qualcuno – ha proseguito il ministro – dovremmo finanziare le aziende perché non facciano niente. Ma questo è assistenzialismo”. In Europa secondo Zaia si assiste ad un scontro tra il Nord che vorrebbe gli Ogm per ridurre i costi e produrre di più e i paesi del sud, che puntano sulla distintività. “La vera sfida – ha detto Zaia – è la tipicità, la storia del territorio, come dimostrano sondaggi, come quello di Coldiretti, in base al quale i consumatori sono disposti a spendere di più per i prodotti locali. Oggi noi produciamo 11 milioni di quintali di latte e ne importiamo 8 milioni e il consumatore non sa se beve latte italiano o lituano”. Per far fronte a questa situazione, Zaia ha ricordato che creando un’alleanza con il ministro dell’agricoltura francese, Le Maire,” abbiamo ottenuto che nel documento che verrà presentato all’incontro di lunedì 19 ottobre sia inserito la compensazione nazionale delle quote latte, l’ammasso privato dei formaggi e l’etichettatura d’origine”.

Giuseppe De Rita
Presidente Censis

Con tutti i cambiamenti in atto nei consumi alimentari, mangeremo di meno e peggio? E’ stata la domanda iniziale che si è posto il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, nel suo intervento (in videoconferenza) al forum di Cernobbio di Coldiretti e Ambrosetti. “la mia sensazione è esattamente il contrario – ha detto il presidente del Censis – anche sulla base di una ricerca che stiamo facendo insieme a Coldiretti sui consumi alimentari. La crisi non sembra cambiare la realtà di fatto, nel senso che gli italiani non rinunceranno al tipico per essere più salutisti e non rinunceranno al conviviale per una maggiore qualità”. Secondo De Rita, il consumatore cerca di mettere insieme tutti gli aspetti dl mangiare. “In questo senso – ha detto – l’unica possibilità è il moltiplicarsi dei comportamenti di acquisto in cui ognuno gestisce la ‘tecnalità’ della spesa senza cambiare i contenuti. Quindi si va dal contadino invece che al supermercato, si compra un etto invece di un chilo. Il comportamento così diventa estremamente soggettivo con il consumatore che diventa arbitro della spesa”. Per De Rita in questo modo non si rinuncia a qualcosa, ma si “tiene tutto insieme il paniere di acquisto, decidendo dove e cosa acquistare. Per questo – ha proseguito – è importante creare con il consumatore un rapporto che crei fedeltà all’acquisto al mercato contadino, perché il canale venga utilizzato, pur senza rifiutare altre modalità, per cui si mangia a mezzogiorno pane e salame e poi alla sera di va magari da McDonalds”.

Giampaolo Fabris
Sociologo, Università San Raffaele di Milano

Nella società odierna, mentre cresce la fiducia nei prodotti, i consumi diminuiscono e, sul piano alimentare, mentre aumenta la ricerca della qualità e del salubrità, diminuisce l’incidenza della spesa alimentare nel bilancio della famiglie. Ha esordito con questi paradossi il sociologo Giampaolo Fabris nel suo intervento al Forum di Cernobbio di Coldiretti e Ambrosetti.
“Nonostante la sicurezza alimentare sia al primo posto delle attenzioni del cittadino – ha detto Fabris – c’è un comportamento che sembra opposto a questa attenzione, con una ricerca dei prezzi più bassi. Ma questo atteggiamento sta dimostrando risvolti interessanti perché si cercano prodotti sul territorio, scoprendo i farmers market, la vendita diretta, gli orti di città. In questo modo si riconquista un rapporto con la terra e si riscopre la stagionalità degli alimenti, mentre il rifornimento alla fonte porta anche alla riduzione dei deprecabili sprechi alimentari”. Secondo Fabris oggi il 25% degli italiani fa acquisti frequenti direttamente dai produttori e il 37% conoscono i mercati contadini. “Sono questi – ha detto – i segnali indicatori del futuro, dove emerge una maggiore attenzione alla terra e la coscienza che ogni cittadino deve fare di più per ridurre l’inquinamento. Gli acquisti di prodotti sfusi e quelli del territorio, non sono il segnale di un pauperismo, ma l’emergere di una coscienza che non è più tempo della bulimia dei consumi perché consumiamo troppo di tutto. Per questo in futuro avremo una struttura dei consumi profondamente rivista, più consapevole ed etica, con la richiesta di prodotti più duraturi e di maggiore qualità”.

