il Punto Coldiretti

Il Decreto del fare velocizza l’iter delle pratiche Psr

Corsia preferenziale per le pratiche del Psr nella pubblica amministrazione. E’ una delle novità introdotte dal cosiddetto Decreto del fare, il dl varato dal Consiglio dei Ministri e già operativo. Il dispositivo sancisce che “Le amministrazioni e le aziende dello Stato anche ad ordinamento autonomo,  le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, gli enti pubblici non economici nazionali,  le agenzie , sono tenuti a dare precedenza, nella  trattazione degli affari di competenza, ai procedimenti, provvedimenti e atti anche non aventi natura provvedimentale relativi alle attività in qualsiasi modo connesse all’utilizzazione dei fondi  strutturali europei, compresi quelli inerenti allo sviluppo rurale e alla pesca e alla realizzazione dei  progetti realizzati con i medesimi fondi”.

In pratica l’articolo 9 del decreto vuole fare in modo che tutto ciò che ruota intorno ai fondi comunitari, allo sviluppo rurale e alla pesca, trovi procedure accelerate, in modo che tutta la macchina burocratica si muova rapidamente su corsie preferenziali. Scopo del provvedimento è aumentare la velocità della spesa dei fondi comunitari, riducendo il tempo per l’espletamento della pratica da parte della pubblica amministrazione  e far sì che le risorse finanziarie raggiungano il beneficiario,  nel caso dello sviluppo rurale l’agricoltore, nel più breve termine possibile.

Si pensi ai ritardi che la procedura di rilascio dell’antimafia o altri certificati e autorizzazioni hanno comportato in passato e che tuttora comportano, con il  trascorrere di mesi prima di vedere trattata la propria pratica e, di conseguenza, il rilascio di un provvedimento necessario alla liquidazione. Tutti questi disagi, in una fase di grave crisi economica come quella attuale, hanno una rilevanza molto più marcata per le imprese agricole.

Il provvedimento mira anche ad evitare il rischio di disimpegno, ossia il ritorno delle risorse a Bruxelles. Dagli ultimi dati emerge infatti che entro il 31 dicembre 2013  le Regioni dovranno liquidare 1,4 miliardi per evitare il disimpegno di 740 milioni di risorse comunitarie Feasr. Le regioni più esposte al rischio disimpegno risultano: Sicilia con 233 milioni di risorse pubbliche da erogare entro il 31 dicembre,  Campania 219 milioni,  Puglia 168 milioni , Sardegna 161 milioni, Calabria 114 milioni , Basilicata  84 milioni e Lazio 79 milioni. Viste le cifre in gioco, si capisce l’importanza dell’attuazione della norma prevista nel Decreto del fare, risorse disponibili ed effettive che non vengono spese molte volte per lentezze burocratiche.

Anche gli altri commi vanno nella direzione dell’accelerazione delle pratiche che riguardano i fondi comunitari. Il comma 2, per esempio, stabilisce un criterio di sussidiarietà al quale potranno fare ricorso lo Stato o la Regione per sostituirsi ad Enti territoriali inadempienti qualora accertino ritardi ingiustificati nell’adozione di atti di competenza. Gli ultimi commi, più espressamente rivolti alla programmazione 2007-2013, danno la possibilità di convocare una Conferenza di servizi al fine di rimuovere inadempienze e ostacoli.

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