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Filiera corta, cooperazione, innovazione e consulenza: Coldiretti modello per le piccole imprese agricole

Le piccole aziende agricole del Sud Europa contribuiscono ad una quota importante della produzione regionale. Nelle sole regioni analizzate dal progetto in Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, si registrano 1.884.390 piccole aziende agricole. Esse rappresentano il 62% di tutte le aziende agricole (Eurostat, 2016), occupano circa il 38,8% della superficie totale in queste 10 regioni (Eurostat, 2017) e circa il 17,4 % della Superficie Agricola Utilizzata (SAU).

E’ quanto emerge dal progetto di ricerca Horizon 2020 al quale ha partecipato Coldiretti con il supporto di Ager, giunto ormai a conclusione, in merito al contributo che le piccole aziende agricole dei paesi del Sud Europa (SE) possono garantire alla sicurezza alimentare sostenibile. Tuttavia, le stime rivelano come il numero totale delle piccole aziende agricole nei paesi del Sud Europa sia diminuito del 33% tra gli anni 2010-2019. Questa riduzione prescinde dal riconoscimento e apprezzamento del ruolo fondamentale che le piccole aziende agricole svolgono nel supportare strumenti di sussistenza, preservare la biodiversità e i paesaggi tradizionali, così come le tradizioni rurali e il patrimonio culturale. Possiamo veramente permetterci di perderne ancora? Dal progetto sono emerse alcune indicazioni per le istituzioni che a tutti i livelli, nazionale e comunitario, hanno competenza in materia di politica agricola.

Lo studio condotto da Salsa ha evidenziato che il loro apporto alla sicurezza alimentare regionale è generalmente basso, essendo la loro attività commerciale prevalentemente orientata verso l’esportazione. Esse rappresentano, tuttavia, un elevato potenziale per il rafforzamento dei mercati locali e della sicurezza alimentare regionale. Dai risultati del progetto SALSA sulle piccole aziende agricole studiate, emerge che la loro produzione nelle aree del Sud Europa potrebbe arrivare a coprire il 100% della domanda generando un surplus pari al 44% del sistema alimentare regionale analizzato. Perché questo risultato possa essere raggiunto, è necessario far fronte alle necessità delle piccole aziende agricole, che Salsa ha raggruppato in quattro aree di intervento: prodotti, mercati e marketing; risorse naturali e clima; ricambio generazionale e nuovi produttori; conoscenza e innovazione. Sono state identificate delle linee di azione prioritarie per le autorità nazionali e regionali, in particolare per coloro che saranno responsabili per la programmazione dei fondi EU post-2020 Politica Agricola Comune (Pac) sintetizzate nel policy brief disponibile a questo link https://bit.ly/2WB6hal.

Le politiche possono aiutare i piccoli produttori se inserite in un sistema di misure interconnesse. Le raccomandazioni politiche da seguire al fine di rispondere ai bisogni dei piccoli produttori riguardano tre settori: normativa, supporti di tipo finanziario, i servizi di consulenza e innovazione.

Dal progetto emerge che, a livello legislativo, andrebbero posti in essere, da parte delle autorità nazionali, interventi riguardanti il rispetto delle normative igienico sanitarie, che rappresentano una fonte di pressione costante per i piccoli produttori, agendo sul margine di maggiore flessibilità in termini di interpretazione e implementazione della norma. Per quanto concerne il livello Europeo, è di estrema rilevanza definire accordi commerciali che stabiliscano le condizioni giuridiche e gli standard di produzione opportuni al fine di non sottoporre i piccoli produttori alla concorrenza sleale. Altro aspetto importante emerso é la definizione giuridica di filiera corta, affinché includa la redazione di specifiche norme riguardanti gli aspetti di commercializzazione e controllo dei prodotti nella filiera stessa.