Antonio Marzano
Presidente Cnel

La durata di questa crisi è e sarà maggiore rispetto alle altre recessioni post belliche e questo perché ha un’origine finanziaria e quindi è una crisi di fiducia. Lo ha dichiarato il presidente del Cnel Antonio Marzano, intervenendo al Forum Internazionale Agricoltura e Alimentazione di Coldiretti a Cernobbio. “Quando un’azienda chiede un finanziamento a una banca chiede fiducia – ha sottolineato -, quando la banca concede un finanziamento offre fiducia. La fiducia ha una caratteristica: si perde molto rapidamente, ma ci vuole molto tempo per ricostruirla. Un altro motivo che ha indotto la crisi è la ristrutturazione  non solo dell’economia italiana, ma di tutte le forme di specializzazioni nel mondo. Ma quali sono gli effetti che sta determinando questa crisi? Nell’anno in corso il PIL si riduce del 5%,solo circa la metà si riflette sull’occupazione. Ciò accade perché il sistema imprenditoriale italiano è fatto soprattutto di piccole e medie imprese e in queste realtà il rapporto tra titolare e dipendente è diverso, più familiare. Pertanto nelle piccole medie imprese prima di ricorrere ai licenziamenti si utilizzano altri strumenti, come la riduzione degli straordinari ecc. Su questo fronte molto ha fatto anche il governo, con un largo utilizzo degli ammortizzatori sociali. Purtroppo si prevede che entro l’anno  la disoccupazione aumenterà ancora, ma aumenterà in modo minore rispetto alle previsioni. Anche fare queste ultime è difficile, in quanto i segnali non sono stabili e mutano in continuazione, sono sempre diversi. Per affrontare la situazione si potrebbero ipotizzare diversi interventi come  ad esempio estendere  le tutele anche ai lavoratori autonomi, migliorare  i meccanismi che regolano il lavoro, favorire la formazione, e promuovere nuove politiche per  il sud dove è multiplo l’aumento della disoccupazione. E’ importante anche puntare su mercati efficienti e la qualità del prodotto. Oggi il settore agricolo si trova a fare i conti con una domanda  alimentare in costante crescita  e anche il graduale  spostamento di una parte di questo domanda verso un’alta gamma. Proprio in virtù del ruolo fondamentale che svolge l’agricoltura nella produzione di alimenti di produzione di alimenti  è inammissibile vedere che i prezzi alla  produzione si stanno riducendo. L’agricoltura italiana può diventare più competitiva  puntando sulla qualità (questo vale per tutti i settori). I prodotti italiani hanno le carte in regola per vincere questa  sfida ma bisogna anche combattere il problema della contraffazione. (emblematico esempio del Parmigiano). Questo fenomeno accade perché  la filiera è italiana solo a pezzi, dovrebbe invece essere tutta italiana. L’Italia può presentarsi al mondo  non solo con i suoi prodotti di qualità, ma anche con il grande patrimonio della sua cultura e delle sue tradizioni”.

Sergio Romano
Editorialista Corriere della Sera

La trasformazione del G8 in G20 e il momento di transizione della politica americana dalle posizioni ideologiche del governo Bush alle buone intenzioni di Obama sono i motivi principali per una Unione Europea che si presenti sul contesto internazionale più unita. E’ la tesi sostenuta da Sergio Romano, editorialista del Corriere della Sera, intervenuto al forum di Cernobbio di Coldiretti e Ambrosetti sul tema “Economia e lavoro: L’Italia e il contesto globale”.
Romano a ricordato che il Governo Bush sul piano della politica internazionale ha fatto guerra all’Iraq e in Afghanistan, finendo con il rafforzare il ruolo dell’Iran di difensore della causa palestinese e destabilizzando il Pakistan, maggiore alleato Usa in Medio Oriente; ha creato tensioni con la Russia da cui sono derivate crisi come quella cecena. Sul piano ambientale la politica di Bush – ha proseguito il relatore – ha disdetto il protocollo di Kyoto, facendo degli Usa il maggiore inquinatore insieme alla Cina. Sul piano interno ha dato mano libera al mondo finanziario, arricchendo i ricchi e impoverendo la classe media. Di fronte a questa situazione – secondo Romano – Obama ha manifestato l’intenzione di di dissipare le “nuvole” con la Russia consolidare i rapporti con la Cina, promuovere i rapporti palestinesi e correggere le disuguaglianze sociali. Interne. “Ma questa politica – ha detto Romano – sta dividendo il Paese. E’ presto per decretare il fallimento della politica del neo-presidente, ma certo il premio Nobel per la pace rischia di essere un premio alla memoria delle intenzioni”. Secondo Romano oggi gli Stati Uniti stanno attraversando una crisi di identità che “potrebbe costituire una grande occasione per l’Europa di inserirsi con le sue idee e i suoi progetti nelle scelte internazionali. Il trattato di Lisbona – ha detto Romano – apre spazi per una rappresentanza unica dell’Europa nel G20, dove i Paesi europei in ordine sparso avrebbero una presenza molto diluita”. Per quanto riguarda l’Italia, Romano, ha detto che in questo momento “il nostro Paese non ha un’immagine buona a livello internazionale, dove esportiamo risse. Nel G20 – ha concluso – l’Italia è a rischio invisibilità”.

