il Punto Coldiretti

Inea, redditività troppo bassa per un’azienda agricola su due

Il 50% delle aziende agricole ha un livello di redditività inadeguato, al di sotto delle remunerazioni ottenibili in occupazioni alternative. Lo rileva il rapporto Inea sullo stato dell’agricoltura che prende a base quattro indici di redditività. Nei primi due, “bassa” e “medio bassa”, ricadono appunto, rispettivamente, il 28,7% e il 23,1% delle aziende.

Nel primo livello la remunerazione unitaria del lavoro dell’imprenditore e della famiglia non raggiunge neppure i 2 euro per ora di lavoro. E’ poi praticamente nulla la remunerazione dei capitali, sia di esercizio che fondiario. Va invece meglio al 15,4% delle aziende che rientrano nel terzo indice di redditività, quella “medio-alta” e ancora di più al 32,4% che presenta una redditività alta. In quest’ultimo caso la remunerazione unitaria del lavoro arriva a 22,89 per euro.

Ma è anche l’orientamento tecnico-economico a condizionare molto la redditività aziendale, che raggiunge livelli più che soddisfacenti negli indirizzi orticolo e floricolo, meglio se condotto in serra (dove l’ora lavoro può essere remunerata fin quasi a 20 euro), come pure negli indirizzi viticolo e frutticoltura mista e nell’allevamento bovino. Al contrario, è nelle aziende specializzate in allevamenti ovi-caprini o nella coltivazione dell’olivo che si rilevano le remunerazioni meno soddisfacenti (poco sopra i 7 euro per ora/lavoro).

“Nonostante i successi raccolti dal made in Italy agroalimentare all’estero, dove crescono le esportazioni e in Italia, dove tengono i consumi, il settore agricolo vive una situazione di difficoltà che non dipende solo dalla crisi generale – è il commento della Coldiretti -. Il nostro Paese sta vivendo i drammatici effetti di quelli che sono i due furti ai quali è sottoposta giornalmente la nostra agricoltura: da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano; dall’altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i nostri prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori”.

“I nuovi poteri forti della filiera agroalimentare come la grande distribuzione commerciale – aggiunge la Coldiretti – sfruttano il loro potere di mercato nei confronti degli agricoltori, che in molti casi non riescono a coprire i costi di produzione”. Proprio per sostenere la redditività delle imprese agricole, la Coldiretti è impegnata nel progetto operativo per una “Filiera agricola tutta italiana” che ha come obiettivo di eliminare le distorsioni e tagliare le intermediazioni con l’offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo.

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