il Punto Coldiretti

Da Demetra ai robot, ecco le nuove tecnologie per tutti gli agricoltori

Digitalizzazione, energia, innovazione. La strada che le imprese agricole devono percorrere la Coldiretti l’ha segnata con chiarezza. Lo hanno spiegato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini e il segretario generale, Vincenzo Gesmundo, in occasione del convegno organizzato alla Fieragricola Tech di Verona dove è stato anche inaugurato l’orto 4.0.

Siamo convinti – ha dichiarato Gesmundo all’apertura dei lavori – della centralità dei processi di innovazione e digitalizzazione per affrontare le grandi sfide. Non siamo il settore del lamento – ha sottolineato – e se l’agroalimentare italiano si è imposto nel resto del mondo lo si deve alla distintività e alle capacità che tutti imitano. Ha ricordato il forte impegno della Coldiretti sul fronte dell’hi tech grazie agli investimenti 4.0.

Sono quasi un milione attualmente gli ettari serviti dall’agricoltura di precisione ed è possibile triplicare nei prossimi due anni puntando a quota 3 milioni di ettari.
In altri paesi queste tecnologie sono consolidate, ma riguardano le grandi realtà produttive, la scommessa della Coldiretti è di estendere la loro applicazione anche alle piccole aziende.

La grande opportunità è offerta da Demetra che offre attraverso il Portale del Socio Coldiretti servizi avanzati e soprattutto non permette che i dati delle imprese siano oggetto di commercializzazione. Ma a Fieragricola Tech la Coldiretti ha fatto una panoramica sulle altre nuove tecnologie oggi disponibili per migliorare la produttività.

Negli ultimi due anni – ha evidenziato Gianluca Lelli amministratore delegato di Consorzi agrari d’Italia- la digitalizzazione è quadruplicata anche se con differenze tra Nord e Sud, ma con un livello molto elevato nelle isole. Si è spinto molto – ha aggiunto – su meccanizzazione e semine, mentre resta indietro l’irrigazione. La sfida dunque è fare di più con meno.

La Coldiretti è pronta per la grande rivoluzione. Per anni sembrava che la chimica fosse la soluzione di tutti i problemi. Ora che non è più così occorre gestire una complessità di elementi peraltro variabili, dalla terra all’acque e all’aria.

Il know how e le conoscenze ci sono ma bisogna calarle in un mondo dinamico e Demetra si presenta come un ecosistema in grado di accompagnare le aziende a trovare soluzione nei processi complessi in tutti i territori. Un sistema articolato che comprende una piattaforma, tecnologie avanzate e i Consorzi agrari con un esercito di 100 tecnici che entrano nelle aziende per dare supporto e servizi digitali.

L’obiettivo è di non stressare i terreni per massimizzare le colture ma conoscerli per allineare gli interventi alla terra. In pratica sapere quale coltivazione si adatta a quel preciso terreno. Con l’obiettivo si perseguire l’efficienza economica e ambientale, ma senza scelte dogmatiche.

E il governatore del Veneto , Luca Zaia, ha riconosciuto come ancora una volta la Coldiretti sia avanti, come su tutte le questioni lanciate in campo, dal Km0 ai farmer market fino alla sovranità alimentare. “Siete tanto grandi – ha ribadito Zaia – che la via la indicate voi”. Il presidente della regione Veneto ha sostenuto che è ormai avvenuta la fine dell’analogico rimpiazzato dal digitale. E ha aggiunto che l’agricoltura italiana ha futuro perché ci sono i giovani: “basta Oscar Green per vedere le idee che i ragazzi portano avanti dalla terra partendo proprio dall’innovazione”. Una vera rivoluzione perché robotica, digitale hanno cambiato la pelle dell’agricoltura che viene incontro alle aspettative dei consumatori. E ha attaccato l’apertura agli “scarafaggi” che “non è solo una battaglia per la produzione, ma identitaria e la rivoluzione produttiva senza identità non ha senso”. E per finire un appello a Coldiretti ”Non mollate”.

Due racconti di imprenditrici, Valeria Uggeri e Anna Maria Mantovani, hanno confermato la validità della scelta di investire nella gestione di dati affidandosi a Demetra e nell’agricoltura di precisione.

Nelle conclusioni il presidente Prandini ha affermato che l’aspetto dell’innovazione è figlio di un ragionamento che dura da anni. “ma non tutte le innovazioni ci piacciono” – ha precisato- perché a volte viene raccontata come innovazione la produzione di cibo sintetico”. E ha rivendicato il ruolo assunto da Coldiretti di unica organizzazione nel mondo che si è posta alla guida di un percorso di assoluta trasparenza. Quando si è iniziato a parlare di prodotti sintetici non c’è stata una reazione forte perché si pensava che fossero solo legati alla carne.

“Ma noi – ha ribadito Prandini – subito abbiamo lanciato l’allarme a prestare attenzione convinti che non si sarebbero fermati e infatti oggi si parla di latte, ed è già pronto in Danimarca uno dei più grandi stabilimenti che realizzerà latte sintetico in grande quantità, ma anche pesce e carne di pollo”. Coldiretti si sta muovendo perché l’Italia faccia sinergia con altri paesi per spingere le istituzioni a realizzare la prima norma a livello mondiale contro il cibo sintetico.

Il presidente della Coldiretti ha anche messo in guardia dalle strumentalizzazioni sulla salute nel nome della quale, per esempio, l’Irlanda ha ottenuto il via libera ad adottare etichette sul vino per avvertire che nuoce gravemente alla salute. Mentre magari si guarda con favore ad aromi chimici per riprodurre il gusto del vino “finto” con ricadute, quelle sì, drammatiche sulla salute dei cittadini. Questa – ha chiarito – è l’innovazione che combattiamo. Perchè la Coldiretti non accetterà mai che gli “oligarchi” che possiedono l’hi tech, e cioè la comunicazione, e la farmaceutica si impossessino anche del cibo.

Da oltre dieci anni – ha ricordato Prandini “chiediamo alla Commissione europea l’etichetta di origine, e mentre è arrivata celermente l’autorizzazione ai novel food l’etichetta trasparente non c’è ancora. Ed è particolarmente preoccupante che si pensi a una corsi preferenziale per mettere in commercio le produzioni sintetiche. E questo dimostra quanto siano forti le lobby.

Alla Coldiretti piace un’altra innovazione, e punta a essere capofila di una tecnologia che sia alla portata di tutti gli imprenditori. Con Demetra si punta infatti a mettere a fattor comune l’utilizzo dei dati e le tecnologie per avere così imprese più innovative. D’altra parte il valore dell’hi tech negli ultimi 5 anni è cresciuto del 1500%, passando da 100 milioni di euro a 1,6 miliardi. La Coldiretti ha anche avviato una partnership con Israele per rafforzare sempre di più l’impegno sull’hi tech.

Droni, sensori e robotica sono già realtà. E potranno avere ricadute importante anche per l’agricoltura eroica o delle aree interne. Prandini ha anche ribadito la necessità di misure per affrontare l’emergenza idrica come la realizzazione di bacini d’accumulo. L’irrigazione infatti può fare la differenza consentendo di triplicare le rese in campo. Acqua e tecnologia dunque per aumentare la produttività e portare le filiere verso l’autosufficienza per offrire così garanzie ai cittadini soprattutto in situazioni di rischio come quelle che si sono verificate inaspettate in questi ultimi anni, come la pandemia e la guerra.

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