Luciano D’Ulizia
Presidente Unci

“Il nostro obiettivo è fare della cooperazione un vero strumento mutualistico”. Lo ha detto Luciano D’Ulizia, presidente dell’Unione nazionale delle cooperative italiane (Unci), in margine all’accordo siglato con la Coldiretti per la creazione della più grande centrale cooperativa agroalimentare nazionale. I due soggetti stanno infatti lavorando alla creazione di un’ampia rete territoriale per la rappresentanza, l’assistenza e la tutela delle cooperative aderenti, organizzata attraverso una funzionale sinergia tra le strutture di servizio già esistenti. “Un progetto strategico che ha un grande scopo assistenziale e chiama in causa la sfera politica, economica e sociale” ha sottolineato D’Ulizia “è una sfida che rimette al centro il mercato sociale del lavoro, esalta la persona e i suoi valori e soprattutto restituisce dignità all’agricoltura contro una economia post-industriale che sta iniziando a far vedere i suoi limiti”.

Michael Hurwitz
Direttore Greenmarket New York

L’associazione Greenmarket ha una lunga esperienza a New York ed è stata avviata per promuovere programmi ambientali in città. A parlarne al Forum internazionale dell’agricoltura di Cernobbio promosso da Coldiretti in collaborazione con lo studio Ambrosetti è stato il direttore Michael Hurwitz. “Poiché a New York non si potevano acquistare prodotti buoni e genuini e nella regione si verificava una costante perdita di terreno agricolo sono stati organizzati i Farmers Market. Oggi ne abbiamo complessivamente 50, 19 dei quali si ripetono in modo stabile per tutto l’anno. I Farmers Market non sono solo mercati dove si possono acquistare i prodotti ma sono anche luoghi civici dove le persone possono interagire tra loro. Avviare questa iniziativa non è stato facile, c’era molto scetticismo tra gli agricoltori. I primi 12 che hanno sperimentato questa formula di vendita sono stati soddisfatti. Uno di loro in tre ore ha venduto tutta la merce. Oggi i Farmers Market sono presenti nei 5 distretti di New York. Nei mercati sono disponibili prodotti introvabili negli altri punti vendita, anche di varietà selvatiche. Viene posta una grande attenzione anche alla biodiversità. Ci sono agricoltori che vendono anche fino a 600 varietà di verdura diverse, questo garantisce un’ampia possibilità di scelta per i consumatori. La diversificazione colturale diventa un fattore di sicurezza anche per gli agricoltori quando si diffondono malattie che colpiscono varietà specifiche. I Farmers Market sono molto  più di un luogo dove acquistare cibo perché creano aggregazione tra le comunità e i vicini di casa possono parlare tra di loro. Possono essere considerati dei veri e propri luoghi di cultura, luoghi dove i consumatori possono conoscere  i sistemi produttivi e le caratteristiche dei prodotti che portano in tavola. Contestualmente ai farmers market  è stato avviato anche un programma che prevede diversi momenti di formazione nelle scuole  e  favorisce la visita degli allievi nella fattorie affinché abbiano la possibilità di conoscere l’attività agricola. Nei mercati ci sono anche chef che fanno dimostrazioni di cucina con i prodotti venduti sul posto e fanno al tempo stesso pubblicità ai ristoranti che utilizzano i prodotti venduti nei farmers market. Oltre alla formazione dei manager che gestiscono i armers market, puntiamo anche sulle squadre che hanno il compito di effettuare controlli per garantire che la marce sia di qualità, di stagione  e locale. Questa azione deve essere molto rigorosa perché in gioco c’è la fiducia del consumatore. Un’altra area nella quale crediamo molto è quella dell’accesso al cibo. Gli assegni alimentari che vengono distribuiti sono spendibili presso i farmers market e questo permette alle persone in difficoltà con problemi di obesità di poter acquistare frutta e verdura freschi. Il successo dei farmers market consente anche ai giovani di restare  agricoltura perché vedono il settore come un’opportunità di reddito”.

