il Punto Coldiretti

In Usa aumenta il prezzo del mais e dei biocarburanti

Cibo e biocarburanti. In questi giorni è tornato alla ribalta il delicato problema circa l’opportunità di impiegare cereali per la produzione di biocarburanti mettendo a rischio l’approvvigionamento alimentare. Questo problema si evidenzia ogni qualvolta ci sia un’annata agraria sfavorevole, e un concomitante aumento dei consumi di cereali, dovuto quest’anno alle maggiori richieste  proveniente dai paesi colpiti da disastri metereologici.

Dai dati pubblicati nell’ultimo rapporto mensile dell’Usda, il dipartimento dell’ agricoltura statunitense, registra un aumento del prezzo del mais, che  è balzato a + 3,6% a 698 cents bushel, record dal 2008, facendo fare un balzo in avanti anche a frumento, riso e semi di soia.

Ad alzare i toni della polemica contribuisce la recente decisione dell’Environmental Protection Agency, con il quale ha dato il via libera all’aumento della percentuale di etanolo nella benzina in Usa, dal 10 al 15%. Si stima che la produzione  di etanolo già assorba un quantitativo record del 40% della produzione totale di mais, e che in prospettiva, questa percentuale tenderà ad aumentare. Ciò comporterà, un aumento della domanda da 12 milioni di galloni attuali, a 15 milioni per il 2016, per arrivare a 36 milioni nel 2020.

Tutto ciò non fa altro che preoccupare gli analisti, visto e considerato che l’etanolo americano è prodotto quasi esclusivamente dal mais. E che i produttori di biocarburanti hanno acquistato in anticipo il mais bloccando il prezzo di acquisto, avendone un buon margine di profitto.

Il questo scenario preoccupa,  l’aumento di domanda di prodotti petroliferi, l’Aie ha rivisto le stime sui consumi di greggio per il 2010-2011, si dovrebbe passare da 87,8  a 89,3 milioni di barili al giorno. La domanda è apparsa in costante aumento tanto che la stessa Aie ritiene verosimile che si i consumi a fine 2011 possano raggiungere i 90 milioni di barili.

E il possibile aumento dei prezzi del barile di greggio che dopo aver raggiunto la punta massima di 103 dollari per bushel è ridisceso a 98, a pesare come un macigno è la tensione in Egitto e in Nord Africa.

Un aumento della produzione di biocarburanti ridurrebbe la dipendenza dai paesi produttori e da tensioni geopolitiche, a tutto vantaggio dei prodottori agricoli, ma è chiaro che il fabbisogno di biocombustibili non può essere soddisfatto bruciando cibo.

Tutto ciò mette ogni volta in luce quanto sia delicato questo problema, e quanto sia necessario dirottare verso la produzione di biocarburanti di nuova generazione,  che adottano colture non alimentari, che si possano adattare  anche a terreni marginali e poco idroesigenti, per evitare ogni  tipo di competizione con colture alimentari. Per maggiori informazioni visitate i siti www.fattoriedelsole.org e www.sweethanol.eu.

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