il Punto Coldiretti

Incentivi alle rinnovabili da biomasse, parere positivo della Commissione della Camera

Le commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera hanno approvato il parere sullo schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva 2009/28 sulle fonti rinnovabili. I nuovi incentivi alle rinnovabili puntano sulle biomasse agricole, in linea con gli obiettivi del PAN che riconoscono alla produzione di energia da biomasse un potenziale del 48% degli obiettivi da raggiungere al 2020. 

“Un risultato importante – afferma Giorgio Piazza, presidente dell’Associazione le Fattorie del Sole Coldiretti -, visto che per gli impianti a biomasse, biogas e bioliquidi, caratterizzati dalla dipendenza del costo di produzione e trasformazione della materia prima, è prevista invece una tariffa “binomia” con una parte legata all’andamento dei costi della materia prima. Ora – prosegue Piazza -, è necessario affermare il principio di differenziazione della biomassa per riconoscere alle imprese agricole il valore dell’attività connessa, in termini di salvaguardia del territorio e della biodiversità.

Valore che determina il grado di sostenibilità ambientale ed economica di un impianto a fonte rinnovabile insediato in uno specifico territorio. Solamente tale riconoscimento può giustificare il sacrificio della collettività nel sostenere un nuovo sistema di incentivazione delle rinnovabili efficace ed efficiente”.

Tra le condizioni poste dalle commissioni c’è un richiamo sull’opportunità di introdurre fideiussioni per le richieste di connessione alla rete, al fine di razionalizzare i progetti realmente cantierabili e scoraggiare l’iniziativa degli “sviluppatori” che impegnano solamente le linee elettriche per poi rivendere i progetti.

Ancora, l’accorciamento da un anno a sei mesi della decorrenza del blocco per i mega impianti fotovoltaici su terreni agricoli con l’innalzamento al 20% della  quota di superficie agricola da dedicare al fotovoltaico per chi dispone di terreni fino a 5 ettari, l’esclusione di aree già compromesse e la possibilità per le Regioni di derogare al blocco per quanto riguarda terreni marginali o non utilizzabili.

Infine, un limite a 1 megawatt (MW) elettrico e 3 MW termici per gli impianti a biogas. Inoltre sarà uno specifico decreto a stabilire i criteri e i parametri volti a definire le percentuali massime di coltivazioni dedicate impiegabili negli impianti a biogas, al fine di evitare squilibri negli approvvigionamenti e nei prezzi delle produzioni agricole da destinare all’alimentazione umana e zootecnica.

La percentuale comunque non può essere superiore al 15 per cento del totale delle coltivazioni dell’azienda agricola. Previsti anche l’aggiornamento automatico dei piani regolatori alle norme contenute nel dlgs; l’apposizione di oneri sulla bolletta del gas per finanziare gli incentivi al biometano; l’introduzione delle aste anche per gli impianti a biomasse oltre i 5 MW di potenza; la reintroduzione degli incentivi ai rifacimenti che aumentino produttività e vita utile dell’impianto; l’eliminazione dell’adeguamento degli incentivi alle biomasse all’andamento dei costi di approvvigionamento; un accorciamento a sei mesi per l’attuazione delle deleghe.

Sono invece semplici osservazioni quelle sulla necessità di approvare il burden sharing regionale, sull’opportunità di spostare gli oneri sulla fiscalità generale, sul risarcimento danni in caso di ritardo degli iter, sull’indicazione di un valore di riferimento per le aste già nel dlgs, sull’accorciamento del phase out dal sistema dei certificati verdi, sulla possibilità di ridurre del 15% anziché del 30% i costi sostenuti dal Gse per il ritiro dei Cv in eccesso.

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