Ermete Realacci
Responsabile Dipartimento Ambiente Pd

“La politica deve interpretare i cambiamenti in atto e accompagnare il Paese verso lo sviluppo”. E’ una lettura sociopolitica quella di Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente, presente anche quest’anno del forum internazionale dell’agricoltura di Cernobbio promosso da Coldiretti in collaborazione con lo studio Ambrosetti. Il deputato del Partito democratico, partendo dalla sua esperienza di parlamentare ma ancor di più di ambientalista, è intervenuto  su “I nuovi modelli di consumo” proponendo uno spaccato dell’Italia in cui, mai come ora, bisogna imparare a gestire le conseguenze economiche sulla realtà sociale. “E’ necessario capire come fronteggiare gli effetti della crisi sulla società – ha sottolineato Realacci – è questo il compito principale della politica e di chi governa”. E su questo tema l’analisi dei cambiamenti dei consumi che “richiedono di conseguenza assestamenti della politica, trasformazioni e cambiamenti diversi da Paese a Paese”. Per il deputato il compito di chi governa è infatti l’interpretazione delle trasformazioni in atto e la definizione di strategie capaci di guardare al futuro anche alla luce delle scelte effettuate dagli altri Paesi perché “la realtà sociale va considerata ad ampio raggio”. Da qui la convinzione che “dopo la crisi le difficoltà saranno ancora molto forti” e che in Italia “la debolezza della crescita interna si deve principalmente a tre elementi: debito pubblico, eccesso di burocrazia e distribuzione ineguale della ricchezza”. Realtà diverse che vanno governate con soluzioni e scelte coraggiose. E per concludere una ricetta semplice ma importante: un futuro che deve puntare all’introduzione di “elementi di valore etico e ambientale” perché solo una visione di questo tipo potrà servire ad assicurare uno sviluppo organico e al passo con i tempi. 

Toni De Amicis
Direttore Fondazione Campagna Amica

La filiera agricola tutta italiana nasce dal bisogno di un grande sistema agroalimentare capace di premiare gli agricoltori e i consumatori. Ha esordito così Toni De Amicis, direttore della Fondazione Campagna Amica, intervenuto oggi pomeriggio a Cernobbio per illustrare il grande progetto Coldiretti di un nuovo circuito commerciale concorrente alla Gdo. Un progetto di filiera che sta prendendo corpo negli ultimi mesi con la creazione dei mercatini di Campagna Amica, presenti in molte regioni di Italia per promuovere l’incontro tra domanda del consumatore e offerta del produttore senza intermediazioni. “I consumatori, lo dimostrano i sondaggi dela SWG, sono perfino disposti a pagare di più per avere certezza di ciò che comprano” ha sottolineato De Amicis “ciò che chiedono afferisce alla trasparenza, alla tipicità, alla fiducia verso chi produce”. Un progetto – quello della filiera tutta agricola e tutta italiana –  che prende spunto da un modello inaugurato in Usa alcuni anni fa: i mercatini degli agricoltori pensati come reazione all’omologazione delle produzioni vendute dalla grande distribuzione. “In Italia siamo andati oltre” ha spiegato De Amicis “abbiamo puntato, e ci riusciremo, ad una rete organizzata, capace di conciliare in modo strutturato l’incontro tra produttori e consumatori”.

