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I supermercati americani boicottano il pesce Ogm

I supermercati americani boicottano il pesce Ogm. A rivelarlo è il popolarissimo sito Huffingtonpost.com in un articolo sul rifiuto delle principali catene statunitensi a commercializzare il salmone transgenico.

Whole Foods Market Inc, Trader Joe’s, e altri rivenditori alimentari che rappresentano piu’ di 2.000 punti vendita statunitensi hanno promesso che non venderanno prodotti ittici geneticamente modificati, qualora dovesse esserne autorizzata la vendita negli Stati Uniti, ha dichiarato, mercoledi’ scorso, un gruppo di advocacy.
L’annuncio della Campaign for Genetically Engineered-Free Seafood viene fatto proprio nel momento in cui la Food and Drug Administration degli Stati Uniti sembra ormai prossima all’approvazione del salmone geneticamente modificato dell’AquaBounty Technologies, una societa’ con sede nel Massachusetts.
Se dovesse ottenere l’approvazione definitiva della Food and Drug Administration, il salmone sara’ il primo animale geneticamente modificato a entrare nella catena alimentare di questo paese. Gli Stati Uniti sono gia’ il piu’ grande mercato mondiale di alimenti prodotti con ingredienti vegetali geneticamente modificati.
L’AquaBounty afferma che il suo "AquAdvantage Salmon" possa raggiungere le dimensioni adatte alla vendita in meta’ del tempo, rispetto al salmone convenzionale, consentendo di risparmiare tempo e risorse. Il pesce e’ fondamentalmente un salmone dell’Atlantico contenente un gene del salmone del Pacifico – per una crescita piu’ rapida – e un gene dell’ocean pout, una sorta di pesce gatto dell’oceano – che favorisce una crescita lungo tutto l’anno.
I critici sostengono che i prodotti geneticamente modificati che non siano stati sufficientemente testati, comportino rischi di allergie e debbano essere etichettati. I sostenitori non sono d’accordo, e confermano che questi prodotti sono sicuri.
Anche Aldi, diverse catene regionali come Marsh Supermarkets, PCC Natural Markets, e cooperative del Minnesota, dello stato di New York, della California, e del Kansas si sono impegnate a non vendere pesce geneticamente modificato. "Non venderemo pesce geneticamente modificato perche’ riteniamo che non sia sostenibile, ne’ sicuro", ha dichiarato Trudy Bialic, della PCC Natural Markets.
Diversi alimenti lavorati – come latte di soia, minestre e cereali per la colazione – venduti negli Stati Uniti, sono realizzati con soia, mais e altre colture biotecnologiche, i cui tratti genetici sono stati manipolati, spesso per renderli resistenti a parassiti e pesticidi.
All’inizio di questo mese, la Whole Foods, una catena di 335 supermercati che vendono alimenti biologici e naturali, ha annunciato che, entro il 2018, tutti i prodotti venduti nei suoi magazzini, negli Stati Uniti e in Canada, dovranno avere un’etichetta sulla quale sara’ riportata l’eventuale presenza di organismi geneticamente modificati (OGM). Allo stesso tempo, diversi gruppi di consumatori stanno lavorando, a livello statale e federale, per chiedere l’etichettatura dei prodotti contenenti OGM.
Decine di paesi gia’ chiedono l’etichettatura degli alimenti geneticamente modificati, e l’Unione Europea l’ha resa obbligatoria nel 1997. Da allora, le colture e i prodotti geneticamente modificati sono praticamente scomparsi da molti di quei punti vendita. [Lisa Baertlein, portale – a cura di agra press (f)]

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