Grana Padano, cresce la produzione ma il prezzo alla stalla resta troppo basso
Il maggiore tra i formaggi Dop italiani, il Grana Padano, sembra godere di ottima salute, come emerge dai dati recentemente resi noti dal suo Consorzio di tutela. Ad aprile 2010 cresce la produzione dell’1,94% rispetto a quella dello stesso mese del 2009; il consumo in Italia nel bimestre febbraio-marzo 2010 aumenta addirittura del 6,2% (contro una performance del comparto formaggi duri del +1,3%) e non si tratta di un picco isolato, visto che nel bimestre precedente la crescita era addirittura di +7,3%; le esportazioni di Grana Padano e Parmigiano Reggiano, infine, sono aumentate nell’ultimo anno addirittura dell’11,52%, come rilevato dall’Istat. Ci aspetterebbe che risultati così brillanti avessero ricadute positive sull’intera filiera, visto che si tratta del formaggio che utilizza più di un quinto del latte degli allevamenti italiani e, soprattutto, proprio il Grana è quel prodotto il cui andamento ha sempre costituito il riferimento per fissare il prezzo del latte alla stalla. Ma purtroppo non è cosi, visto che il latte nelle zone di influenza del Grana Padano viene pagato molto poco (33 centesimi di euro) e comunque ben al di sotto dei costi di produzione. Da semplici calcoli basati sulla resa latte-formaggio-burro, il latte potrebbe venire remunerato 7 centesimi in più, ma lo scarso (o meglio l’inesistente) potere contrattuale degli allevatori non può colmare questa differenza. |