Paolo Aurullani
Presidente Università Campus Bio-Medico di Roma

Tra l’alimentazione e la salute vi è un rapporto molto stretto: la nostra salute dipende da ciò che mangiamo.Una corretta alimentazione quotidiana è fondamentale per prevenire le malattie e curarle. Lo ha dichiarato Paolo Aurullani, Presidente Università Campus Bio-Medico di Roma, intervenuto al Forum internazionale dell’agricoltura di Cernobbio promosso da Coldiretti in collaborazione con lo studio Ambrosetti. “Oggi  sono numerose le informazioni su questo tema, è sono numerosi anche gli input che si ricevono per fare una riflessione su come e cosa mangiare. Nonostante ciò la malnutrizione continua ad essere  nel mondo causa di morte. Sono molto significative anche le numerose patologie legate alla nutrizione, come  ad esempio l’obesità e la denutrizione. Nonostante l’obesità venga considerata una malattia del benessere,è presente non solo nei paesi ricchi (per sovrabbondanza di cibo e poca conoscenza delle reali caratteristiche degli alimenti) ma anche in quelli poveri e in via di sviluppo (per un’alimentazione impropria e impossibilità di scegliere gli alimenti). Un aspetto della nostra alimentazione attuale è che mangiamo poca frutta e verdura di stagione. Da un lato la scienza ha raggiunto conoscenze molto vaste sulle proprietà nutritive e sulla composizione degli alimenti, dall’altro è andata persa la conoscenza legata alla tradizione che ci faceva soffermare su questi aspetti. E’ positivo il fatto di alimentarsi con prodotti locali e di stagione. I cibi a km zero sono quelli che garantiscono un maggior apporto nutrizionale anche perché rispettano i cicli stagionali e contribuiscono anche alla cultura della tradizione. La natura ha in se i principi per la tutela della nostra salute; oggi sappiamo molto di più e c’è più possibilità di scelta ma è più difficile gestire le decisioni che portano a un’alimentazione capace di garantire più salute. La soluzione di questo problema sta nella nostra capacità di coniugare conoscenze scientifiche con la nostra capacità di scegliere cosa portare in tavola. Le regole di un tempo (le regole della tribù) erano ben poca cosa rispetto alle conoscenze attuali, ma erano di dominio pubblico e tutti le conoscevano. E’ fondamentale quindi attuare una maggiore educazione alimentare,a ogni livello, anche nel mondo della scuola. In occasione di questo Forum voglio formulare tre proposte concrete da attuare: collaborazione tra università, aziende e realtà come la Coldiretti che valorizza agricoltura come risorsa economica e culturale, tornare a collaborare in modo permanente su temi culturali legati all’alimentazione, cogliere l’occasione dell’Expo 2015 che darà grande visibilità alla nostra tradizione alimentare per sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi”.

Colomba Mongiello
Senatrice, Responsabile Naz. Dip. Agricoltura PD

Questi appuntamenti sono preziosi per costruire quel clima di reciproco rispetto e di utile cooperazione che deve sempre più caratterizzare il rapporto fra associazioni agricole, politica e istituzioni. E’ quanto affermato dalla senatrice Colomba Mongiello intervenendo al Forum internazionale dell’agricoltura di Cernobbio promosso da Coldiretti in collaborazione con lo studio Ambrosetti. “La discussione e il confronto ci hanno permesso in qualche occasione di avvicinare le nostre posizioni, di comprendere meglio le rispettive motivazioni, di fare tutti insieme qualcosa di utile per l’agricoltura italiana. L’intreccio fra agricoltura, alimentazione e ambiente, questa tripla A che è parte così forte e determinante dell’identità italiana è ancora sottostimata nel discorso pubblico e nell’agenda delle istituzioni È un problema complessivo, anche culturale, che non appartiene solo ad una parte politica, ma che trova in questo Governo un punto di particolare allarme, al punto che è lo stesso ministro Zaia a dire di confidare nell’attività e nell’azione dei parlamentari perché si formulino quei provvedimenti che evidentemente egli non riesce a far valere in sede governativa. Coldiretti può guardare con soddisfazione ai risultati della sua battaglia sulla tracciabilità e sull’accorciamento della filiera. Abbiamo contribuito, insieme alla maggioranza, a produrre primi risultati normativi, come il ddl sull’etichettatura, anche supplendo ad una certa distrazione o trascuratezza del Governo. Siamo convinti che questa battaglia vada nella giusta direzione, che è quella di valorizzare l’eccellenza e la tipicità italiana e nello stesso tempo di sostenere il reddito degli agricoltori, che oggi è troppo spesso sotto il livello della sopravvivenza aziendale o addirittura dell’indigenza.
Continuiamo a chiederci se questa battaglia, necessaria, è anche sufficiente. E continuiamo a pensare di no. Perché riteniamo che il grande polmone produttivo rappresentato dall’agricoltura italiana (che insieme all’agroalimentare pesa per oltre il 15% sul Prodotto Interno Lordo) debba finalmente ricevere quell’attenzione e quelle risorse che gli sono state fin qui negate. In particolare crediamo sia indifferibile il rifinanziamento del Fondo di Solidarietà, rispetto al quale sono state fatte promesse autorevoli e disattese nell’assemblea che Coldiretti ha tenuto a Roma nello scorso marzo. L’agricoltura non può essere la grande assente dei provvedimenti anticrisi, non può perdere competitività rispetto agli altri Paesi europei, come la Francia e la Spagna, le cui agricolture ricevono aiuti ben più consistenti dai loro governi. Nella incontestabile autonomia che appartiene a ciascuno (associazioni agricole, partiti, gruppi parlamentari) noi crediamo sia tempo di unire le forze per riconquistare all’agricoltura e all’agroalimentare quella centralità che spetta loro per memoria, forza, strategicità degli interessi rappresentati e da tutelare”.

