il Punto Coldiretti

Guerra del latte, allevatori pronti a mobilitazione senza precedenti

"Siamo pronti a una mobilitazione senza precedenti". Lo hanno dichiarato gli allevatori al termine del vertice promosso dalla Coldiretti sul problema del prezzo del latte, al centro di un duro confronto con gli industriali.

Dopo la rottura delle trattative e l’immediato blocco degli stabilimenti avviato dagli imprenditori agricoli, che ha costretto Assolatte a tornare sui suoi passi, la Coldiretti ha proposto ora una nuova base negoziale che parte da 0,32 euro al litro, da affrontare nella riunione prevista per il 29 dicembre prossimo nella sede della Prefettura di Brescia.

Se gli industriali dovessero preseguire in un atteggiamento che non riconosce la realtà del mercato, speculando a spese delle imprese agricole e dei cittadini consumatori, Coldiretti è comunque pronta a mobilitarsi con iniziative ad oltranza e senza precedenti nei confronti dei principali stabilimenti del settore.

La guerra del latte è tornata a divampare dopo che Assolatte ha avanzato la proposta di aumentare il prezzo di appena mezzo centesimo, da 30 a 30,5. Una cifra assolutamente irrisoria rispetto alle legittime richieste delle imprese agricole e dinanzi a un prezzo medio al consumo di1,35 euro al litro, con un ricarico di quattro volte e mezzo (+350 per cento) rispetto ai 30 centesimi riconosciuti in media alla stalla.

Immediato è così scattato il blocco da parte degli allevatori della Coldiretti dei principali stabilimenti dell’industria lattiero-casearia, dalla Parmalat di Collecchio, in provincia di Parma, alla Auricchio a Cremona, Ambrosi a Castenedolo (Brescia), Sterilgarda a Castiglione delle Stiviere (Mantova) e Galbani a Caravaggio (Bergamo) e Corteolona (Pavia).

Il blitz degli agricoltori ha costretto Assolatte a tornare al tavolo della trattativa, con la Prefettura di Brescia come nuovo terreno di confronto. L’obiettivo è arrivare ad una giusta remunerazione del latte lombardo assurdamente negata dalle rappresentanze industriali nonostante le condizioni di mercato giustifichino un consistente aumento rispetto ai valori attualmente percepiti dagli allevatori 

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