Il progetto evidenzia, inoltre, la necessità di promuovere una “cultura della cooperazione” attraverso strumenti di finanziamento che rendano possibile l’esistenza di filiere corte basate su collaborazioni chiare e funzionali. In proposito, assume rilevanza la misura della cooperazione (Misura 16 dei Psr) diffusa e efficace durante il periodo di programmazione 2014-2020 della Politica Agricola comune (Pac) che, però, andrebbe rafforzata e migliorata nella Pac post-2020. Ad esempio, con maggiori fondi per l’innovazione di prodotto, il branding (ad es. collegato a paesaggi tradizionali o alla conservazione della natura), i marchi collettivi, la sensibilizzazione dei consumatori. In generale, gli investimenti per le infrastrutture di irrigazione, finanziati con programmi nazionali, possono facilitare l’accesso all’acqua per molti produttori, ma sono comunque necessari investimenti strategici per la creazione di una capacità di resilienza e di adattamento per quei produttori che non hanno i mezzi o le risorse per accedere a un regolare accesso all’acqua. Le autorità nazionali devono, inoltre, considerare lo sviluppo di specifici piani di gestione del rischio per aiutare i piccoli produttori a gestire i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, orientare risorse finanziarie pubbliche verso un servizio di consulenza mirato alle piccole aziende agricole su tematiche chiave come l’eco-condizionalità e l’adattamento al cambiamento climatico.

In alcuni paesi del SE, ciò significa affrontare questioni di fondo, come aumentare la spesa per uffici territoriali di consulenza e formazione. Secondo quanto emerso da Salsa, le autorità nazionali dovrebbero concentrarsi, poi, sulle tematiche del ricambio generazionale e dell’ingresso di nuovi piccoli produttori agricoli. Con riferimento all’esperienza spagnola, le banche della terra sono una realtà importante da promuovere per facilitare l’ingresso di produttori intenzionati a iniziare una attività agricola e/o sviluppare piccole aziende già esistenti. Appare prioritario, quindi, orientare le risorse finanziarie pubbliche verso un servizio di consulenza mirato alle piccole aziende agricole su tematiche chiave come l’eco-condizionalità e l’adattamento al cambiamento climatico. In alcuni paesi del SE, ciò significa affrontare questioni di fondo, come aumentare la spesa per uffici territoriali di consulenza e formazione. Sono presenti numerose opportunità relative a finanziamenti per lo sviluppo rurale nella Pac post2020 (includendo il Leader) per lo sviluppo di misure di supporto per il networking rurale, casi studio e trasferimento di conoscenze da produttori più anziani ai più giovani.

Il progetto ha, inoltre, preso ad esempio alcune buone pratiche realizzate da Coldiretti a favore delle piccole imprese agricole. In primis, il modello Campagna Amica, realizzato in Italia, è stato valutato nell’ambito del progetto Salsa come un buon esempio che potrebbe essere replicato anche in altri paesi. Coldiretti è stata presa a modello anche per gli investimenti nell’innovazione. I corsi formativi promossi da Coldiretti, nell’ambito della Misura 16 del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, con l’obiettivo di creare un network nazionale di consulenti dell’innovazione sono stati apprezzati anche dai policy makers europei. Questi corsi facilitano l’introduzione dell’innovazione nelle aziende agricole, anche di piccole dimensioni. Importante appare lo sviluppo di reti dedicate allo scambio di informazioni, gruppi di discussione e casi di studio con aziende dimostrative. Ciò può tradursi anche in una maggiore flessibilità nel sistema di interpretazione dei criteri di selezione delle piccole imprese nell’accesso ai fondi dei Psr e consentire una più diversificata gamma di attori di beneficiare dei finanziamenti per lo sviluppo rurale post-2020. Molto positiva ed espressamente citata nel documento finale di Salsa, dedicato ai Paesi del Sud Europa, è anche l’esperienza italiana in materia di accordi di filiera alimentare promossi dal ministero dell’Agricoltura nella misura in cui è richiesto agli attori, che compongono una specifica filiera alimentare, di collaborare, indicando un prezzo minimo da pagare al produttore e una quantità minima che il produttore deve garantire di poter fornire.

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