Paolo Russo
Presidente commissione Agricoltura della Camera

Il presidente della Commissione Agricoltura della camera, Paolo Russo, si è detto convinto che “l’agricoltura possa essere volano di crescita per il Paese e che la ruralità, intesa come cultura, paesaggio, modi di vita debba avere una centralità nel processo di sviluppo”. Al Forum internazionale Agricoltura e Alimentazione di Coldiretti a Cernobbio, l’on. Russo ha affermato che sull’argomento dell’etichettatura “bisogna evitare una battaglia tra agricoltura e industria. L’obiettivo – ha detto – e partire dalla qualità italiana e non si vuole creare la crisi di nessun settore, ma dare certezze ai consumatori”. Il presidente della commissione Agricoltura della Camera ha chiesto un “nuovo patto tra agricoltura e società, in cui il bene comune è la qualità, la salubrità, la tipicità del prodotto, in cui emerga una considerazione etica dell’agricoltura. Il nuovo patto – ha specificato – deve però basarsi sulla capacità dell’azienda di fare reddito”. Sottolineando che gli “agropirati” rubano l’identità dei prodotti, l’ on. Russo ha affermato che “Il prodotto agricolo cento per cento italiano è importante per difendere l’eccellenza italiana”.

Paolo Scarpa Bonazza Buora
Presidente commissione Agricoltura del Senato

La costituzione del Consorzio Agrario d’Italia ha esteso il ruolo di Coldiretti da organizzazione agricola, sociale, ambientale, anche a quello di organizzazione economica. Lo ha detto il senatore Scarpa Bonazza Buora intervenendo al Forum di Coldiretti a Cernobbio. “Il nuovo progetto di Coldiretti – ha detto il presidente della Commisione Agricoltura del senato – non ha nessuna intenzione di ripercorrere vecchie strade, ma è il frutto di un lavoro di mesi che ha portato all’approvazione della legge sulla mutualità prevalente che ha consentito di realizzare il nuovo soggetto presentato qui al Forum”. Lo scopo del progetto – ha commentato Scarpa Bonazza – è di realizzare un soggetto in grado di raccogliere la materia prima agricola, di stoccarla, eventualmente trasformarla e immetterla sul mercato per assicurare quel valore aggiunto all’azienda agricola che era stato compromesso negli attuali sistemi di filiera. “Ciò che farà il nuovo soggetto dei Consorzi Agrari – ha detto il senatore – sarà anche una serie di servizi che vanno dal credito alle assicurazioni che rispondano alle esigenze delle imprese”. Scarpa Bonazza ha poi sottolineato l’importanza dell’etichettatura per valorizzare il prodotto. “Non si tratta di protezionismo – ha detto – ma di protezione della trasparenza. Per questo ci auguriamo che possa trovare l’approvazione di tutte le parti in causa, agricoltura, industria, consumatori”. Il senatore ha indicato inoltre altre due azioni per difendere il reddito agricolo: un’azione decisa a livello comunitario e a livello di Wto per far riconoscere la trasparenza della provenienza dei prodotti agricoli nel commercio mondiale.

Antonio Buonfiglio
Sottosegretario alle Politiche Agricole

“Ci sono cose molto importanti che diciamo da anni, anche sull’onda di quello che la Coldiretti ha insegnato al Paese: tracciabilità, filiera corta, sicurezza alimentare, ruolo multifunzionale dell’agricoltura. Si tratta di cose importanti, ma non sufficienti”. Lo ha dichiarato Antonio Buonfiglio, sottosegretario di stato alle Politiche Agricole e Forestali, nel corso dei lavori del Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione promosso da Coldiretti. “Da molti anni – ha detto – si fa una politica sulla qualità, sulla sicurezza alimentare, sulla tracciabilità, sull’etichettatura e non è un caso che tutti questi provvedimenti vengano approvati all’unanimità. Questo vuol dire che c’è grande capacità delle organizzazioni che le propongono, ma anche grande condivisione della politica”. Secondo Buonfiglio bisogna però che le istituzioni recuperino un pensiero lungo e  vadano oltre la quotidianità. Ha ricordato quindi che un passaggio fondamentale, anche se non da tutti condiviso, è stata la riforma della Pac e l’introduzione del disaccoppiamento. “Quando si parla di agricoltura – ha precisato –  va detto con forza che questa attività produce reddito professionale e non può essere considerata una rendita per nessuno. Di fronte  a 1.700.000 percettori del contributo comunitario, sono 600.000 le persone che pagano i contributi previdenziali,  1.000.000 le partire iva, 300.000 le aziende che assicurano il loro prodotto. Bisogna distinguere tra chi fa veramente impresa agricola e chi no”. Buonfiglio ha spiegato che a questo riguardo bisogna  approfittare dell’articolo 28 del regolamento comunitario 73 che dà la possibilità a ogni stato membro di agire entro il 2010 e di portare le contribuzioni della Pac solo a chi è imprenditore agricolo a livello professionale o svolge attività agricola in maniera prevalente. “Questo vorrebbe dire- ha chiarito – che ovunque noi poggiamo la stanghetta dell’impresa agricola, se chi non svolge attività agricola professionale non percepirà Pac, avremo oltre un miliardo di euro a disposizione per una politica agricola nazionale. Se non coglieremo noi questa opportunità, sarà la Commissione a toglierci questi fondi”. “In questo momento di difficoltà – ha sollecitato il sottosegretario- bisogna riqualificare la spesa. Governo e  Regioni hanno perso un’occasione  distribuendo in mille rivoli le risorse dell’articolo 68, che invece potevano essere destinate per il 50 per cento al fondo di solidarietà nazionale e per il 50 per cento per favorire l’accesso al credito". In conclusione Buonfiglio ha affermato che oggi la politica nazionale deve essere in grado di sostenere le filiere tipiche della dieta mediterranea e che il reddito domenicale agevolato è giusto che lo paghi solo chi fa della terra un fattore di produzione.

Sergio Marini
Presidente Coldiretti

"E’ una risposta alla crisi dell’agricoltura, una risposta positiva di una associazione che non va soltanto in piazza ma fa proposte serie e concrete quando c’e’ un momento di difficoltà". E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini alle agenzie di stampa a proposito della nascita di “Consorzi Agrari d’Italia”, la nuova holding degli agricoltori. La Coldiretti – ha continuato Marini – "si e’ impegnata nella costruzione di un’associazione che diventi rappresentanza di filiera, lo abbiamo fatto associando i consorzi agrari e la cooperazione”. "Adesso, finalmente, si sta anche costruendo la filiera agroalimentare e intorno alla infrastruttura dei ‘Consorzi Agrari d’Italia’ il sistema produttivo, gli imprenditori agricoli, torneranno a essere protagonisti del loro futuro". "E’ un progetto che  va in aiuto degli agricoltori,  afflitti dalla discesa dei prezzi alla produzione e dalla mancanza di potere contrattuale – ha spiegato Marini – e farà anche un favore alla famiglie che spenderanno meno, comprando i prodotti tipici direttamente dai produttori". "Ora si potrà avere una filiera agroalimentare tutta italiana che garantirà il vero made in Italy al miglior rapporto qualità-prezzo. Per tutti i prodotti agroalimentari ci potrà essere una valorizzazione più marcata del marchio proposto dal produttore, favorendo il potere contrattuale e possibilmente anche la trasformazione e la commercializzazione del prodotto". "Sono convinto che la distribuzione intelligente, che ha intenzione anch’essa di differenziarsi sul Made in Italy, perche’ valore riconosciuto dai consumatori in Italia e all’estero – ha concluso il presidente di Coldiretti – accettera’ questo progetto e chiederà di partecipare. Ovviamente, noi siamo ben contenti di aprire le nostre porte a tutti coloro che non ci vengono a far perdere tempo".

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